Una volta avuto il ponte, svanirà ogni problema della Sicilia.
Il tempo di strada tra Palermo e Catania si dimezzerà; sparirà ogni traccia di spazzatura e la demografia schizzerà alle stelle.
Sicuramente, ma senza acqua, neanche un mattone si posizionerà.
La Sicilia è in emergenza per la siccità da oltre tre settimane, con razionamento dell'acqua per un milione di persone. La giunta regionale ha chiesto lo stato di emergenza nazionale. Il 2023 è stato il quarto anno consecutivo con precipitazioni sotto la media storica, confermato nei primi mesi del 2024. La gestione inefficiente delle risorse idriche e i cambiamenti climatici aggravano la situazione.
Secondo l'Anbi, l'acqua è scarsa, con alcuni invasi per uso potabile al 90% in meno e i bacini irrigui al 30% della capacità. La crisi idrica è così grave che l'Anbi parla di regioni sempre più simili al deserto.
E poi, che credibilità abbiamo di parare di alta ingegneria, di ponti a campate uniche e di paragonarci con spocchia ai giapponesi con le loro opere antisismiche se si parla di siccità in Sicilia da anni?
Direte voi:
“Ma dighe in Sicilia ne abbiamo a bizzeffe”
È vero, abbiamo 30 dighe a disposizione in Sicilia, ma di queste 30 solo 8 sono a norma:
San Giovanni (in provincia di Agrigento), Ponte Barca (Catania), Nicoletti (Enna), Poma (Palermo), Santa Rosalia (Ragusa), Paceco, Rubino e Zaffarana (Trapani).
Per non parlare di quella macchia nera della diga di Pietrarossa (chiamarla diga è davvero un complimento) che è una macedonia di mala amministrazione, ignoranza e mafia:
Lo schema idrico per la diga di Pietrarossa, vicino Agira, è stato approvato nel 1959 e modificato nel 1969. I lavori, finanziati nel 1988 dalla CASMEZ (o cassa del mezzogiorno) che sono stati interrotti più volte a causa di problemi strutturali e legali. Nel 1997, dopo varie vicissitudini, sono ripresi e sono stati completati al 95% prima di essere interrotti definitivamente.
Nel 2017 è stata deliberata la ripresa dei lavori, e nel 2022 è stato approvato un nuovo progetto per completare la diga entro il 2025, utilizzando risorse del PNRR.
Forse costruire una piramide ha avuto meno intoppi.
Ma perché la Sicilia da sempre ha problemi con l’acqua? La mafia nasce proprio così, con l’acqua. Gli agricoltori avevano bisogno di acqua per i terreni e, chi pagava, poteva usufruire del gentile servizio.
Questo a fine ‘800, ma ad oggi continuano ancora casi di pseudo privatizzazione dell’acqua, un caso eclatante quello a Palermo:
Delle indagini rivelarono che i capi di un'organizzazione mafiosa orchestrarono un'attività illecita di distribuzione dell'acqua, offrendo, dietro pagamento, approvvigionamento idrico per uso civile a una vasta parte della comunità locale priva di altre opzioni di approvvigionamento.
Questo, invece, non a fine ‘800, ma solo due anni fa.
Parlare oggi di siccità in Sicilia con 30 dighe a nostra disposizione, dovrebbe aprire gli occhi su quanto siano insulse certe opere pubbliche, esistenti o meno. Non mancano azioni patetiche come quelle dei ragazzi di UltimaGenerazione che non perdono tempo ad andare a Palermo per fare azioni provocatorie come lavare i piatti nella fontana più grande della città, non sapendo che le fontane utilizzano sempre la stessa acqua.
Certo il gesto è simbolico e provocatorio, ma le provocazioni quando sono fine a se stesse, come l’acqua di una fontana, non portano da nessuna parte.
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