È stata lanciata sulla piattaforma Change.org una petizione che in pochi giorni ha raccolto quasi 34 mila firme.
Un record assoluto a Catania per qualcosa che non riguardi la squadra di calcio.
Del caso che ha provocato l'iniziativa non ci siamo occupati perché come noto ai nostri lettori, difficilmente seguiamo la cronaca, c'è chi lo fa meglio di noi essendo più attenti ai comunicati che arrivano in redazione e poi preferiamo scovarle le notizie piuttosto che riceverle per mail.
Ma questa era davvero enorme nel suo orrore.
Era il 7 di novembre. Intorno alle 21.
Una ragazza, studentessa diciannovenne dell'università di Catania, Chiara, è stata assassinata perché la circonvallazione di Catania è stata trasformata in un circuito da corsa automobilistica.
Stava semplicemtne attraversando sulle strisce pedonali in zona cittadella universitaria e ci ha perso la vita.
A diciannove anni.
Uccisa non tanto o non soltanto da chi guidava scooter ed auto che hanno arrotato lei ed il suo fidanzato, ma anche e soprattutto da chi poteva evitarlo e non l'ha fatto, compresi noi che ne scriviamo soltanto oggi e continuiamo ad accettare di essere governati o amministrati da gente assurda.
Stiamo esagerando, dirà qualcuno più o meno interessato: in fondo è un incidente come tanti, più tragico del solito, ma sempre un'incidente.
E invece no: è un assassinio sociale, di una città intera.
E lo è perché era già accaduto sei anni fa, nel 2017, il 24 luglio, quando venne ammazzato Danilo Di Majo, studente di medicina di 25 anni.
Il pirata della strada non è mai stato individuato, ma subito si stracciarono le vesti tutte le autorità possibili ed immaginabili, tutte e tutti a promettere e garantire che sarebbero intervenuti subito, che avrebbero risolto immediatamente.
Sottopassi, sovrappassi, ascensori, gallerie, funivie, ognuno sparava la sua.
Anche in quel caso venne lanciata una raccolta di firme: ne ottenne 8.731.
A proporla, anche in quel caso, gli studenti dell'università di Catania.
Che scrivevano: “Ricordiamo all’amministrazione della città che il luogo in cui Danilo ha perso la vita è un attraversamento estremamente pericoloso e, allo stesso tempo, molto trafficato da centinaia di studenti e cittadini. Quindi, al fine di evitare che un’altra persona possa perdere la vita così, chiediamo al sindaco della città di Catania di mettere in sicurezza il passaggio pedonale di cui sopra in maniera rapida, che non significa affatto temporanea, attuando un intervento efficace e sicuro per il bene di tutti noi”.
Era il 30 luglio 2018 e non si è fatto niente di niente: che vergogna!
A dire il vero qualcosa di serio fu fatto, alcuni dipartimenti dell'università si misero al lavoro e proposero al comune più di un progetto immediatamente cantierabile: ma niente, al comune non hanno fatto niente.
In sei anni.
Ma non è di una deficienza assurda, inconcepibile?
Anche stavolta cenere sul capo e immediate promesse.
In realtà da quel maledetto 7 novembre hanno già riunito due giunte comunali, il 10 ed il 15 novembre, e neanche un atto d'indirizzo hanno avuto la testa di inserire:
Dieci punti trattati, ma degli studenti e pedoni vari che rischiano la vita più volte al giorno per andare a studiare o lavorare evidentemente non frega a nessuno, al di là delle lacrime cerimoniali.
DOVEVA ESSERE AL PRIMO PUNTO DELL'ORDINE DEL GIORNO DELLA PRIMA SEDUTA UTILE!
E invece siamo qui a firmare, ancora, dopo 6 anni dalla morte di Danilo, dopo 11 giorni da quella di Chiara e non sappiamo quanto tempo prima della prossima tragedia, della prossima famiglia distrutta, della prossima cerimonia ad uso telegiornali.
Firmiamo e ci laviamo la coscienza.
A lanciare la petizione su Change.org è uno studente, Matteo Meli, che scrive:
"Giorno 7 Novembre 2023, Chiara Adorno, una studentessa della facoltà di Scienze Biologiche, è stata travolta e uccisa mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali in Viale Andrea Doria, quelle stesse strisce che noi, studenti della Cittadella Universitaria, attraversiamo ogni giorno per arrivare a lezione e tornare a casa.
A Catania, e in generale in Italia, è tradizione agire dopo i disastri, e non prima, per prevenire.
Qualche anno fa sono state realizzate delle strisce pedonali in quel punto, precisamente di fronte all'entrata della Cittadella Universitaria, per attraversare una strada a scorrimento che era già stata luogo di numerosi incidenti, ma qual è l'utilità se non c'è un semaforo pedonale?
Chiunque abbia attraversato su quelle stesse strisce come faccio io ogni giorno sa bene che è un continuo slalom tra auto in corsa che non accennano a fermarsi e motorini che sorpassano quelle poche auto che si fermano, e questo pericolo si amplifica la sera, quando tutti gli studenti finiscono le lezioni.
Mi appello a tutti gli studenti e agli ex-studenti dell'Università di Catania, anche se hanno sede altrove, di firmare questa petizione per richiedere, anzi esigere, la realizzazione di un sovrapassaggio, o perlomeno di un semaforo pedonale, per tutelare tutti i ragazzi che rischiano la vita ogni giorno attraversando delle strisce pedonali mortali, gli stessi ragazzi che vengono elogiati dal comune di Catania che li definisce "il futuro" ma che poi non li tutela in alcun modo e realizza opere scadenti e sbrigative.
Pretendiamo un intervento immediato, e facciamo sì che questo disastro abbia almeno uno scopo."
Mi vergogno, ma firmo, anche se non serve a farmi sentire meno inutile o meno colpevole del disastro che in tutti i settori ha devastato questa città.
Firmo perché me lo chiede uno studente dell'università di Catania che deve temere di non tornare a casa perché non c'è un imbecille capace di piazzare un semaforo pedonale, un sottopasso, un cavalcavia per impedire altri Danilo, altre Chiara.
Che razza di città, dove l'inadeguatezza di chi la amministra diventa assassina.
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