Inaudito quello che da troppo tempo sta accadendo intorno alla gestione dell'aeroporto di Catania.
E semplicemente inconcepibile quanto accaduto in occasione dell'ultima assemblea dei soci che, dopo l'iniziativa del sindaco della Città Metropolitana e socio SAC Enrico Trantino, avrebbe dovuto fare chiarezza sulla incredibile vicenda dell'incendio del 16 luglio e su tutto il resto.
A raccontare quanto accaduto il 28 ottobre nel corso dell'assemblea dei soci è lo stesso sindaco della città di Catania durante l'ultima seduta del consiglio comunale che aveva all'ordine del giorno la risposta ad una interrogazione sul tema gestione SAC presentata come primi firmatari dai consiglieri dell'MPA e sostenuta da tutti i gruppi della maggioranza di centro destra ad eccezione della DC di Cuffaro.
Non vogliamo rischiare di travisare e quindi riportiamo testualmente le affermazioni del sindaco Trantino, dopo aver messo a disposizione dei lettori il video della seduta, proprio perché sono talmente gravi e sconcertanti da non poter consentire fraintendimenti:
Le affermazioni del sindaco di Catania sono davvero inaudite, senza precedenti, opportuno sbobinare e fornire il testo integrale:
“Nell’ultima assemblea dei soci della Sac, la settimana scorsa, il collegio sindacale, rispetto ai fatti che abbiamo esposto nella nostra denuncia ai sensi dell'art. 2408 del codice civile , di fatto ha sorvolato.Ha voluto depositare una relazione assolutamente superficiale, che non ha dato contezza di tutti gli inadempimenti che noi abbiamo rilevato, si è limitata a rispondere su temi che non avevamo mai rilevato quindi rimane la grossa incognita delle varie manchevolezze e dei vari inadempimenti, che vorremmo fossero verificati da altri e che invece speravamo fossero verificati dal collegio sindacale, ma ciò non è accaduto”
“A questo punto – ha aggiunto Trantino – sorge la domanda spontanea di come dobbiamo agire in quanto socio, sia come Città di Catania sia come Città metropolitana. Chiaramente in questa vicenda mi sto facendo supportare da professionisti che hanno un loro peso specifico in materia societaria. Mi trovo, però – ha sottolineato il sindaco – da un lato nella condizione di chi teme che un’eventuale denuncia al tribunale civile col 2409 possa esporre il Comune e la Città metropolitana al rischio di soccombenze che, a quel punto, si trasformerebbero in un aggravio. Per converso, se anche dovessimo vincere paradossalmente io non so quanto potremmo essere soddisfatti: vi sarebbe un consequenziale deprezzamento della società che gestisce l’aeroporto con ciò che esso comporta nei termini di una eventuale privatizzazione. Non è che voglio prendere tempo, ma sono questioni ancora aperte in cui non abbiamo definito una linea di condotta, e sulle quali ci sarà di sicuro, al momento di dover prendere delle decisioni, un confronto con il Consiglio comunale”.
"È anche giusto che si dica che nell'ambito dei rapporti che ci sono con la società che gestisce la più importante infrastruttura della Sicilia orientale, il fatto che io, rispetto ad un ordine del giorno che vedeva la relazione del collegio sindacale e al secondo punto una discussione sull'abbattimento del Terminal Morandi, il fatto che io come sindaco della città chieda gli atti e mi venga negato l'accesso agli atti dicendo che io non avevo diritto dimenticando, non tanto sul primo punto, perché potrebbe anche starci che il collegio sindacale desse una risposta estemporaneamente, ma sul secondo punto che io lo chiedevo non solo come socio ma lo chiedevo a nome della città di Catania per capire quali possono essere gli sviluppi, gli scenari anche da un punto di vista urbanistico che impattano sul territorio, peraltro particolarmente antropizzato, e mi si dice che io non ho diritto? Ovviamente ho fatto mettere a verbale la mia accorata rimostranza, ma io credo che poi tutti quanti una riflessione su un certo modo di intrattenere i rapporti all'insegna dell'”io sono io e voi non siete nessuno” deve essere in qualche modo rivisto. Non è per adesso questo un tema che affido al consiglio comunale, nel momento in cui ci sarà da decidere mi confronterò con voi.”
Proviamo a “smorfiarne” il contenuto.
I temi sono tre e tutti da rimanere basiti.
Il primo: il sindaco Trantino informa il consiglio comunale che lo interroga formalmente, e quindi la città intera, che la sua richiesta di chiarimenti formulata ai sensi di legge al collegio dei revisori della SAC, di cui è socio al 14%, non ha sortito alcun effetto e che tale collegio si è permesso, su una vicenda così grave, di presentarsi con una relazione “superficiale”.
Basiti 1!
Il secondo: il sindaco Trantino avanza dubbi circa la condotta da far seguire a questo atteggiamento, avanzando il dubbio che un eventuale azione giudiziarie ai sensi dell'art,2409 del codice civile possa esporre il comune in caso di soccombenza.
Ma cosa teme, le spese legali? Per non dire sulle arzigogolate valutazioni circa l'eventuale deprezzamento del valore in caso di privatizzazione.
Bah, basiti 2!
E già i primi due punti basterebbero a qualsiasi sindaco del mondo, e per di più socio della partecipata pubblica, per pretendere la revoca di una governance evidentemente irrispettosa del ruolo: in caso contrario dovrebbe dimettersi lui, tanto per essere chiari.
Ma è il terzo punto a risultare insuperabile tanto è oltraggioso: il sindaco Trantino afferma che su un punto cruciale come la demolizione della Stazione Morandi, gli hanno addirittura negato gli atti, sostenendo che non avrebbe, un sindaco e socio, il diritto a visionarli.
Ora, vero è che siamo a Catania, la città più sudamericana del mondo, ma a tutto c'è un limite e di certo non può sopportare un sindaco che subisce passivamente simili oltraggi, con una partecipata pubblica la cui governance, oltre a tutto quanto da anni segnalato, arriva all'arroganza di negargli gli atti!
Per molto meno un socio, e per di più sindaco metropolitano, dovrebbe pretendere e ottenere la revoca immediata per giusta causa di una governance di questo tipo: in caso contrario se ne va a casa, da socio e da sindaco!
E se la il suo partito di riferimento non fosse imbelle, non avrebbe timore di provocare una crisi del governo regionale nel caso di persistenza di tutele politiche che adesso devono essere chiarite, soprattutto sui motivi di questa difesa dell'indifendibile.
Al di là di ogni codice civile, la questione è infatti politica e sta dando il peggio di sé.
Adesso bisogna chiarire chi rappresenta chi e per fare cosa!
Siamo spiacenti, ma il sindaco Trantino e la sua maggioranza devono infatti trarre le conseguenze di questa vicenda: o recupera immediatamente l'autorevolezza che deve essere pretesa da chi rappresenta un'intera cittadinanza, o è molto meglio per tutti che rinunci al mandato senza perderci altro tempo. Questi sono passaggi insuperabili.
È evidente a tutti che l'attuale governance della SAC, anche solo per il fatto che deve costantemente difendere se stessa, è assolutamente incompatibile con gli interessi dello stesso aeroporto di Catania, e adesso lo è anche con quella città che il sindaco Trantino rappresenta e che con lui è stata così volgarmente umiliata: NON È POSSIBILE.
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Nella denuncia hanno sostenuto che "gli atti erano stati secretati per tutelare il processo di privatizzazione in virtù del principio di libera concorrenza."
E noi ridiamo!