È sempre difficile trovare l'incipit giusto per aprire un articolo che ha come oggetto una chiacchierata con IL CHIRURGO catanese per eccellenza, Giorgio Giannone, professionista di fama internazionale che quest'anno celebra i 50 anni dalla laurea e riceverà dall'Ordine dei Medici una medaglia che non abbiamo ben capito se sarà proprio felice di appuntarsela.
Anzi, non abbiamo neanche compreso se andrà a ritirarla, ma poi alla fine è un ottimista e probabilmente troverà il modo per farne occasione per lanciare un qualche messaggio.
Lo fa, a mò di testimonianza, come quando si candidò alla presidenza proprio di quell'Ordine oggi ancora nella bufera e brutalmente decapitato da pesantissime inchieste giudiziarie: non arrivò a governarlo ma la sua fu una vittoria della coerenza, del coraggio e dell'indipendenza; sconfitto moralmente, a dispetto delle schede elettorali, ne uscì invece quel sistema che poi in gran parte finì addirittura agli arresti ed è ancora sotto processo.
Ma queste sono nostre considerazioni, il Chirurgo Giannone pensa solo in positivo, ha acquisito la saggezza del Padre Nobile della Medicina catanese, non si lascia trascinare in polemiche o vendette postume, ed a noi in fondo fa anche più piacere così, lo andiamo a trovare ogni tanto per capire qualcosa di come ruota questo mondo di Ippocrate che la politicanza miserabile ha trasformato in girone dantesco.
Giorgio Giannone non si intervista, sarebbe riduttivo. Si arriva all'appuntamento la mattina presto ed è già in camice.
Si chiede il permesso e si piazza la telecamera, di cui dopo un minuto ci si dimentica.
“Professore, io registro tutto, poi vediamo che esce”, “Faccia quello che vuole”.
Non siamo tipi da complimenti nessuno dei due.
La chiacchierata dura oltre un'ora ed è difficile da montare, forse andrebbe messa così com'è perchè tanti sono gli spunti che ne vengono, le riflessioni che possono venire utili.
Però non possiamo rischiare confusione, scegliamo solo alcuni passi per poi approfondire gli altri successivamente.
Ci siamo lasciati con la convinzione che è venuto il momento di parlare di Sanità cercando di capirci qualcosa, di spiegare come funziona e, sopratutto, di provare ad individuare strade sostenibili, senza la presunzione di bacchette magiche che nessuno ha.
Lo ripete più volte: “Non è facile, è difficile, è una situazione complessa”.
Sono problemi che si trascinano da decenni, “incancreniti” li definisce: come le liste d'attesa, che è il tema caldo del momento e dal quale partiamo.
Del tema, bollente, ci siamo già occupati più volte: ogni anno stanziano fondi pubblici per ridurle per poi provocarle di nuovo per ottenere i fondi dell'anno successivo. Per quest'anno hanno stanziato 48 milioni di euro e già si stanno formando le attese al…2026. Una cosa pazzesca.
Ma, come detto, a Giannone non interessa la polemica, piuttosto individua una delle tante cause di questo fenomeno: “Mancano gli anestesisti”, ed alla carenza contribuisce qualcosa che neanche immaginavamo: “Catania non ha più una Scuola di specializzazione in Anestesia”.
In effetti, almeno dal 2015, sono quindi quasi dieci anni, l'Università di Catania non ha questo cosrso di specializzazione, che invece viene svolto con una sorta di convenzione presso l'ateneo di …Catanzaro.
Non proprio il massimo della comodità per i volenterosi catanesi.
Giovani professionisti sui quali Giannone ripone speranza: “Sono bravi i nostri ragazzi, io che ne ho conosciuti all'estero so che i nostri non hanno nulla da invidiare, anzi spesso sono più capaci proprio perché da noi si abituano sin da subito a risolvere problemi, non hanno la strada spianata”.
Preso atto di questa difficoltà e raccolto l'appello del Prof. per recuperare a Catania questa importante Scuola, rinviamo ad altro momento gli spunti che vengono fuori dalla chiacchierata, dal corso di ecografia per chirurghi che si sta avviando con entusiasmo presso l'ateneo catanese al tema fondamentale della formazione dei giovani medici, della sua qualità e di come debba essere continua e, soprattutto, sul campo.
Invece torniamo sul cinquantesimo anno dalla laurea di cui scrivevamo all'inizio: “Non so se noi abbiamo ancora qualcosa da dire, ma so che in questi cinquant'anni ho assistito al trionfo della mediocrità, ma qualcosa ancora si può fare” , e pone la questione dell'Etica della Medicina: “Abbiamo a che fare con la vita e con la morte delle persone, non si può scherzare”.
Una serie di riflessioni che si chiudono con un “Boh”, che non è esclamazione sconsolata o rinunciataria, quanto l'espressione di quel dubbio che sottende la costante ricerca di soluzioni, con la consapevolezza che non ci sono soluzioni facili a questioni complesse, ma bisogna tentarci.: “Fare in fretta, non abbiamo tempo, e fare bene!”
E Giannone non si arrende: “See one, do one, teach one”, altro tema rovente che tratteremo in altra puntata, l'esigenza di Maestri che amino trasferire le proprie competenze, antidoto all'egoismo professionale e soluzione per il raggiungimento di quell'eccellenza cui i pazienti che soffrono hanno bisogno.
E ne hanno cose da dire questi nostri Medici che si sono formati quando ancora il Servizio Sanitario Nazionale non c'era e meglio di noi possono apprezzarne l'importanza, la Salute garantita a tutti, mentre il rischio concreto è che si vada verso un suo rapido smantellamento lanciandosi in un'avventura privatistica che, considerate le premesse, non può non preoccupare.
Proveremo quindi a fare di questo con il Prof. Giannone un primo appuntamento, invitando altri illustri professionisti del mondo sanitario a raccontarci come funziona davvero, per tentare di contribuire a farlo funzionare come dovrebbe.
Almeno un pò.
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