
La casa sul mare evoca immagini di relax: moka, caffè freddi, mare - doccia - doccia - mare, viavai di persone, una corsetta sulla via principale o "panzate" di sonno catartiche.
Ognuno scandisce il tempo come crede dentro una casa al mare.
Per altri, invece, andare al mare può diventare un calvario fantozziano: parcheggi da 12 euro al giorno o lidi che chiedono 26 euro per due lettini e un ombrellone.
Andare al mare con due figli piccoli e pranzare all'interno del lido, poiché molti stabilimenti non permettono cibo esterno: difficile uscirne sotto i 50 euro.
“C'è la spiaggia libera” potrebbe dire qualcuno.
Vero, ma vediamo che più passa il tempo, più i concetti di proprietà privata e pubblica diventano labili e ci si accorge di come spesso (e ragionevolmente) si pensa che i colpevoli siano soltanto i lidi, mentre la responsabilità è anche di cittadini più furbi di altri.
Ciò di cui una comunità non ha bisogno è di coloro che pensano che il mare faccia parte della loro proprietà.
In Sicilia, infatti, l’accesso libero alle spiagge è sempre più limitato a causa di privatizzazioni, concessioni e abusivismo.
Un numero crescente di proprietari privati sta realizzando cancelli chiudendoli con lucchetti, impedendo così l’accesso pubblico al mare.
Questo fenomeno è particolarmente evidente lungo la costa più frastagliata ed impervia, dove l'accesso è diventato un privilegio per chi può permettersi di pagare o possiede una proprietà privata.
Secondo il recente "Rapporto spiagge" di Legambiente, le concessioni balneari in Sicilia sono aumentate del 41 per cento negli ultimi cinque anni, passando da 3.798 nel 2019 a 5.365 nel 2023.
Queste concessioni ora occupano il 22,4 per cento della costa siciliana, restringendo ulteriormente le aree di libero accesso per i cittadini.
La situazione è resa ancora più critica da vari fattori che limitano ulteriormente l'accesso al mare.
Il 33,8 per cento della costa è interdetto e il 20,3 per cento è non fruibile a causa di inquinamento o mancanza di campionamenti dell’acqua.
Nel 2022, il 29,7 per cento della costa era proibito e il 17,2 per cento inaccessibile.
Sommando questi dati, emerge che nel 76,5 per cento della costa siciliana l’accesso non è libero.
Questo scenario preoccupante richiede un intervento urgente per garantire che le spiagge rimangano accessibili a tutti e non solo a chi può permetterselo.
È essenziale trovare un equilibrio tra concessioni private e aree di libero accesso per preservare il diritto di tutti a godere delle bellezze naturali della Sicilia.
In parole povere, sono tanti i casi in cui viene fatto un ragionamento di questo tipo dal proprietario: "Ho una casa sul mare e ho la fortuna che, date le asperità del terreno, si possa chiudere l’accesso al mare con un cancello".
Ora, facciamo un ragionamento che serva da pungolo, da stimolo per chi legge e, magari, ha una casa sul mare con relativo cancello per chiudere lo spazio: Non è forse isolante, triste, classista e anche un po' noioso trasformare quella che dovrebbe essere, per quei pochi mesi l'anno, uno spazio comunitario e di scambio in una sorta di eremo?
Basta un cancello per passare da Mare Nostrum a Mare "Eorum".