Ora, non per fare i bastian contrario per forza, anzi ringraziamo sinceramente per l'impegno, ma non possiamo sorvolare sul fatto che simili interventi spettacolari sono stati già svolti negli anni scorsi, basta scorrere gli articoli in calce 'per ricordarne alcuni, ma dopo qualche giorno la situazione è sempre tornata peggio di prima: quindi grazie davvero, ma dobbiamo continuare a sollecitare attenzione.
Si è svolta ieri infatti una importante operazione interforze, definita ad “alto impatto”, che ha interessato il quartiere di San Berillo Vecchio, nel pieno centro di Catania e su cui abbiamo scritto fiumi di inchiostro digitale.
Diamo prima la notizia, com'è giusto che sia, e poi soltanto qualche considerazione per dare atto dell'atteso e richiesto intervento ed annunciare che ci si attende il mantenimento dell'attenzione affinché quella bella e antica zona della città possa finalmente essere restituita alla legalità e ad un possibile sviluppo.
Nell'operazione “Alto Impatto” di ieri mattina, frutto dell'impulso ricevuto dal Comitato per l'Ordine e la Sicurezza coordinato dalla Prefettura, sono stati impiegati equipaggi della Polizia di Stato appartenenti alle articolazioni territoriali (comprese le Squadre di Polizia Amministrativa, Cinofili, Antidroga e Antisabotaggio e l’Ufficio immigrazione), al Reparto Prevenzione Crimine “Sicilia Orientale” e alle specialità del X Reparto Mobile e del IV Reparto Volo; presenti anche equipaggi dei reparti territoriali dell’Arma dei Carabinieri, ivi compresi i militari della Compagnia di intervento operativo, della Guardia di Finanza, della Polizia Stradale e della Polizia Locale. A supporto del dispositivo hanno agito anche unità specializzate della Polizia Scientifica, uomini e mezzi dei Vigili del Fuoco nonché e dell’Azienda Sanitaria Provinciale.
Sono stati impiegati 123 operatori che hanno operato, in sincronia, nella porzione del quartiere San Berillo ricompreso nel perimetro segnato dalle vie Antonino di Sangiuliano, Coppola, Biondi, Giovanni di Prima, Luigi Sturzo e Mons. Ventimiglia.
Nel corso degli interventi – condotti anche con la partecipazione della Polizia Locale di Catania e di ditta appositamente incaricata dal Comune – sono stati abbattuti manufatti realizzati abusivamente sul suolo pubblico, demolite strutture fatiscenti, sgomberati bancali e assi di legno e rilevati allacci abusivi all’energia elettrica. I Vigili del fuoco sono entrati in cinque strutture abbandonate e aperte.
Sono state, tra l’altro, liberate due strade pubbliche in cui insistevano sette baracche che ne impedivano l’accesso e dove sono state rinvenute bottiglie di superalcolici oltre ad alcune bombole di gas.
Controllate complessivamente 247 persone, di cui 59 risultate avere pregiudizi di polizia, 104 autovetture e 10 esercizi pubblici, per tre dei quali sono state accertate violazioni fiscali, mentre ulteriori due sono risultati abusivi perché senza licenza commerciale. Elevate sanzioni per circa 6mila euro. La Polizia Locale ha sequestrato sei ciclomotori, di cui uno oggetto di furto e riconsegnato al proprietario.
Sono state effettuate diverse perquisizioni domiciliari, rinvenute apparecchiature per la coltivazione di marijuana e sequestrati circa 500 grammi della medesima sostanza stupefacente.
Sono state effettuate diverse perquisizioni domiciliari, rinvenute apparecchiature per la coltivazione di marijuana e sequestrati circa 500 grammi della medesima sostanza stupefacente.
Gli esiti di questa operazione, con sequestri e demolizioni, dimostrano quanto fosse necessario l'intervento, ma allo stesso tempo come sia indispensabile un presidio quotidiano per impedire che nel giro di qualche giorno si ritorni allo stato precedente.
Le Forze di Polizia hanno fatto in maniera efficace il loro mestiere, adesso tocca alle altre istituzioni fare il proprio dovere, in primis l'amministrazione comunale che da anni è latitante sul tema ed ha tollerato colpevolmente l'atteggiamento inerte o complice dei proprietari degli immobili in cui tutte le illegalità sopra descritte venivano compiute e, molto probabilmente, tra qualche giorno torneranno ad esserne oggetto se non si attua un progetto di recupero serio e rapido.
Un riconoscimento bisogna darlo al neo Questore Giuseppe Bellassai, insediato all'inizio di questo mese ed al quale avevamo dato un benvenuto un pò scettico: in realtà era un augurio e se questo è l'inizio fa ben sperare che la tendenza dei grigi funzionari mandati a far niente si possa invertire.
Poi c'è un altro fatto da sottolineare: la presenza sul posto durante l'operazione ad alto impatto del sindaco della città di Catania Enrico Trantino è stato un bel segnale e da intendersi anche come promessa d'impegno che va raccolta e sostenuta.
Al momento della sua elezione, lo scorso maggio, lo avevamo salutato proprio con la richiesta di occuparsi tra i primi punti proprio di quel quartiere, simbolo di un degrado inaccettabile al centro della città, ed al contempo occasione, se risolto, della dimostrazione di come la decadenza non sia ineluttabile.
A dire il vero, proprio all'inizio del suo mandato, il sindaco Trantino aveva posto la questione di San Berillo Vecchio, facendone anche oggetto dell'incontro con il ministro dell'Interno Piantedosi venuto a Catania agli inizi di giugno e anche in quell'occasione avevamo invitato le autorità locali a portare il ministro in visita proprio a San Berillo.
Questo non perché siamo fissati irragionevolmente con San Berillo Vecchio, ma perché crediamo fortemente che il recupero di quella zona possa costituire l'inizio visibile, tangibile, della ripartenza verso il progresso ed il benessere condiviso dell'intera città. Il recupero di San Berillo è una delle battaglie su cui questo giornale ha fissato la propria identità.
Ed è tra l'altro, paradossalmente, il risultato più semplice da ottenere e dimostrare.
Adesso il sindaco ha infatti i poteri per attivare quei controlli che erano stati già disposti negli anni scorsi, senza mai trarne le dovute conseguenze.
Un'ordinanza addirittura del 2015 dava precise disposizioni agli uffici comunali per individuare i proprietari inadempienti, ma evidentemente non è stato fatto nulla.
E sono passati otto anni!
La scommessa adesso è proprio questa, individuare i proprietari inerti o complici delle illegalità, metterli in mora e nel caso intervenire in loro danno per mettere in sicurezza gli immobili.
Nel frattempo occorre insediare un presidio quotidiano di sicurezza che impedisca il solito reinsediarsi delle gang, com'è accaduto ogni volta dopo ogni operazione di questo tipo.
Al contempo accelerare al massimo l'iter di realizzazione dei progetti con fondi pubblici che sono già in corso su quel quartiere per almeno 25 milioni di euro, ma anche trovare forme di incentivazione e sostegno di quei proprietari che potrebbero investire ma sono stati frenati proprio dallo stato di degrado che ha sinora circondato le varie iniziative tentate.
Insomma, grazie ancora per il segnale di esistenza in vita delle istituzioni dato ieri, ma l'appuntamento lo fissiamo tra quindici giorni e poi nei successivi trenta: se tornerà il crack si saranno sprecati solo altri soldi, come tutte le altre volte.
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