Arriva nella prima mattinata di un sabato di inizio autunno il “Comunicato congiunto n.1/2023” firmato dalle organizzazioni di categoria più rappresentative ed effettivamente presenti sul territorio, lasciando fuori quelle che preferiscono altri “tavoli”.
Il tono è di quelli eleganti, molto istituzionale e asciutto: bisogna leggere tra le righe per comprenderne tutto il suo dirompente significato.
Intanto il numero di protocollo è già un calcio negli stinchi ai palandrani dei soliti border line: a fine settembre 2023 esce il “Comunicato congiunto n.1”, a segnalarne la portata praticamente storica di un risultato non scontato.
Le firme sono di Assoesercenti, Cidec, Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Unimpresa, Upia Casartigiani, Upla Claai: decine di migliaia di imprenditori che mandano avanti con sacrificio l'economia di questo territorio e probabilmente si sono stancati di essere vittime di quattro politicanti da strapazzo che stanno mettendo a serio rischio la tenuta sociale della comunità.
Basta vedere quali organizzazioni mancano per farsi un quadro della situazione catanese e magari farci un altro ragionamento.
Il comunicato si apre con l'informazione che i vertici provinciali etnei di queste organizzazioni “si sono incontrati nella sede della Cna per ragionare sullo stallo camerale in atto ormai da troppo tempo e sui drammatici eventi estivi che hanno pesantemente condizionato il sistema produttivo catanese e della Sicilia orientale.”
Quindi sin dall'incipit emerge il tema principale dell'insofferenza degli imprenditori, mettendo in immediata relazione tra loro la scandalosa gestione politica dell'affaire “Camera di Commercio del Sud Est” e “i drammatici eventi estivi che hanno pesantemente condizionato il sistema produttivo catanese e della Sicilia orientale”, come nel comunicato si definisce l'incredibile incendio del 16 luglio all'aeroporto di Catania.
È opportuno ricordare come, in base alla legge, le Camere di Commercio, per le loro funzioni istituzionali, sono affidate proprio alle organizzazioni imprenditoriali, che godono dell'elettorato passivo in base alla loro rappresentatività.
Nel caso di quella del Sud Est, la particolarità è che, oltre ai compiti classici, controlla la maggioranza del pacchetto azionario della SAC, che è la società pubblica che gestisce, e sappiamo come, l'aeroporto di Catania.
Questione che è la madre di tutte le…non le definiamo perché abbiamo già dato troppo lavoro ai tribunali, anzi a tal proposito tra qualche giorno avremo qualche notizia succulenta…
Torniamo al comunicato, che sviluppa in 5 punti l'indignazione degli imprenditori, preceduti da un sollecito che dovrebbe imbarazzare chi pensa di poter governare una regione come la Sicilia commissariandone ogni angolo: “Ripristinare gli organismi camerali legittimi”.
Infatti, il commissariamento della Camera di Commercio del Sud Est, per modalità e soggetti coinvolti, è una delle operazioni più sudamericane che si siano mai perpetrate da queste parti. Ed è tutto dire.
Questione che, nella sintesi trovata tra le organizzazioni firmatarie, viene chiaramente espresso nei primi tre punti del comunicato:
1) Anche considerato il delicato momento storico che stanno vivendo la Sicilia e, in particolare, la città di Catania, reduce da mesi infernali, mai come oggi risulta essere necessario ripristinare al più presto gli organismi camerali legittimi.”
2) Prioritario è altresì il ritorno all’autonomia per l’ente etneo in quanto area metropolitana, come previsto da una legge dello Stato. Catania deve tornare ad avere una sua Camera, diritto garantito dalla legge a tutte le altre città metropolitane italiane.
3) Serve anche un’intesa per mettere a punto un disciplinare condiviso che regolamenti la rappresentatività delle associazioni nel Consiglio camerale, fornendo una fotografia reale delle “forze in campo” e garantendo piena legittimazione democratica alla giunta camerale.
