È difficile descrivere un dolore quando è così pieno di tenerezza, comprendere fino in fondo la potenza dell'innocenza, quella naturale inconsapevolezza di sé che diventa leggerezza nello stare al mondo anche quando il mondo ti diventa pesante.
Giuseppe Caccamese, Peppe, è stato un ragazzo speciale che ha avuto la fortuna di avere una famiglia che lo ha amato e sostenuto in maniera straordinaria, una famiglia che in cambio ha avuto il dono di poterlo amare: uno scambio alla pari che lascia qualcosa, molto, a chiunque ne sia entrato in contatto.
Peppe, come molti ragazzi speciali, non aveva coscienza del mondo in cui si trovava, delle sue bruttezze, dei troppi orrori.
Viveva nel suo di mondo, costruitogli attorno con enorme impegno dalla sua famiglia tra mille stimoli, dallo sport, judo in particolare, alle tante attività che svolgeva, instancabilmente e sino a che è stato possibile.
Libera da qualsiasi condizionamento, la sua anima viaggiava tra la fotografia e la poesia, catturando momenti che resteranno a testimonianza del fatto che si è sempre al di là di quello che le convenzioni vorrebbero farci essere.
Io l'ho conosciuto prima che pubblicasse il suo libro di poesie, prima che vincesse il premio internazionale di fotografia a Londra.
L'ho conosciuto quando era un ragazzo, come me, come mio figlio che ancora non era nato e come i suoi nipoti amatissimi Federico e Riccardo che sarebbero arrivati dopo.
E Peppe c'era sempre, ad ogni festa, ogni Natale, ogni compleanno.
E ci sarà ancora, non c'è dubbio.
Ci sarà perché queste sono presenze che restano, alle quali ci si aggrappa quando si rischia di perdere fiducia nel mondo, ti ricordano che esiste la dolcezza senza motivo, la spontaneità senza condizioni.
Un abbraccio fortissimo ai genitori Salvatore e Maria che non si sono mai arresi, neanche un secondo, che non hanno mai impedito a Peppe di vivere la sua vita come desiderava.
Alla sorella Bianca con Giuliano non ho bisogno di dire nulla se non l'enorme stima che ho per loro.
A Federico e Riccardo di ricordarsi sempre di questo zio che li guarderà dalla sua nuvola.
L'ultimo saluto giovedì 14 marzo alle 11.30 Chiesa San Pietro e Paolo di via Siena.