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Nuova "PUBBLISERVIZI", altro esposto del Comitato Dipendenti: chiama in causa il sindaco metropolitano ed i su

02-04-2024 07:51

redazione

Cronaca, Focus, Pubbliservizi, Laterale,

Nuova "PUBBLISERVIZI", altro esposto del Comitato Dipendenti: chiama in causa il sindaco metropolitano ed i suoi consulenti

Si alza il livello della denuncia, sempre più dettagliata e sempre meno considerata

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Una Situazione Critica a Catania

SCMC, l'azienda speciale della Città Metropolitana di Catania si avvia a concludere il primo anno di attività.

Si fa per dire “attività”.

 

Il Comitato Spontaneo dei Dipendenti lancia un altro appello alle autorità e all'opinione pubblica, sollevando preoccupazioni gravi sulla gestione della SCMC e le sue ripercussioni sui dipendenti e sul tessuto economico locale.

 

Le Denunce del Comitato

Punto di Partenza: Un Appello alla Verità

  • Il comitato, che segnala anche il timore di ritorsioni a causa del quale mantiene anonimi i componenti, ha deciso di non rimanere in silenzio di fronte a quello che percepisce come un'ingiustizia manifesta, portando alla luce questioni di attiva gestione e possibili illegalità.

 

Nella denuncia di legge: "Premesso che il primo esposto è stato trasmesso a tutti gli indirizzi a mezzo raccomandata.

Che i componenti di questo comitato spontaneo non hanno indicato i propri nomi per timore di ritorsioni.

Che il contenuto del primo esposto rassegna fatti precisi e facilmente verificabili.

Che l'esposto conteneva atti dei revisori sottoscritti.

Che l’assenza in capo all’Amministratore unico dei requisiti previsti e la sua decadenza, dopo la nomina del sindaco metropolitano, sono segnalazioni di interesse pubblico.

Che tale assenza, se accertata, rischia di invalidare l’acquisto di Pubbliservizi S.p.A. da parte dell’Azienda Speciale e l’esito del corretto riparto e soddisfo dei creditori.

Invalida, altresì, il trasferimento dei rami d’azienda, gli accordi individuali siglati e altri atti già eseguiti. Ora produrremo atti e vediamo se questi atti “sottoscritti” non sono sufficienti per avere risposte."

 

Il parere richiesto nel corso dell'amministrazione Muscarà del 2016, che anticipava i temi poi emersi nella fase fallimentare del 2022:

 

Scrive il Comitato: "Pubblichiamo un parere reperito in atti della Pubbliservizi.

"Il parere (che alleghiamo) è di un noto professionista catanese reso all’amministratore unico della Pubbliservizi S.p.A., Avv. Muscarà.

Nell’atto è scritto a chiare lettere che “la società non era ancora in stato di insolvenza”. Era in un “temporaneo stato di crisi”, superabile con alcuni adempimenti e verifiche.

Perché, allora, subito dopo le dimissioni di Muscarà, la temporanea crisi è diventata insolvenza?

Perché si è arrivati al fallimento?"

 

Focus sulla mancanza di controlli 

  • il Comitato lamenta la mancanza di controlli su quanto accade all'interno della società in house: "Nella consulenza tecnica dell’autorità giudiziaria si evidenziano fatture “con maggiorazioni del 740 % dalla

base d’asta”.

Si legge in atti giudiziari: “è rimasta accertata la violazione amministrativa e presumibilmente erariale”.

Cosa ha fatto l’ufficio partecipate dopo questa archiviazione per “le violazioni amministrative” e gli aspetti “presumibilmente erariali”?

Nella motivazione del Tribunale Fallimentare che ha rigettato il concordato preventivo, presentato da Ontario, si evidenzia l’incertezza dei dati contabili, la non veridicità e intellegibilità."

E ancora: L’amministrazione Ontario (Silvio, amministratore della Pubbliservizi nei confronti del quale gli attuali Liquidatori hanno avviato azione di responsabilità, ndr), ha stralciato crediti di Pubbliservizi verso città Metropolitana mai contestati nei bilanci precedenti.

Perché?

Su questo noi dipendenti vogliamo risposte. Vogliamo sapere la vera ragione di questa operazione contabile."

