La versione laica di questa attesa giornata di festa, le “feriae Augusti”, la dedichiamo con dispiacere e commozione ad uno degli ultimi imperatori della Cultura, al Sacerdote dell'Arte che da una vita lotta con dolcezza per affermare il potere salvifico della Bellezza: il Maestro Antonio Presti.
La notizia di questi giorni è che l'Atelier sul Mare, la sua creatura nata sotto l'egida della fondazione Fiumara d'Arte a Castel di Tusa, è chiuso.
Il fatto che ha determinato la decisione di Antonio un controllo delle autorità, che lo ha sanzionato imponendogli alcuni adeguamenti in materia di sicurezza.
Non entriamo nel merito della questione perché non è questo il punto.
Magari il punto sarebbe che le stesse istituzioni che lamentano il problema, trovassero la soluzione e approntassero i rimedi, perché luoghi come quelli sono patrimoni di tutti e da tutti andrebbero sostenuti. Senza dover pietire interventi istituzionali che dovrebbero essere spontanei ed immediati.
Ma il punto vero è la solitudine di un uomo, di un artista, di un mecenate che ancora una volta è costretto a lottare contro mulini al vento che con qualche scarabocchio su carte intestate in nome del popolo italiano, rischiano di infrangere sogni di riscatto.
Ed il fatto probabilmente più grave, che lo fanno senza neanche pensarci, così per mera sciatteria burocratica.
Per chi non lo sapesse, speriamo nessuno di quelli che ci leggono, l'Atelier sul Mare è un albergo-museo, sorto negli anni '90 sulle ali delle inarrestabili visioni di questa incredibile personalità che è Antonio Presti, figura mai troppo approfondita e che un giorno sarà senza dubbio ricordata come una delle cose davvero belle di questi tempi assurdi e miserabili.
È un “Art-Hotel”, o “Albergo Museo”, insomma un luogo-non luogo unico al mondo: una ventina di stanze tutte diverse tra loro, realizzate da alcuni tra i più importanti artisti contemporanei o ad alcuni di essi dedicate.
Chi non c'è mai stato almeno una volta, ha perso un'occasione di immergersi nella poesia di un modo di essere che ferma il tempo, sfida la routine, esalta la parte più intima di se stessi.
Un'Esperienza, di quelle che si ricordano.
A parte il fatto che si trova incastonato in un territorio splendido ed affacciato a pochi metri su una spiaggia incontaminata.
L'Atelier sul Mare è anche il punto di partenza o arrivo di un percorso artistico sempre creato con fatica da Antonio Presti, le grandi sculture e installazioni disseminate lungo un percorso di oltre venti chilometri in territorio messinese.
Un museo all'aperto tra i più grandi ed importanti al mondo, con una ventina di opere che interrogano l'uomo, lo provocano, lo abbracciano mettendolo al centro dei pensieri di chi crea per lasciare memoria e costruire futuri possibili ma sempre più difficili basati sull'accoglienza, sul rispetto per l'altro, sull'amore per quello che si è.
Antonio Presti è anche il creatore della “Porta della Bellezza” di Librino, il quartiere più abbandonato e vilipeso della città Metropolitana di Catania.
Un'opera che non è solo installazione d'arte, ma un progetto in continuo divenire, che coinvolge migliaia di bambini, con le loro mamme, con i padri, le nonne e i nonni, le loro scuole, le parrocchie e le associazioni.
Ogni anno, ogni giorno, nuovi interventi, laboratori, confronti: la Bellezza che diventa Comunità e la Comunità che diventa Bellezza.
Forse una provocazione insopportabile per un potere pubblico che ormai si basa sempre più sul bisogno dei suoi sudditi, sui disagi che scientemente arreca a chi poi deve chiedere il voto per promettergli soluzioni che non mantiene mai.
Adesso Antonio Presti è stanco, ha detto.
È andato al comune di Tusa ed ha consegnato le chiavi dell'Albergo-Museo. Che è chiuso.
Non ci crediamo che il Maestro si arrenda, neanche se lo dice.
Su Antonio Presti si potrebbero e forse dovrebbero scrivere enciclopedie, e forse ci stiamo perdendo sopraffatti dall'emozione di saperlo ancora una volta aggredito nella sua solitudine.
Dal fatto di sapere del Maestro Antonio Presti ancora una volta costretto a dover lottare strenuamente per donare e mantenere Bellezza ad un mondo che non la riconosce più, che ne ha paura perché sa che lo salverà e forse non lo vuole.
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