All'orizzonte si comincia ad intravvedere l'atterraggio finale di questa storia assurda che è la gestione dell'aeroporto di Catania.
Che non potrà finire che in un modo, inutile agitarsi, e prima finisce meglio è, tranne magari per chi perde il bancomat.
Quando questa storia sarà scritta per intero con il capitolo finale, e non saremo noi a farlo, diventerà l'emblema di una terra che non meritava di finire così.
Basterà mettere in fila gli ultimi comunicati, quello sui cargo a Comiso è un capolavoro assoluto, i post su Facebook o le dichiarazioni di autodifesa, e il lavoro sarà fatto. E passerà alla storia.
Tra le più surreali quella che descrive la gravissima contestazione dell'Autorità Anticorruzione sull'appalto da 1,1 milioni come fosse una letterina tra le tante: altro che.
Ne abbiamo scritto un paio di giorni fa, e la spiegazione data dal Sole 24 “L'Autorità contesta al gestore dello scalo siciliano di aver utilizzato il bando di servizi per appaltare dei lavori e di aver definito dei requisiti ingiustamente restrittivi della concorrenza.”, in una situazione normale condurrebbe dritti dritti all'art. 353 bis del codice penale, la Turbativa d'Asta, altro che letterina.
Ma questo se la vedrà chi se la deve vedere.
Per non dire della supponenza di sostenere che tutto ha funzionato mentre per oltre 20 giorni si è assistito al delirio più totale: roba da trattamento sanitario obbligatorio.
Intanto comincia a chiarirsi la realtà dei fatti e, soprattutto, chi sta con chi e con cosa.
Anche perché quello che si sta perdendo di vista è che si tratta di una società pubblica che gestisce interessi pubblici e non si capisce questo arroccamento del tutto ingiustificabile.
A proposito infatti di dichiarazioni surreali o mistificanti, l'affermazione secondo la quale “la maggioranza dei soci SAC ha confermato la fiducia al CdA” è davvero al di là del bene e del male: e certo, i rappresentanti dei soci che hanno confermato questa sorta di fiducia fanno parte tutti dello stesso gruppo!
Li abbiamo già individuati e descritti con le relative quote e danti causa.
L'unico fuori dal cerchio, guarda caso , è il sindaco della città di Catania, l'unico eletto e che ne chiede le dimissioni.
E adesso cominciano a delinearsi le posizioni all'esterno, molte delle quali si sono già espresse ed in maniera chiara contro la gestione della SAC, e non solo per la fase emergenziale.
Ma a porre un problema molto serio è la CNA, l'organizzazione che riunisce migliaia di artigiani e piccole e medie imprese, da sempre tra le più attive nella tutela degli interessi comuni, riconosciuta per il suo equilibrio e indipendenza, oltre ad essere tra quelle che hanno pieno titolo, per legge, a comporre il consiglio della Camera di Commercio.
CNA, con un durissimo comunicato firmato dalla presidente Floriana Franceschini e dal segretario Andrea Milazzo, dichiara il proprio sostegno al sindaco Trantino nella richiesta di dimissioni del CdA SAC.
Ma il problema davvero serio che pone riguarda il ruolo assunto dal commissario straordinario della Camera di Commercio, arrivando ad ipotizzare persino una sorta di infedeltà di mandato.
Si chiedono infatti a che titolo un commissario straordinario interviene su una vicenda di questo tipo e, soprattutto, se la linea assunta sia rispettosa di quelle parti che dovrebbe rappresentare.
Una questione che investe direttamente e personalmente la responsabilità politica e non solo del presidente della regione Renato Schifani che questo commissario ha nominato e sul cui operato è chiamato a vigilare.
Insomma, una delle tante domande cui dovrà rispondere chi se ne sta già occupando.
Ma leggiamo il comunicato CNA che si spiega da solo:
*Cna Catania*
*Comunicato stampa n. 21/2023*
*«Caso Sac: il sindaco Trantino non è isolato, né solo»*
«In una fase fra le più drammatiche della sua storia recente, Catania ha visto nei giorni scorsi il sindaco, Enrico Trantino, prendere posizioni coraggiose e dare voce con trasparenza a un disagio avvertito da più parti e da tempo.
Disagio che probabilmente abbisognava del classico evento catalizzatore per “esplodere” definitivamente (il rogo al terminal A dello scalo aereo in una notte di mezza estate e la successiva gestione dell’emergenza), nonché di un ancora più classico “paladino” che lo canalizzasse.
Lunedì scorso si è tenuta l’assemblea dei soci della Sac, la società di gestione dell’aeroporto catanese, ed Enrico Trantino, partecipante in quanto co-proprietario, ha presentato un ponderoso e ponderato dossier sui fatti di luglio (“l’incredibile incendio” del terminal A appunto e la caotica fase conseguente) e chiesto le dimissioni del consiglio di amministrazione della Sac.
È stato un gesto importante, da un punto di vista simbolico e politico (è la città di Catania ad aver chiesto le dimissioni del cda che gestisce il suo scalo tramite il suo sindaco) in nome del Bene pubblico (evento raro per la politica siciliana).
È stato detto che il sindaco Trantino è “isolato”. No!
Il sindaco Trantino non è isolato e non è solo.
Attestati di stima per la sua presa di posizione sono giunti da più parti e, nel nostro piccolo, noi siamo e saremo sicuramente al suo fianco a ogni scelta in cui privilegerà l’interesse supremo della Città e dei catanesi.
Con convinzione e con l’idea di attivare con il primo cittadino ogni possibile sinergia utile a trainare Catania fuori dalle infernali sabbie mobili in cui è sprofondata.
Quanto alla difesa d’ufficio che il cda di Sac ha incassato dal commissario della Camera di commercio del Sud Est Sicilia, Antonio Belcuore, serve anche in questo caso spendere qualche parola.
Premesso che la Camera unificata (socio di maggioranza assoluta della Sac) è stata da oltre un anno cancellata da una legge dello Stato che ha anche passato il vaglio di una sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa e che è “operativa” solo per un intervento della presidenza della Regione Siciliana ancora tutto da valutare, a che titolo interviene un commissario in una vicenda simile?
Belcuore non è il presidente della Mega Camera, ne è appunto solo il commissario, cosa ben diversa.
Cambiamo di spalla al fucile: prima di impegnare l’ente in difesa dell’operato del cda della società più importante (strategicamente e finanziariamente) dell’Isola, Belcuore ha contattato le associazioni di categoria che la Camera rappresenta/dovrebbe rappresentare?
Si è confrontato con loro?
No, non le ha contattate, non ha chiesto alcun confronto.
Quindi non può certo parlare a loro nome, esprimendo tra l’altro un sentire che è l’esatto opposto del loro.
Ancora: Belcuore ha addirittura assunto una posizione contraria rispetto a quanto pubblicamente espresso dalla maggioranza delle associazioni datoriali di Catania, Ragusa e Siracusa, che sono le uniche titolari della Camera di commercio e che hanno fortemente censurato la gestione Sac della crisi estiva.
Siamo sicuri che non vi sia un problema di “fedeltà di mandato”?».
Floriana Franceschini e Andrea Milazzo, presidente e segretario della CNA di Catania.
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Nella denuncia hanno sostenuto che "gli atti erano stati secretati per tutelare il processo di privatizzazione in virtù del principio di libera concorrenza."
E noi ridiamo!