 

Domande Senza Risposta

  • Diverse le domande poste dal comitato, mirate a comprendere le dinamiche interne, le decisioni amministrative e le responsabilità politiche che hanno condotto alla situazione attuale, rimaste fino a ora senza risposta.

 

Inadeguatezze e Irregolarità

  • L'esposto evidenzia una serie di inadeguatezze e irregolarità, da gestioni amministrative dubbie a mancate ispezioni e controlli, che hanno contribuito al deterioramento della situazione finanziaria e operativa della SCMC e di Pubbliservizi S.p.A.

 

Richieste di Trasparenza e Azione

Appello alle Autorità

  • Il comitato chiede con urgenza un intervento delle autorità competenti per fare luce sulla gestione della SCMC e sulle responsabilità individuali e collettive, assicurando che giustizia sia fatta.

 

Rivendicazione di Diritti

  • I dipendenti, tramite il comitato, esigono risposte chiare e concrete, ritenendo fondamentale la trasparenza per il futuro della SCMC e la salvaguardia dei loro diritti e posti di lavoro.

 

Il Comitato Spontaneo Dipendenti SCMC si rivolge non solo alle autorità ma all'intera comunità, chiedendo un risveglio collettivo sull'importanza della trasparenza, dell'etica e della responsabilità nell'amministrazione pubblica e nelle imprese partecipate. 

La loro lotta non è solo per la salvaguardia dei propri diritti ma per l'integrità delle istituzioni che dovrebbero operare per il bene comune.

Crisi SCMC: l'ombra della gestione esterna e le decsioni del Sindaco Metropolitano

La Gestione Contestata della SCMC

La situazione dell'Azienda Speciale  SCMC solleva interrogativi profondi sulla gestione e le decisioni prese a livelli alti, soprattutto in relazione al ruolo del Sindaco Metropolitano e all'uso di consulenti esterni.

Il Ruolo Cruciale del Sindaco Metropolitano

Un Incarico Controverso

  • La figura del Sindaco Metropolitano emerge in modo controverso nella gestione della crisi della SCMC. 
  • Il Comitato dei dipendenti denuncia che è stato affidato l'incarico di gestire la delicata vertenza dell'ente a un consulente esterno, che tra l'altro risulterebbe essere un suo parente, l'avvocato Ivan Albo.

 

Nella denuncia si legge: "Non si conoscono gli esiti degli atti inviati dai revisori, nessuna risposta è stata data dal Sindaco metropolitano.

Appare inspiegabile che il Sindaco metropolitano di un Ente pubblico di area vasta, sprovvisto al momento di Consiglio Metropolitano, demandi il controllo politico amministrativo di governo dell’Ente ad un suo consulente/parente.

Qui il problema non è la gratuità o meno dell’incarico e neppure la parentela. È un atto fiduciario.

Il problema è normativo e politico.

Si demanda ad un consulente una funzione “propria” per legge dell’organo di indirizzo politico?"

 

Domande di Legittimità e Etica

  • Questa decisione ha scatenato una serie di domande non solo sulla legittimità dell'azione ma anche sull'etica di affidare questioni così sensibili a figure esterne legate, peraltro legate da vincoli familiari, specialmente quando si tratta di gestire risorse pubbliche e il destino di numerosi dipendenti.

 

La Questione dei Consulenti

Dipendenza da Figure Esterne

  • L'uso eccessivo di consulenti esterni, peraltro legati alle amministrazioni che hanno condotto Pubbliservizi al fallimento, viene segnalato nei vari documenti e denunce, sollevando preoccupazioni sulla trasparenza e l'efficacia della gestione interna. 
  • Ci si chiede perché non vengano valorizzate le competenze interne o perché non si proceda a regolari concorsi per l'assunzione di figure qualificate.

Si legge: "Sono stati spesi soldi pubblici per consulenti con inesistenti rilanci aziendali, bocciati clamorosamente dal Tribunale Fallimentare, mentre era già esistente un progetto di rilancio che poi è diventata la soluzione per riallocare 350 persone.

Perché?"

