
Ci risiamo, non è la prima volta che l'Università di Catania si ritrova incastrata in storie di appalti non proprio perfetti.
E sulla vigilanza hanno proprio una passione, in senso evangelico: fanno proprio una fatica ad ottemperare alle sentenze che neanche una Via Crucis…
Un affaire non da poco, l'ultimo appalto bandito (voce del verbo bandire, non equivochiamo…) è del 2021 ed ha un valore di 3 milioni 120 mila euro. Mica robetta.
Fatto sta che dall'apertura delle buste succede di tutto: la prima offerta in graduatoria viene valutata anomala e, dopo una serie di vicissitudini, viene esclusa dalla gara con nota del 15 novembre 2022 del direttore generale Giovanni La Via.
A proposito di La Via, come abbiamo anticipato qualche settimana fa si è appena dimesso dall'incarico con una serie di mormorii che ne accompagnano come al solito le reali cause.
La versione ufficiale sarebbe che desidera tanto tornare alla sua cattedra di ordinario di estimo rurale, dalla quale manca da tempo immemorabile avendo ricoperto incarichi elettivi di diverso tipo, sino al discusso triplo salto mortale direttamente dall'europarlamento alla direzione generale dell'Ateneo.
Ma i mormorii, che in ambientini universitari non mancano mai come documentato per altri casi dalle intercettazioni di “Università Bandita”, dicono altro: secondo alcune voci il passo indietro sarebbe necessario per consentire l'immancabile entrée di uno dei suoi pargoli nei ranghi accademici, perché in effetti di cognomi omonimi ne mancano nell'ateneo catanese.
Altra voce, che non esclude la prima ed anzi la intriga, vorrebbe La Via in cerca di candidatura per tornare proprio in quell'Europarlamento dove evidentemente ha lasciato il cuore, avendo anche avuto il bel ruolo di presidente di commissione con buona reputazione.
Voce nella voce, sembrerebbe che il posto potrebbe trovarlo in Forza Italia, sotto lo scudo del gruppo dell'acese D'Agostino.
Qua si innesta altra voce, ma magari ne scriviamo un'altra volta, che vedrebbe in pole per la successione a La Via quale DG un altro professore di agraria, chissà che hanno ad agraria, che è già stato candidato rettore contro Recca e parente stretto di un sindaco dell'acese: ma lo abbiamo detto, scriveremo a parte.
Vedremo tra qualche settimana quale delle due voci principali, entrée familistico o eurocandidatura, troverà riscontro, magari nessuna delle due. Magari tutte e due.
Comunque, ci si perde quando si scrive di UNICT, quindi torniamo all'appalto per la vigilanza, dove però, anche solo narrativamente, un collegamento con le vicende politiche c'è, in quanto tra le imprese coinvolte nella querelle troviamo la Europolice della famiglia dell'assessore all'Ecologia in quota proprio Forza Italia della giunta Trantino Salvo Tomarchio, che tra l'altro in questi giorni troviamo in cronaca per quell'altro macello che è l'appalto dei rifiuti del comune di Catania che ha subito una “variante” che sta suscitando parecchio interesse e su cui torneremo.
E allora l'appalto, quest'ultimo di UNICT.
In estrema sintesi, poi chi vuole in calce trova la sentenza e magari la approfondisce: a noi interessa soltanto rilevare che ancora una volta l'Università di Catania ha troppo serie difficoltà ad adempiere alle sentenze dei Tribunali.
È accaduto che in esito all'apertura delle buste veniva in prima battuta valutata come migliore offerta quella della RTI con capo gruppo New Guard srl, con un punteggio di 96,75.
Seconda classificata l'offerta di altro RTI con mandataria la Europolice srl di cui sopra con un punteggio di 93.10.
La accorciamo la storia perché è una sarabanda di scartoffie che hanno come epilogo la dichiarazione, con la nota sopra citata del direttore generale La Via, di offerta anomala della prima classificata, la New Guard, e conseguente aggiudicazione dell'affare da oltre 3 milione di euro alla RTI con mandataria la Europolice della famiglia Tomarchio, che a tutt'oggi gestisce ancora l'appalto.
Europolice lo gestisce nonostante in data 12 aprile 2023, con pubblicazione il successivo 24 agosto, il Consiglio di Giustizia Amministrativa ha definitivamente risolto il contenzioso sorto tra le parti, dichiarando illegittima la decisione dell'Università di Catania di escludere l'offerta che si era classificata prima, appunto la New Guard.
Tanto illegittimo l'atto del direttore La Via da condannare l'Ateneo catanese a sopportare per intero le spese processuali, che in genere si compensano tra le parti ed invece finiscono in danno ai contribuenti.
Ma la cosa più grave è che a tutt'oggi, qua il caso che ancora una volta segnaliamo, l'università di Catania non ha ritenuto di ottemperare alla sentenza definitiva, assegnando il servizio al legittimo aggiudicatario, servizio che continua invece ad essere svolto dalla Europolis della famiglia Tomarchio che quella gara aveva perso.
È probabile quindi che l'Università catanese dovrà subire anche l'ennesimo giudizio di ottemperanza, e magari pagare altre spese.
Tanto a loro…
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