Francesco Semprini, giornalista di spicco per La Stampa ed esperto cronista di guerra con notevole esperienza in diversi teatri operativi, tra cui Siria, Somalia, Venezuela e Ucraina, chiude la sua ultima avventura con una dichiarazione romana non troppo velata: "Me so fatto tutte e trincee".
Lo ha fatto nel corso della presentazione del suo ultimo libro, “Trincee e Segreti”, cornaca di una guerra dimenticata e presentato a Catania dal Circolo dell'Unione al Palazzo Biscari.
Il profilo di Semprini è elevato, la sua conoscenza in termini di strategia, tattica e geopolitica è impressionante e le sue analisi non sono mai superficiali.
Semprini afferma che la guerra russo-ucraina è un caso speciale, un conflitto che oscilla tra il passato e il futuro.
Da un lato, c'è la battaglia tradizionale per il terreno, con avanzamenti di soli 50 metri al giorno, fucili d'assalto e sacchi di sabbia.
Dall'altro lato, c'è la guerra dell'informazione, che non si limita all'hacking dei sistemi nemici o all'uso di droni, ma si concentra sulla creazione di disinformazione, notizie false e contropropaganda.
Questa dicotomia tra guerra con le pietre e guerra informatica la rende difficile da comprendere appieno.
Inoltre, Semprini analizza gli aspetti politici del conflitto, sostenendo che questa guerra ha risvegliato il patriottismo ucraino, rafforzato la NATO e consolidato i legami tra gli stati europei e persino l'atlantismo. Tuttavia, ci sono delle sfide da affrontare.
"Gli ucraini sono pronti per l'ingresso in Europa?"
Gli ucraini lo sono, ma la classe dirigente ucraina deve ancora fare passi significativi in questa direzione. Nonostante l'appoggio dei vari paesi europei e degli Stati Uniti, c'è una certa preoccupazione riguardo alla fornitura di armi agli ucraini, non a causa del conflitto in corso, ma perché gli Stati Uniti temono dove queste armi possano finire.
"Gli ucraini sono determinati a resistere?"
Parlando con Semprini, gli ucraini sostengono che questa guerra rappresenta per loro ciò che il Risorgimento Italiano è stato per l'Italia. Il presidente ucraino Zelens'kyj incarna perfettamente lo spirito di resistenza del popolo ucraino. Inoltre, l'antipatia storica tra Ucraina e Russia gioca un ruolo significativo.
Semprini racconta anche un episodio che dimostra la preparazione e la determinazione dei civili. Le forze speciali russe, note come Specnaz, hanno cercato di infiltrarsi a Kiev travestendosi da militari ucraini, ma i civili li hanno scoperti e hanno combattuto strenuamente. Da una parte, gli Specnaz erano ben armati con tre autocarri blindati, dall'altra i civili avevano kalashnikov e sacchi di sabbia. L'esito? La vittoria è andata ai civili.
Tutto ciò può sembrare romantico, ma va notato che l'esercito russo è quattro volte più grande di quello ucraino, e negli ultimi mesi ha incrementato la produzione di missili, grazie anche alla multinazionale americana IBM che ne fornisce i componenti. Questo solleva questioni importanti sull'ipocrisia di questa guerra.
Semprini conclude affermando che, prima di recarsi sul prossimo teatro di guerra, che potrebbe essere quello tra Israele e Palestina, intende dedicare del tempo a uno studio approfondito della situazione. Come afferma, il compito di un giornalista è essere obiettivo e raccontare la guerra per ciò che è.