
20 mila unità, classe di uomini scelti e di gente sicura, personalità forti, coraggiosi e con spirito di sacrificio.
Parliamo dell'esercito spartano, della falange romana o sulle gesta dell'armata del Pelide Achille? No, della guardia forestale siciliana.
20 mila uomini, 22 se vogliamo essere precisi e, come avrete intuito, siamo la prima regione per numero di guardie forestali, gli altri numeri sono presto fatti.
In ordine sparso i dati espressi in ettari di superficie forestale:

Sardegna
1.300.991
Campania
491.259
Toscana
1.189.722
Sicilia
387.234
Puglia
191.738
Veneto
1.839.122
Abruzzo
474.599
Friuli V.G.
373.614
Lombardia
692.220
Per comodità si sceglie di utilizzarne solo 9, ma significative.
Prendiamo la Lombardia ad esempio, ha un' estensione boschiva doppia (più o meno) alla nostra. Seguendo i criteri siciliani, quest'ultima dovrebbe avere 40 mila uomini, mentre ne ha solo… 416.
Pensate, un forestale della Brianza, in proporzione agli ettari, fa il lavoro di 96,15 uomini della forestale siciliana.
Toscana? 3 volte la nostra superficie boschiva e 400 guardie forestali. Veneto, 277.
Insomma, delle due, l'una: o in Sicilia per ogni albero (o foglia addirittura) abbiamo un forestale, o, evidentemente, sono posti fantasma.
Posti che non giustificano neanche l'efficienza di tale numero poiché, con 20 mila uomini all'attivo, in Sicilia, avremmo dovuto sconoscere la parola "incendio".
Solo ieri viene notificato che in tutta la Sicilia sono stati 19 gli incendi.
Dolosi o spontanei? Senza dover scendere troppo nel dettaglio e senza mai confondere l'insolito con l'impossibile, il fuoco spontaneo è estremamente raro.
In Italia, quasi tutti gli incendi sono causati da attività umane, sia intenzionali che accidentali. Gli incendi di origine naturale, come quelli provocati da fulmini o fenomeni di autocombustione, sono estremamente rari. Più spesso, gli incendi iniziano per cause involontarie: scintille dai freni di un treno, il surriscaldamento della marmitta di un’auto a contatto con erba secca, o roghi per bruciare sterpaglie in campagna. Tuttavia, la maggior parte degli incendi è di origine dolosa, sebbene sia difficile individuare i colpevoli.

Un rapporto di Legambiente, risalente al 2023, rileva che dal 1 gennaio al 27 luglio sono stati incendiati circa 514 chilometri quadrati di terreno, con i maggiori danni in Sicilia, Sardegna, Calabria, Puglia e Abruzzo. Solo tra il 25 e il 27 luglio sono bruciati 310 chilometri quadrati di vegetazione. Antonio Nicoletti di Legambiente sottolinea che questi dati, basati su EFFIS, non includono incendi minori sotto i 30 ettari, che sono comunque numerosi.
Lo scenario è drammatico e viene annualmente analizzato dal report “L'industria del fuoco”, pubblicato dal WWF e confermato da diverse indagini, che evidenzia come la maggior parte degli incendi sull'isola siano di natura dolosa, con il 77% dei roghi causati intenzionalmente.
Questa situazione ha portato alla devastazione di vaste aree boschive: nel 2021 sono andati in fumo circa 78.000 ettari di terreno solo in Sicilia, una cifra che rappresenta quasi la metà dei terreni bruciati in tutta Italia.
Gli incendi dolosi sono spesso appiccati per motivi economici, tra cui la creazione di posti di lavoro stagionali legati alle attività di avvistamento e spegnimento degli incendi, oltre che alla successiva ricostituzione del territorio.
L'industria del fuoco coinvolge anche la mafia, che utilizza gli incendi come mezzo per intimidazioni e per il controllo del territorio, spesso collegandosi ad altre attività illecite come lo smaltimento di rifiuti e la trasformazione di terreni agricoli in aree da adibire al fotovoltaico od altri business.
Volendo essere cinici e "malopinsanti": più forestali abbiamo, più incendi abbiamo.
Forse anche per questo le regioni del sud sono più colpite e non è un caso che, anche la Calabria, ad esempio, soffra dei nostri stessi problemi con i suoi 6 mila forestali.
Non si esclude certo che tra i nostri 20 mila molti svolgano il loro mestiere in maniera ligia.
L'erba secca, però, in questo caso andrebbe levata sia dalle foreste che… dalla forestale.