La notizia, anche stavolta, è semplice semplice. Come spesso accade per ciò che ruota intorno all'aeroporto di Catania.
Sono passati 248 giorni dall'incredibile incendio del 16 luglio scorso che ha bloccato mezza Europa.
Dell'indagine, a quasi un anno, non si sa nulla e sulle responsabilità men che meno.
Per non dire del calcolo dei danni che si guardano bene da rendere noti.
Nel frattempo le condizioni iscritte nell'atto di concessione dell'ENAC sono clamorosamente violate ed il ritardo sugli investimenti prescritti al di fuori di ogni sostenibilità, con gravissimi rischi per un aeroporto che ormai si avvicina agli 11 milioni di passeggeri rimanendo con infrastrutture che i tecnici ritengono sufficienti al massimo per 7 di milioni.
Mentre questo è l'assurdo contesto, l'ultima chicca arriva da un passeggero che si è ritrovato per caso al gate 3 il 20 marzo e sempre per caso si è ritrovato ad osservare il tabellone, ha scattato la foto pubblicandola su Facebook.
Quel groviglio di fili volanti attaccati ad una ciabatta di tipo domestico di dubbia provenienza dice tutto della gestione di un aeroporto che meno di un anno fa è andato a fuoco.
Dice proprio tutto.
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Nella denuncia hanno sostenuto che "gli atti erano stati secretati per tutelare il processo di privatizzazione in virtù del principio di libera concorrenza."
E noi ridiamo!