La notizia la diamo dopo, prima una riflessione.
Da qualche tempo, in tutto il mondo, giovani di tutte le provenienze e classi sociali si riuniscono per manifestare in maniera diversa, con manifestazioni non violente, nel tentativo disperato di porre all'Opinione Pubblica ed ai governanti, chiamiamoli così, alcuni temi che dovrebbero essere di interesse generale, di ciascuna persona sana di mente, ed invece vengono regolarmente ignorati, aggravando una situazione che sta mettendo a serio rischio la sopravvivenza dell'uomo su questo pianeta.
Certo, danno fastidio quando in una decina con i loro striscioni si seggono sulla strada bloccando la circolazione, impedendoci di andare a lavorare o comunque limitando il nostro diritto di andare chissà dove.
Suoniamo il clacson nervosamente, c'è chi li insulta, chi tenta persino di investirli.
Poi alla fine arrivano le Forze dell'Ordine e li trascinano via, denunciandoli per blocco stradale o qualche altro reato. Loro si lasciano trascinare passivamente e non oppongono resistenza.
Altre organizzazioni di protesta di stampo ambientalista hanno preso ad imbrattare, senza tuttavia rovinarli, monumenti storici ed opere d'arte, con lo stesso obiettivo di sollecitare attenzione sui temi di interesse generale che vengono ignorati.
In questo caso la reazione dell'informazione main stream è di indignazione, sconcerto per i gravi atti di offesa al patrimonio culturale del paese: ci si indigna molto meno quando bruciano migliaia di ettari o crollano intere montagne!
Ora, nel video che pubblichiamo in merito alla protesta di Enna, agli agenti che li invitavano a “parlare” piuttosto che ricorrere a queste manifestazioni illegali come i blocchi stradali, una ragazza spiega: “Ma quando mai si è cambiato qualcosa parlando?”
Loro hanno scelto la strada della disobbedienza civile: e noi, più vecchi e “saggi”?
Ancora e sempre a far finta di niente in attesa del prossimo disastro fino a quello definitivo?
Adesso la notizia:
Un gruppo di otto cittadine e cittadini, sostenitori della campagna "FONDO RIPARAZIONE" promossa da Ultima Generazione, ha lanciato un'azione di disobbedienza civile a Enna per attirare l'attenzione sulle crescenti minacce di desertificazione che affliggono la Sicilia.
La protesta è iniziata alle 10.57 del mattino in Via Pergusina, quando i partecipanti si sono seduti sulla carreggiata, bloccando il flusso di veicoli e srotolando due striscioni arancioni con la scritta "FONDO RIPARAZIONE."
La dimostrazione è stata momentaneamente interrotta per consentire il passaggio di un'ambulanza, ma ha suscitato reazioni violente da parte di alcuni automobilisti. Le forze dell'ordine sono intervenute alle 11.14 per ripristinare la circolazione, sgomberando la carreggiata alle 11.27.
Le persone coinvolte nella protesta, che opponevano resistenza passiva, sono state caricate su veicoli delle forze dell'ordine e portate in Questura per gli accertamenti necessari.
Gesualdo, uno dei partecipanti alla protesta, ha dichiarato: "Oggi sono qui in strada nel cuore della mia terra perché tre quarti della Sicilia sono a rischio desertificazione, quest'estate sono bruciati 600,000 ettari e questo ottobre è stato il più caldo e secco di sempre. Ho amici agricoltori che con questa siccità non possono seminare il grano, che rischiano di chiudere perché le arance non maturano e i raccolti di olio diventano ogni anno più scarsi. Quest'anno ci sono stati 6 miliardi di danni all'agricoltura in Sicilia, e chi li paga questi danni? Lo stato italiano deve agire adesso, prima che sia troppo tardi, cominciando con un fondo di riparazione preventivo e permanente di 20 miliardi."
La situazione climatica in Sicilia è sempre più preoccupante. Ottobre è stato il mese più caldo degli ultimi tempi, con temperature medie di 30 gradi, e il mese meno piovoso del secolo. Questi eventi climatici estremi hanno inflitto danni significativi all'agricoltura, stimati in oltre 6 miliardi di euro, secondo Coldiretti. Il 70% della Sicilia è a rischio desertificazione, come confermato da dati del CNR e dell'Osservatorio ANBI sulle risorse idriche.
Tuttavia, nonostante questa crisi, la Sicilia è stata ignorata dalle politiche nazionali, come evidenziato da una revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che ha comportato un cospicuo definanziamento per la regione. La campagna "FONDO RIPARAZIONE" di Ultima Generazione chiede l'istituzione di un fondo preventivo, permanente e partecipato di 20 miliardi di euro per affrontare i danni causati da eventi meteorologici estremi. I finanziamenti per questo fondo dovrebbero provenire dai SAD (sussidi ambientalmente dannosi), dagli stipendi dei politici e dei manager delle industrie energetiche statali, dalle spese militari e dagli extra-profitti delle compagnie petrolifere.
Questa protesta mira a sensibilizzare l'opinione pubblica e a sollecitare azioni immediate per salvare la Sicilia dalla desertificazione e dal cambiamento climatico.
La voce dei cittadini si fa sempre più forte, chiedendo un futuro sostenibile per l'isola e per l'intero paese.
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Ultima Generazione è una coalizione di cittadini ed è membro del network A22. Climate Emergency Found è il finanziatore principale di Ultima Generazione per il reclutamento, la formazione e la crescita.