Intervista capolavoro quella pubblicata dal Giornale di Sicilia a firma di Giacinto Pipitone venerdì 28 giugno, con tanto di video.
Titolo e catenaccio, poi, sono un capolavoro nel capolavoro: in due righe dicono tutto e scatenano l'inferno, di quelli siciliani, che bruciano solo le cose degli altri: “Schifani «deluso da tre assessori»: il presidente della Regione Siciliana punta l'indice su Territorio, Rifiuti e Formazione - «Rimpasto entro luglio, Tamajo resta alle Attività Produttive”.
Primo spunto: non cita tra i “deludenti” l'assessore alla Sanità Giovanna Volo, indagata nell'inchiesta Nemo con sequestro cautelare di un paio di milioni di euro, con una situazione del settore salute così caotico ed inefficiente come non si era mai vista e che mantiene a dirigente generale quel Salvatore Iacolino che pare non possa ricoprire il ruolo.
Soddisfatto il presidente, soddisfatti tutti.
L'intervista è stata ripresa e rilanciata praticamente da tutta la stampa locale e nazionale, probabilmente per l'enormità delle affermazioni, tuttavia senza riuscire a valutare se la performance possa in qualche modo essere paragonata a quella del presidente Biden nel confronto con Trump dello stesso giorno: una debacle storica.
Proviamo a smorfiarne il contenuto.
I tre assessori “imputati” da Schifani, guarda caso, appartengono ai 3 maggiori partiti alleati che gli hanno consentito, con neanche il 16% del corpo elettorale, di governare la Sicilia: come sta governando lo stiamo vedendo.
Sotto l'accusa del governatore Schifani l'esponente di Fratelli d'Italia con delega al Territorio e Ambiente Elena Pagana, considerata in uscita dalla giunta perché moglie del neo eurodeputato Ruggero Razza e qualcuno della casa deve pur occuparsi.
Poi addirittura quello che viene considerato il numero 2 del Movimento per l'Autonomia, l'assessore all'Energia, acqua e rifiuti Roberto di Mauro.
Il terzo assessore è Mimmo Turano, della Lega e con delega alla Formazione.
I motivi delle accuse è corretto che li si legga sulla testata che ha fatto lo scoop e di cui sopra è indicato il link, quello che si rileva è che il presidente Schifani non può che aver scelto con precisione i bersagli, per mandare messaggi che sono figli dell'assurda legge elettorale che costringe a tenersi un presidente anche quando non piace a nessuno perché per ammazzare Sansone si devono suicidare tutti i Filistei.
E infatti hanno reagito con qualche timidezza, anche se abbastanza allibiti, gli esponenti degli alleati colpiti.
I Fratelli d'Italia emanano una nota a sostegno della loro assessora, Raffaele Lombardo interviene con una nota di incredulità che lascia intendere tutto, dei leghisti non leggiamo niente perché forse sono distratti in altre faccende.
Insomma, una debolezza di fronte ad una gamba tesa di questo livello che lascia parecchio perplessi.
Ma se così gli “alleati”, ancor più ammutoliti in Forza Italia.
Non meno pesante, infatti, l'affermazione che riguarda il suo pupillo tra i pupilli, il recordman assoluto delle preferenze di Forza Italia, quell'Edy Tamajo che con i suoi 122 mila voti ha sbancato ovunque tranne che a Catania, dove ne ha raccattati appena 13 mila finendo terzo nella sua lista dopo Marco Falcone e Caterina Chinnici.
Digressione: è probabile che proprio Marco Falcone, volato a Bruxelles con un risultato eccezionale di quasi 100 mila voti, sia tra i pochi e veri vincitori di questa partita, essendo riuscito a sottrarsi alle miserie della politicanza regionale ed al gioco umiliante di una giunta ai limiti della decenza tra indagati e incompetenti e con un presidente ultimo assoluto nella classifica di gradimento.
Torniamo all'intervista-capolavoro: la scelta di Tamajo di rinunciare all'euroseggio, lasciandolo per fortuna dei siciliani alla ben più esportabile Caterina Chinnici, sembrava dovesse comportare un suo salto di qualità, addirittura il passaggio all'assessorato alla Sanità, il potere dei poteri.
Il presidente Schifani invece lo gela senza anestesia, lasciandolo dove stava, alle Attività Produttive, come fosse un garzone di bottega qualunque: affari loro, di Forza Italia.
Quindi by by Edy.
Gela anche gli altri partiti della coalizione, MPA e DC che si aspettavano un riconoscimento per il lavoro svolto ed i risultati elettorali che parevano garantirgli un maggiore ruolo in giunta: “la Dc e l’Mpa … manterranno all’interno del governo regionale gli spazi determinati dall’esito delle elezioni regionali del 2022”.
By by anche a loro.
Poi c'è l'affermazione più sorprendente, o forse no.
Alla domanda di Pipitone “E gli assessori della Lega cambieranno?”
“Attendo la decisione del Tribunale del Riesame sul ricorso di Luca Sammartino contro l’interdizione dai pubblici uffici. La sua assenza in giunta mi pesa”.
Ah si? Inutile commentare: è tutto lì.
Insomma, mentre la Sicilia continua a bruciare, senz'acqua in mezza regione, con laghi e fiumi desertificati, immondizia nelle strade e strade come la A18 e la A19, tutti settori di cui Schifani è per giunta commissario straordinario, questi sono i pensieri dello statista.
Altro che Biden.