In terra di incompetenti ed arrampicatori Franco Luca, direttore dei servizi territoriali dell'ASP 3 Catania, è stato e rimane una rarità e adesso saranno problemi seri per la comunità catanese con una sanità in mano, nella migliore della ipotesi, a ragionieri asserviti alla peggiore politicanza immaginabile.
Il Direttore Luca ha infatti deciso di andare in pensione proprio in occasione della Festa dei Lavoratori, con decorrenza 1 maggio, traguardo di certo meritato ed auspicabile per chi ha dato tanto, forse troppo in terra di invidiosi ed irriconoscenti, dove l'indipendenza diventa colpa, la competenza un oltraggio per gli asini ed il senso delle istituzioni un intralcio per i servi di ogni risma.
Per anni Franco Luca è stato colonna portante dei servizi territoriali dell'ASP 3 di Catania, un professionista di valore inconfutabile ma troppo intelligente e rigoroso per non indurre il “sistema”, soprattutto quello ingordo di questi tempi, a fermarlo ad ogni costo.
E ne ha subite, troppe, tanto ingiuste quanto illogiche. Questione di tempo ed i nodi si chiariranno, anche se sarà comunque troppo ed irrimediabilmente sprecato.
Ma si sa, è tempo strano, di quelli che “quando la canaglia impera, la gente perbene finisce in galera”, come recita un antico adagio.
Verrà il momento, speriamo rapido, in cui tornerà la ragionevolezza ed avventurieri e profittatori pagheranno i danni fatti, ma nel frattempo la comunità medica e quella dei pazienti, soprattutto i migliori tra i primi ed i più fragili tra i secondi, si vedono privati di punti di riferimento che, nel caos creato apposta per favorire affari e padrinati, hanno sempre mantenuto la barra dritta ed impedito derive esagerate. Non è il solo caso.
Franco Luca, tra le tante cose realizzate, ha letteralmente creato il presidio San Luigi di viale Fleming, provando nel tempo a realizzare con le sue visioni una serie di soluzioni finalizzate a mettere al centro della Sanità quel Territorio che ha sempre considerato il centro nevralgico di un sistema sanitario al servizio del malato, del cittadino, ma anche degli stessi sanitari, considerando il ruolo essenziale dei Medici di Famiglia, quelli che una volta erano parte delle famiglie dei loro assistiti ed ora ridotti a prescrittori digitali di ricette, inviate per mail a pazienti che neanche conoscono.
Quando esplose il Covid, fu tra i primi, pochi ed isolati, a sostenere la necessità del potenziamento della rete dei medici di famiglia per fronteggiare l'epidemia, piuttosto che sprecare miliardi nella costruzione e smantellamento di inutili “centri-tampone”, “centri-vaccinazione” e via cantando, con assunzioni spregiudicate di migliaia di persone utili per qualche elezione e poi mandate al macero o a svolgere servizi incongruenti e dispendiosi.
Su molti aspetti della sanità pubblica ha sempre proposto soluzioni che non potevano essere gradite al “sistema”, quei centri di potere che non hanno alcun interesse a risolvere i problemi, quanto piuttosto a creare emergenze per ottenere sempre più risorse da continuare a sprecare, magari persino in deroga ad ogni regola di trasparenza e legalità: dalle liste d'attesa, alle vaccinazioni, all'assistenza domiciliare, alla gestione dei malati cronici e chi più ne ha ne metta.
L'enorme vacca spremuta sino all'inverosimile della sanità pubblica, che stanno smantellando pezzo per pezzo, mentre i soliti continuano a fare affari miliardari, sistemando parenti e clientes per generazioni, assumendo intere segreterie politiche presso ditte private che ottengono affidamenti milionari di servizi Consip: su questo torneremo nei prossimi giorni, come su “invalidi fuori sede figli di…” assunti a tempo indeterminato. Casi clamorosi che solo da queste parti possono accadere e rimanere impuniti.
E allora, in questa crescente vergogna ed inarrestato scandalo, mentre tarda inspiegabilmente la reazione popolare e la presa di coscienza della gente seria che pure c'è anche nella pubblica amministrazione, il nostro modesto tributo, da cittadini, lo dobbiamo convintamente a Franco Luca, per quello che ha fatto nella sua carriera, per quello che ha rappresentato col suo modo di essere manager sanitario, per la sua visione della Sanità Pubblica e, soprattutto, per quello che farà dopo una meritata ma immaginiamo breve vacanza per festeggiare la pensione: non crediamo, e ce lo auguriamo, che personalità come Franco Luca possano stare a lungo in crociera, ammesso che la facciano.
Riceviamo ogni giorno decine di messaggi e segnalazioni, molti provengono proprio da quel mondo della sanità ormai in caduta libera: è ora che tanti medici ed operatori mai piegati all'andazzo generale, per questo spesso isolati ed umiliati, facciano rete, magari cominciando a raccontare cosa accade, provando a far capire dove stiamo andando a finire e cosa è ancora possibile fare prima che sia troppo tardi.
Troveranno spazi per le loro voci.
Intanto noi di Sudpress, che da quasi un quindicennio con attenzione segue e racconta le vicende della sanità regionale e dei più vari aspetti della pubblica amministrazione, pienamente consapevoli del valore inconfutabile di quanto ha fatto per la comunità, auguriamo a Franco Luca un futuro sereno e maggiori soddisfazioni di quelle sinora ottenute, che peraltro non sono poche godendo del rispetto anche di chi lo ha avversato, di quelli che alle spalle tramano ma di fronte tremano.
Soprattutto da cittadini catanesi ci auguriamo che chi gli succederà nel delicatissimo incarico, anche solo per nostra pura fortuna e non certo perché confidiamo nella coscienza della selezione, possa avere almeno un decimo delle sue capacità, del suo rigore, del suo rispetto per l'Interesse Generale.
Se no saranno guai, e non saremo i soli a raccontarli.