È accaduto anche questo nella provincia più sudamericana del globo terracqueo.
Ieri in scena un convegno presso quella che una volta era la sede della Camera di Commercio di Catania ed ora lo è di quella del Sud Est, frutto di uno dei più colossali pasticci ministeriali della storia recente.
Il titolo del convegno: “I fattori di competitività delle medie imprese del Mezzogiorno. Il ruolo dei capitali strategici”.
Un bel tema e con tanta bella gente tra i relatori.
A dare il benvenuto il commissario straordinario della Camera di Commercio Antonio Belcuore, che a breve compirà addirittura un anno nell'incarico.
A seguire l'intervento del presidente nazionale di Unioncamere Andrea Prete, che ha sostenuto l'effetto positivo
dell'accorpamento delle varie camere di commercio, passate con la riforma da 104 a 60, affermando che anche quelle che erano apparse più riottose alla fine se ne sarebbero convonte.
In Sicilia, invece e come sappiamo, questo accorpamento ha creato solo disastri, in particolare proprio con la costituzione di quella del Sud Est che ha provocato scontri durissimi, sino appunto a determinarne il lunghissimo commissariamento.
Proprio su questo punto avrebbero voluto intervenire i rappresentanti delle maggiori associazioni delle categorie di commercianti ed artigiani, “espressione dell'80% delle imprese presenti sul territorio”.
Avrebbero voluto chiarire al presidente nazionale di Unioncamere ed agli altri intervenuti, compreso il rappresentante del governo regionale, che proprio loro avevano fortemente voluto l'accorpamento delle camere di Catania, Siracusa e Ragusa ma che l'esperienza vissuta in ben cinque anni ha convinto la stragrande maggioranza dell'inefficienza di questa soluzione, chiedendo da tempo di ridefinirne l'assetto.
La Sicilia infatti, con quella riforma, è passata da 9 camere di commercio ad appena 4, costringendo ad innaturali accorpamenti e non tenendo conto della presenza di 3 città metropolitane che per logica dovrebbero ciascuna avere una propria camera rappresentativa ed altre due con le province minori, circostanza che richiederebbe per logica di portare a 5 le camere sicilia.
Ma è noto che in Sicilia tutto governa fuorché la logica e quindi il manicomio è totale.
Quindi, dopo l'intervento del presidente di Unioncamere, le associazioni presenti hanno chiesto al commissario Belcuore di poter intervenire, ma inspiegabilmente questa possibilità gli è stata negata ed a quel punto tutti gli esponenti di ben 16 organizzazioni si sono alzati ed andati via svuotando la sala.
A raccontare in viva voce cosa è successo è il Segretario di CNA Catania Andrea Milazzo:
Nella serata di ieri è stato poi emanato un comunicato congiunto delle associazioni che hanno dato vita alla protesta, abbandonando platealmente la sala del convegno, ricordando che le camere di commercio, per legge, devono essere gestite proprio da loro, attraverso un consiglio “i cui componenti sono designati dalle organizzazioni rappresentative delle imprese nonché' dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori, dalle associazioni di tutela degli interessi dei consumatori e degli utenti e dagli ordini professionali e che dura in carica 5 anni”; mentre in questo momento quella del Sud Est risulta da un anno praticamente “occupata” dalla politica, con le gravi ripercussioni cui si assiste, compresa la gestione delle partecipate controllate tra cui, su tutte, l'aeroporto di Catania.
Ed ecco il comunicato stampa:
16 associazioni datoriali abbandonano la sala del Consiglio
Camerale del Sud Est perché non ammesse a parlare
La coalizione delle associazioni datoriali catanesi espressione dell'80 per cento delle imprese presenti sul territorio e formata da Ancotus, Assoesercenti, Cidec, Compagnia delle Opere, Confartigianato, Confcommercio, Confeseecenti, CNA, F.I.Ar.Com, Feditalimprese, Federpesca, Fenailp, Upia Casartigiani, Upla Claai e la scrivente Unimpresa hanno abbandonato la sala del Consiglio Camerale della Camera di Commercio di Catania dopo aver chiesto di intervenire a margine di uno degli interventi tenuto dai relatori dell'evento organizzato dalla stessa Camera Commercio Sud Est Sicilia su “I fattori di competitività delle medie imprese del Mezzogiorno”.
La coalizione aveva chiesto la parola per poter ribadire quanto già espresso, in varie occasioni, al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e quanto si vorrebbe comunicare al più presto al governatore della Sicilia, Renato Schifani, e cioè che le associazioni datoriali di Catania, in qualità di Città Metropolitana, intendono dotarsi della propria Camera di Commercio in applicazione a quanto previsto dalla norma che le regola.
Il diniego, da parte del Commissario Camerale, Antonio Belcuore, alla richiesta di intervento ha provocato l'immediato abbandono degli enti datoriali dall'aula."
Anche questo è accaduto a Catania, la provincia più sudamericana del globo terracqueo.
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Nella denuncia hanno sostenuto che "gli atti erano stati secretati per tutelare il processo di privatizzazione in virtù del principio di libera concorrenza."
E noi ridiamo!