Carissimi amici, insignificanti nemici,
difficile quest'anno trovare parole e concetti non troppo banali per augurare un anno diverso dalla violenza, dalla miseria, dalla paura, dall'orrore che vorremmo poterci lasciare indietro allo scoccare di una mezzanotte ed invece troveremo intatti ed impassibili all'alba del nuovo anno.
E allora, quasi come per quelli di Natale dove abbiamo giocato con l'Intelligenza Artificiale, proponiamo anche per questo Capodanno un “augurio laterale”, che combina due celebri orazioni, “Odio gli indifferenti” di Antonio Gramsci e “Auguri Scomodi” di don Tonino Bello: c'è molto di quello in cui crediamo, c'è molto di quello che vorremmo riuscire a fare e, per nostra mediocrità, non riusciamo neanche ad immaginare.
Ma ci tenteremo sempre, sino all'ultimo ed a qualunque costo.
In questo augurio per il nuovo anno, fuso dai pensieri profondi di Antonio Gramsci e don Tonino Bello, vorremmo avere il potere di innestare un cammino di consapevolezza e di trasformazione, un invito a riscoprire la partecipazione e il coraggio di cambiare.
Carissimi, mentre l'anno vecchio si chiude e uno nuovo si apre, vogliamo esortarvi da questa piccola testata della periferia di un impero ormai disfatto, a non essere indifferenti, a vivere con la passione di chi sa di poter incidere sul mondo che lo circonda, senza farsene avvolgere ma piuttosto abbracciarlo.
L'indifferenza, come ci ricorda Gramsci, è il peso morto della storia, è abulia, parassitismo e vigliaccheria.
Non è vita.
Perciò, odiamo gli indifferenti e chiediamo ad ognuno di voi, a ciascuno di noi, di considerare il compito che la vita pone ogni giorno: essere cittadini attivi, partigiani del buono, costruttori consapevoli di un domani sostenibile e giusto.
Nel nuovo anno, vi invitiamo a sentire il fastidio di una vita egoista e comoda, come esorta don Tonino Bello nei suoi “auguri scomodi”.
Possano ogni conforto e ogni abitudine essere disturbati dalla consapevolezza acuta della sofferenza altrui, della giustizia da perseguire, della solidarietà da praticare.
Che l'Anno Nuovo, questo speranzoso ma difficilissimo 2024 ormai arrivato, ci dia la nausea di una vita senza spinte verticali e ci spinga a inventarci esistenze cariche di donazione, di riflessione, di coraggio, di azione.
Che il nuovo anno ci tolga il sonno per la coscienza delle ingiustizie, ci spinga a dare ospitalità a chi non ha casa, a lottare contro ogni forma di sfruttamento e discriminazione, violenza e speculazione.
Che ci faccia sentire piccoli ogni volta che la carriera diventa l'idolo della nostra vita, e ci ispiri a guardare e a partire dagli ultimi, riconoscendo nella loro dignità la strada per un futuro più giusto e fraterno.
Che il nuovo anno non sia segnato dalla fatalità o dall'assenteismo, ma sia l'opera intelligente e partecipe di ciascuno di noi.
Che nessuno stia alla finestra a guardare mentre pochi si sacrificano.
Siamo partigiani della città futura, costruttori della catena sociale che non pesa su pochi ma è condivisa da tutti.
Nostri cari, che il nuovo anno sia un risveglio, un rifiuto dell'indifferenza, un impegno coraggioso e quotidiano per un mondo più umano e giusto.
Viviamo, siamo partigiani, odiamo l'indifferenza e costruiamo insieme la certezza di un domani che deve essere migliore.
Dipende da ciascuno di noi.
Buon Anno Nuovo!