Poi interviene una vera e propria diffida al commissarissimo Belcuore, nominato da Schifani, che si è già distinto per alcune iniziative al vaglio delle autorità competenti, tra cui la nomina di consiglieri di amministrazione ed il sostegno pubblico all'attuale governance di SAC in contrapposizione alla richiesta di dimissioni formulata dal sindaco metropolitano di Catania Enrico Trantino.
Nel comunicato si legge infatti, da parte dei titolari per legge dell'elettorato passivo della Camera, una vera e propria diffida al rispetto di un minimo di galateo istituzionale, se non delle norme:
4) Nelle more, al commissario pro tempore della Camera unificata viene richiesto con fermezza di confrontarsi con le associazioni prima di prendere decisioni o adottare atti su questioni importanti.
Brucia ancora evidentemente la posizione assunta dal commissario pro tempore sulla gestione della SAC, presa in contraddizione a quella espressa pubblicamente praticamente dalla maggior parte delle componenti camerali, alcune delle quali hanno già posto un “problema di fedeltà del mandato”.
Poi, all'ultimo punto, una dichiarazione che smentisce con durezza il tentativo mistificatorio di minimizzare i danni provocati dall'evidente inadeguatezza di una gestione dell'aeroporto che è riuscita a fare in modo che non funzionasse nulla di quanto doveva funzionare, parecchio abbiamo già pubblicato, ad esempio sulla bufala del “perso solo il 5%”e nei prossimi giorni forniremo dati allucinanti:
5) Le categorie produttive ritengono ingentissimi i danni al tessuto economico siciliano derivanti dagli episodi che hanno colpito la nostra città durante il periodo estivo e stigmatizzano qualsivoglia tentativo di minimizzare la gravità di quanto accaduto.
Poi va verso la chiusura con un analisi impietosa: “In uno scenario complessivo etneo con palesi sofferenze diffuse, urge migliorare la vivibilità della città, oggi ai minimi storici.”
Infine, la chiosa forse più significativa ed anche programmatica: “Come associazioni di categoria operanti su più fronti, anche quello sociale, ci impegniamo al dialogo, fra di noi e con la base, con i cittadini e con le istituzioni.”
Qui il passaggio è infatti particolarmente raffinato elencando l'ordine di interlocuzione: prima fra loro stesse organizzazioni, poi con la loro base, poi con i cittadini tutti e, solo infine, con le istituzioni.
Segno questo che si sta invertendo il processo del confronto e quindi di formazione del consenso, essendo molti, troppi dei rappresentanti o occupanti delle “istituzioni” ormai irrimediabilmente distanti , se non pericolosi, per l'interesse generale.
Un protocollo che potrebbe spezzare l'insulsa attitudine dei troppi topi di segreteria sempre alla corte dei potenti di turno, per fare finalmente spazio a personalità ed organizzazioni davvero rappresentative ed in grado di far valere le ragioni delle comunità di riferimento.
Infine, l'auspicio che non può mancare in chi fa impresa e deve essere animato da incrollabile ottimismo nonostante tutto e tutti: “Una ripartenza nei rapporti fra alcune sigle datoriali che possa essere di buon auspicio per giungere a una ritrovata unità fra tutte le associazioni, nonché per il necessario rimettersi in piedi di Catania.”
Non c'è male come “Comunicato Congiunto n.1 2023”, e se le organizzazioni imprenditoriali, magari anche con quelle dei Consumatori ed associazioni del Terzo Settore, tutte quelle che rappresentano davvero il Territorio, e dovrebbero governare legittimamente le Camere di Commercio, cominciassero davvero a fare fronte comune per riprendere il cammino verso il perseguimento dell''Interesse Generale oggi in mano a parvenu e parassiti, forse si potrebbe invertire la china.
Anzi, sicuro.
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Nella denuncia hanno sostenuto che "gli atti erano stati secretati per tutelare il processo di privatizzazione in virtù del principio di libera concorrenza."
E noi ridiamo!