 

Il nuovo contratto “a misura” e non a “canone”

Desta preoccupazione anche il cambio operato unilateralmente da Città Metropolitana che ha deciso di mutare la natura economica del rapporta con la sua partecipata, limitando l'importo ai lavori effettivamente svolti, e non più come in passato in base ai servizi di cui la società era titolare. Decisione che potrebbe anche essere ragionevole in condizioni normali, ma in una fase di rilancio potrebbe rappresentare la causa principale di un nuovo fallimento.

 

Ancor di più se, come affermano nel loro esposto i dipendenti, il personale dipendente viene chiaramente definito in una relazione del direttore generale Maria Laura Trezza come privo della necessaria professionalità.

 

Si legge: "È di pochi giorni fa la notizia che l’Amministrazione Balsamo ha firmato un nuovo contratto di servizio, solo a misura, che prevede progettazioni e lavori con adeguate professionalità ed esperienze.

Un contratto con oggetto impossibile che ha come scopo quello di mettere in liquidazione questa azienda speciale o di ridimensionarla il più possibile?

Non è una supposizione, è una previsione fondata su un atto predisposto dal direttore generale dott.ssa Trezza pubblicato sul sito.

Nel piano industriale “sottoscritto” dalla Trezza, il direttore generale scrive che il personale dipendente non ha adeguata professionalità.

Chi farà allora l’attività a misura se il personale non è professionalmente adeguato?

Sulla base di quali professionalità interne ed esperienza tecnica, Balsamo prende l’impegno di adempiere quel contratto con un piano industriale di quel tenore?

Si sfiora il paradosso!

Da una parte il direttore generale, scelto da Balsamo, scrive che il personale non ha adeguata professionalità, dall’altra Balsamo firma un contratto, che per essere rispettato, necessita di professionalità e competenze capaci, addirittura, di progettazioni.

Esiste una area tecnica di progettazione? Esistono le professionalità per onorare quel tipo di contratto?

O si deve fare prima la formazione per avere “l’adeguata professionalità “?

O ci si vuole rivolgere a qualche agenzia interinale amica in vista delle prossime elezioni?

Dobbiamo fare la formazione pure per la pistola Teser che la dott.ssa Trezza ha comunicato quale prossimo strumento di lavoro in dotazione ai colleghi della custodia? Davvero imbarazzante.

Tutto questo succede sotto gli occhi della politica, che legge, ascolta e non si muove."

 

Richieste di Chiarezza e Intervento

Appello alla Responsabilità

  • La comunità e i dipendenti della SCMC chiedono chiarezza, responsabilità e una gestione che anteponga l'interesse pubblico a quello personale o politico. La trasparenza nelle decisioni e nelle nomine è vista come il primo passo verso il recupero della fiducia.

Una Svolta Necessaria

  • Il comitato auspica che si possa arrivare a una svolta che veda una gestione più inclusiva e trasparente, con un impegno rinnovato verso l'efficienza e la valorizzazione delle risorse interne, riducendo la dipendenza da consulenti esterni e pratiche di gestione opache.

 

Alcune delle richieste esplicite contenute nella denuncia:

"Si chiedono poi con urgenza le ulteriori verifiche:

-  Verifica rimborsi spese del Direttore Generale e della sua assistente.

-  Verifica DURC, Uniemens secondo prescrizioni INPS e INAIL.

-  Verifica delle dichiarazioni nelle determine di liquidazione in merito la “regolarità” del DURC.

Per trasparenza amministrativa chiediamo di verificare se il DURC era realmente “regolare” all’atto della liquidazione da parte di Città Metropolitana oppure è stata omessa la comunicazione Uniemens e quindi hanno dichiarato il falso.

-  Verifiche sul contenuto delle note dei revisori.

-  L’assenza dei requisiti di professionalità dell’amministratore unico, l'assenza della pluriennale esperienza

pregressa in materia e la decadenza dell’incarico con la nomina del nuovo sindaco, sono temi che aspettano immediate risposte."

 

L'appello lanciato dal Comitato Spontaneo Dipendenti SCMC va oltre la risoluzione di una crisi aziendale; tocca le fondamenta di come le entità pubbliche dovrebbero operare nel rispetto dei principi di trasparenza, etica e giustizia. La crisi della SCMC diventa così un caso emblematico che richiede non solo risposte immediate ma una riflessione profonda sulle pratiche di gestione nell'ambito pubblico.


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