
Un paradiso a forma di stivale che abbraccia le maestose Alpi a nord, mentre si rinfresca nelle acque del Mediterraneo a sud.
È una delle quattro più grandi penisole europee e, da sola, vanta ben 59 siti riconosciuti dall’UNESCO come “patrimonio dell’umanità”, disseminati tra spiccate cime montuose, lussureggianti pianure e coste chilometriche.
Vista la geografia tanto unica quanto diversificata dell’Italia, sarebbe impossibile non rimanere incuriositi dalla moltitudine di paesaggi che il nostro Belpaese ci offre.
Eppure, anche nella scelta dei paesaggi da cui lasciarsi sedurre, al cuor non si comanda.
Magari, però, si comanda al portafogli.
I numeri e la preferenza
Lo scorso 29 giugno, l’organizzazione Coldiretti presenta un’indagine, svolta in collaborazione con Ixe’, che si sofferma sullo scenario turistico-economico del nostro Paese.
In questo specifico report si dà inizialmente un’occhiata generale alle modalità di vacanza favorite dagli italiani, per poi analizzare le spese che i vacanzieri dovranno affrontare nel corso di questa estate.
Le prime stime redatte nel rapporto Coldiretti/Ixe’ prevedono che, tra giugno e settembre 2024, saranno circa 38 milioni gli italiani che trascorreranno almeno un giorno di vacanza, in Italia o all’estero.
Certamente un buon balzo in avanti rispetto ai numeri dello scorso anno: secondo Federalberghi, nel 2023 erano stati infatti “soltanto” 35 milioni i cittadini che si sono concessi almeno 24 ore di meritato riposo dal tran-tran quotidiano.
Sono cifre che attestano finalmente un taglio netto con le sofferenze del passato e, in special modo, con quelle date dal durissimo periodo pandemico in cui, per forza di cose, anche il settore turistico si era trovato in grave affanno.
Come previsto, le località di mare sono già pronte a riconfermarsi come le destinazioni per eccellenza: le analisi di Confcommercio raccontano che, nei prossimi mesi, il 24% dei viaggiatori si dirigerà verso mete balneari; un chiaro secondo posto per destinazioni montane, gradite dal 13%; le vacanze culturali in città d’arte sono invece preferite dall’11%.
Vacanze da sogno sotto l’ombrellone, dunque, o quasi, visto che i rincari non si nascondono certo sotto la sabbia.
Il costo della preferenza
I calcoli del già citato report Coldiretti/Ixe’ menzionano che, in questa estate 2024, la spesa media destinata alle vacanze subirà un’impennata del +12% rispetto allo scorso anno: anche per questo motivo, un sostanzioso 18% di vacanzieri non potrà permettersi di stare fuori casa per più di tre giorni.
La più recente indagine di Federconsumatori e Fondazione Isscon scava più a fondo, facendo chiarezza su quanto spendano in media una famiglia italiana in uno stabilimento balneare attrezzato del settentrione e coloro che stanno “a mollo” nei lidi più amati dei litorali dell’isola di Sicilia.
Dando uno sguardo a tale report, si nota come le spese delle famiglie siciliane per un semplice abbonamento giornaliero siano passate da una media regionale complessiva di 23 euro, nel 2023, a circa 26 euro nel corso di quest’anno.
Ad alzare l’asticella per questo dato è Catania, con una media pari a 27 euro, mentre Trapani è la più economica.
La situazione però si ribalta nel momento in cui si opta per un abbonamento stagionale: i cittadini trapanesi si ritrovano a sborsare all’incirca 1100 euro.
E chi vuole semplicemente trascorrere una giornata da tintarella senza troppe pretese?
L’affitto di un ombrellone e due sdraio negli stabilimenti balneari del catanese avrà un costo medio di circa 19 euro mentre nei lidi di Palermo si potranno risparmiare un paio di monete in più.
Il costo dei servizi balneari in città come Catania, Palermo e Trapani non raggiunge quindi le cifre nazionali, per le quali la spesa media si attesta sui 34 euro per l’acquisto di un abbonamento giornaliero e circa 2000 per un abbonamento stagionale.
Pare proprio, però, che anche in Sicilia i prezzi stiano lievitando sempre più, come confermano le dichiarazioni dello stesso presidente regionale di Federconsumatori, Alfio La Rosa: “Già l’anno scorso eravamo preoccupati per i prezzi in crescita. Quest’anno non possiamo che essere ancor più preoccupati”.
Ad influenzare negativamente sui prezzi non è soltanto la “semplice” inflazione quanto la profonda confusione legata alle concessioni balneari.
La Rosa ricorda, infatti, che al Demanio Marittimo pendono attualmente oltre 6.000 richieste di nuove concessioni di strutture turistiche sulle spiagge, nonostante le concessioni risalenti allo scorso anno siano poi state prorogate fino alla fine del 2024.
“Temiamo fortemente che come contraltare alla spiaggia a pagamento, che costa sempre di più, ci siano sempre meno spiagge libere per le famiglie siciliane. Sarebbe gravissimo.”, conclude La Rosa.
Le magnifiche (e chilometriche) spiagge della nostra Isola rimangono ancora, tendenzialmente, come le più economiche, con buona pace dei turisti e dei siciliani stessi.
Fin dove si spingeranno, però, questi aumenti di cui ci si preoccupa annualmente a stagione inoltrata?
Per una vacanza da sogno, al cuor non si comanda.
Ma al portafogli sì.