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Regione e Sanità: l'incredibile governo Schifani proroga i commissari già prorogati delle aziende sanitarie

31-10-2023 05:35

Pierluigi Di Rosa

Cronaca, Focus, Sanità, Regione, covid spese & C.,

Regione e Sanità: l'incredibile governo Schifani proroga i commissari già prorogati delle aziende sanitarie

Occorre una seria riflessione: da queste parti la democrazia non può più funzionare!

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Siamo ancora una volta al di là del bene e del male.

Ne abbiamo viste e scritte di tutti i colori, ma trovarsi di fronte ad un governo regionale che non riesce a compiere gli atti più elementari per cui è stato eletto, è davvero imbarazzante.

 

L'unico dato certo è che siamo in presenza di un sistema istituzionale che mette i peggiori e più inadeguati al governo della Cosa Pubblica e questo sta mettendo a serio rischio la tenuta economica e sociale di una comunità di oltre 5 milioni di persone.

 

Ad ogni elezione supplichiamo che gli eletti siano meno peggio dei precedenti, ed ogni volta si viene smentiti.

 

Ora siamo all'apoteosi dell'inconcludenza, con un governo che dopo oltre un anno è riuscito a concludere niente ed anzi ad aggravare tutti i problemi sul tappeto: insostenibile.

 

L'ultimo caso riguarda la gestione della Sanità pubblica regionale con la nomina dei nuovi vertici della varie aziende sanitarie.

 

Qua andrebbe aperta un'altra riflessione per capire i motivi per cui la salute della nostra gente debba ancora essere sottoposta a meccanismi clientelari che mettono gli interessi di vere e proprie bande al di sopra di ogni logica di gestione.

 

La verità, l'unica verità che ad essere commissariata dovrebbe essere l'intera regione siciliana, cacciato un governo assurdo e per almeno dieci anni affidarla a manager, veri, di qualche multinazionale, gente abituata a lavorare e risolvere problemi piuttosto che crearli ad ogni atto compiuto.

Pazienza per la “democrazia”: da queste parti non funziona!

 

L'ultimo atto assurdo è una delibera della giunta regionale presieduta da Renato Schifani, la 403 del 26 ottobre.

 

Titolo: “Commissari straordinari presso le Aziende e gli Enti del Servizio sanitario della Regione Siciliana – Conferma e proroga - Apprezzamento”.

 

Sei pagine di puro delirio politico-amministrativo cui si aggiunge l'allegata nota dell'assessora Volo di altre tre pagine: da manuale di quello che non dovrebbe fare un governo degno di questo nome..

 

Dopo 23 “visto”, un considerato ed un ritenuto, gli scienziati al governa della regione siciliana arrivano alla brillante soluzione di prorogare ancora una volta e sino al prossimo 31 gennaio 2024 gli stessi commissari che stanno gestendo la sanità pubblica, che sono in carica ormai da tempo immemorabile quali direttori generali e da oltre un anno, dal 22 dicembre 2022, mantenuti nell'incarico quali, appunto, commissari straordinari.

 

Tra le chicche della delibera la chiosa dedicata al dott. Gaetano Sirna, di cui ci siamo più volte occupati e su cui, senza neanche avere il pudore di nominarlo per nome e cognome, nella parte conclusiva si legge che “l’attuale Direttore generale dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico “G. Rodolico – San Marco” di Catania, il cui incarico scadrà il 29 ottobre 2023, opererà in regime di prorogatio, a far data dal 30 ottobre 2023”. 

Quindi dopo la nomina a commissario, ora il regime di “prorogatio”: una soluzione da azzeccagarbugli per mantenere una posizione che doveva essere risolta da mesi e resta ancora sul tappeto.

 

Insomma, la verità è che i vari boss della politicanza regionale non si sono ancora messi d'accordo sulla spartizione delle varie poltrone, rese appetibili dall'enorme potere che controllano: migliaia di dipendenti, fornitori e utenti con una spesa pari ad oltre un terzo dell'intero bilancio regionale. 

 

Ed è anche una conclusione inconfutabile che questa vicenda è l'ennesima prova che questo sistema istituzionale non funziona, non può funzionare un meccanismo che consente a gruppi di potere votati da meno del 20% degli aventi diritto di occupare in maniera cosi piratesca ogni spazio di gestione della cosa pubblica per continuare a distruggere tutto quello che toccano.

 

Lo ripetiamo ad ogni occasione: un sistema in cui il 50% degli elettori non vota più ed il 30% ogni volta sceglie la protesta, non può funzionare.

 

Occorre davvero una profonda riflessione e che chi abbia qualche idea si faccia avanti, senza polemiche, senza pagliacciate, ma prima che sia troppo tardi.


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