
Nascere, svilupparsi e poi morire: sembreranno riduttive ma, in sostanza, sono queste le costanti che caratterizzano il naturale ciclo di vita sia dell’uomo sia di quello che l’uomo crea.
Ci sono casi, però, in cui il passaggio tra queste tre fasi ben distinte non si svolge in maniera così automatica: delle volte, si sta di fronte alla perdita di qualcosa col solo augurio che tale sacrificio porti ad un qualche tipo di sviluppo.
Rito funebre / L’ultima corsa
Tramite un solenne comunicato rilasciato sui canali ufficiali dell’azienda, nel giugno di questo 2024, la Ferrovia Circumetnea dà al pubblico il triste annuncio della definitiva sospensione della tratta ferroviaria Catania Borgo - Paternò, a partire dal diciassettesimo giorno dello stesso mese.
Per fortuna, non è prevista alcuna dispensa dalle visite: sono diversi i fedelissimi pendolari che, sabato 15 giugno, sono saliti in carrozza ancora per un’ultima corsa, con in tasca un biglietto (per chi davvero lo avesse) e una certa nostalgia; è questo l’omaggio più sincero verso le acciaccate ma pur sempre infaticabili littorine e al lavoro da loro svolto per oltre un secolo: è, infatti, il febbraio 1895 quando il tratto “ferrato” Catania – Adrano entra in piena funzione.
Lo straordinario viaggio del mezzo di trasporto più utilizzato da generazioni di siciliani e da turisti, affascinati tanto dalla necessaria lentezza del treno quanto dalle magnifiche curve dell’Etna, non può che concludersi così: con lo stridio delle ruote sull’acciaio caldo dei binari e l’esalazione di un ultimo, consapevole fischio.

Le avvisaglie sull’inizio della fine si erano fatte più pesanti già nel 2020, con il drastico calo dell’utenza e il conseguente smembramento del numero di corse a disposizione.
Adesso, però, il tempo è ufficialmente scaduto.
Per il servizio della linea Catania Borgo - Paternò arriva il momento di cedere il passo, di sacrificare il suo percorso nel nome di una modernità che, paradossalmente, nascerà proprio pochi metri sottoterra: la tratta Misterbianco – Paternò della Metropolitana. Amen.

Una (ri)nascita da attendere
A fine febbraio 2022, il Direttore generale della Ferrovia Circumetnea, l’ingegnere Salvatore Fiore, si lancia in dichiarazioni precise ai microfoni di Mobilita Catania, durante un sopralluogo nei cantieri delle fermate Fontana e Monte Po della metropolitana della città etnea: “la conclusione dei lavori è prevista entro settembre o, al massimo, ad ottobre di quest’anno”.
Il fantomatico taglio del nastro slitta, poi, all’estate 2023 a causa delle ripetute e profonde crisi a cui va incontro la ditta appaltatrice CMC di Ravenna, azienda di costruzioni protagonista già nel 2018 di una lunga interruzione dei lavori proprio nella fermata Fontana.
Nel febbraio 2024, Fiore dà nuove rassicurazioni ai tanti utenti metro ancora in attesa: “le fermate Fontana e Monte Po apriranno ad aprile e saranno le più belle dell’intera tratta”.
Ma, si sa, più è grande la bellezza, più sono grandi le aspettative: si procrastina nuovamente l’apertura delle due fermate, prima a maggio e successivamente a fine giugno 2024.
La causa, a detta dello stesso Salvatore Fiore, è da ricercare nel mancato invio delle autorizzazioni da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, capitanato da Matteo Salvini.
Ciò va a sommarsi al vastissimo numero di “sfortunati eventi” che colpiscono sistematicamente il cantiere della tratta Nesima – Monte Po, aperto ormai poco meno di 10 anni fa e la cui lunghezza corrisponde ad 1 chilometro e 700 metri, secondo i calcoli proprio della ditta CMC.
Ma se qualcosa si sacrifica, ossia i treni che dal Borgo portano a Paternò, c’è altro che nasce: il 22 marzo scorso, si dà il via ai lavori per la realizzazione delle opere del primo lotto per la tratta metro da Misterbianco a Paternò, la cui infrastruttura si estenderà per più di 11 chilometri.
Il treno ha fischiato… ma chissà quando passerà di nuovo.