Abbiamo già utilizzato questa sorta di metafora: “È accaduto anche questo nella provincia più sudamericana del globo terracqueo”.
Ed ogni volta la superiamo, anzi la superano loro.
Vediamo l'ultima.
Intanto la premessa: in Sicilia praticamente è tutto commissariato e non funziona niente.
Non a caso siamo tra le ultime regioni d'Europa in tutte le classifiche possibili ed il presidente pro tempore attualmente in carica, l'anziano Renato Schifani, è ultimo per gradimento nella classifica tra tutti i presidenti delle regioni d'Italia.
Adesso l'ultima: una determina del commissario straordinario della Camera di Commercio del Sud Est Antonio Belcuore, nominato nel lontano gennaio 2023 con firma sempre del solito Schifani su designazione dell'assessore alle attività produttive Edy Tamajo, oggi tra gli statisti candidati alle elezioni europee.
L'ex presidente del Carnevale di Acireale, Belcuore appunto, ha pensato bene di emanare il seguente atto: “DETERMINAZIONE DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO CON I POTERI DEL PRESIDENTE N. 2 DEL 29 MAGGIO 2024”.
L'oggetto è esplosivo: "Revoca ai sensi dell’art. 21 quinquies della L. 07.08.1990 n. 241 della Determinazione del Commissario Straordinario con i poteri del Presidente n. 1 del 24.04.2024 avente per oggetto: “Avvio delle procedure per il rinnovo del CONSIGLIO della Camera di Commercio del Sud Est Sicilia 2024 – 2029 ai sensi dell'art. 12 della Legge n. 580/1993 e ss.mm.ii. e del D.M. 4 agosto 2011, n. 156”.
In pratica, con motivazioni che probabilmente saranno oggetto di attenzione di ben altre autorità, l'ex presidente del Carnevale di Acireale ora commissario schifanian/tamajano della Camera di Commercio del Sud Est ha annullato, sine die, una procedura elettorale che era stata avviata, per quanto tardivamente, con tanto di avviso pubblico.
Mentre quindi tutti gli enti datoriali, veri ed unici titolari della rappresentanza negli organi di gestione delle camere di commercio, stavano per depositare liste ed apparentamenti, ecco che arriva questo inaudito atto d'imperio, basato su presunti quanto aleatori rischi di contenzioso sol perché alcune delle associazioni avevano chiesto chiarimenti sulla procedura.
Come se il fatto che qualcuno chieda se sulla scheda elettorale “Giorgia” debba scriversi maiuscolo o minuscolo, possa autorizzare il ministro per gli interni a bloccare le elezioni europee. Vabbè, mai dire mai.
In realtà, avviata una procedura elettorale, per di più di un ente pubblico, al pubblico funzionario responsabile non spetta altro che applicare le leggi vigenti, non certo impedirne l'esercizio per l'inopinato timore che possano essere violate: non spetta a lui valutare.
Ma qua siamo davvero al di là del bene e del male, siamo oltre ogni immaginazione, come se non fosse già sudamericano mantenere un commissariamento per oltre quattordici mesi.
Adesso arrivano all'esagerazione di annullare per motivi del tutto risibili la procedura elettorale di un ente pubblico.
Noi continuiamo a raccontare quello che combinano, almeno fino a quando titoleremo, come sempre: “Lo avevamo detto”.
Poi lasceremo il campo agli altri.
Come sempre.
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E noi ridiamo!