Quello che sta sempre più emergendo dalla follia generata dal banalissimo incendio, che non doveva accadere lo scorso 16 luglio all'aeroporto di Catania è, molto banalmente, che non funziona niente di niente e non si capisce come possa funzionare, e con quali rischi, un aeroporto presso il quale arrivano oltre 10 milioni di passeggeri l'anno e che è gestito come ormai si è dimostrato da tutte le parti.
Quindi il problema non è più l'emergenza quanto l'ordinario, compreso il sistema dei controlli che nei prossimi giorni dovrà chiarirsi, a partire dal ruolo del collegio dei sindaci, a partire dalla valutazione dei requisiti e competenze di chi amministra SAC e dei loro consulenti, per arrivare al presidio locale dei Vigili del Fuoco ed, ovviamente, all'ENAC.
Sull'ASP di Catania abbiamo già visto qualcosa ed ora apprendiamo che sarebbe stato appena rinnovato il contratto triennale al capo del dipartimento di prevenzione sanitaria, che in tutta Italia e forse nel mondo è in genere affidato, per ovvii motivi ad un epidemiologo, mentre a Catania finisce ad un …ingegnere. Ci torneremo.
Intanto vediamo che sta succedendo a proposito dello sbandierato “ritorno alla normalità” dello scalo etneo.
Nel tardo pomeriggio di ieri riceviamo una mail, solo una delle centinaia di segnalazioni che arrivano probabilmente a tute le redazioni ed uffici vari:
Con tanto di foto:
In effetti pare siano centinaia i bagagli dislocati da varie parti, con il sistema di tracciamento saltato e quindi i passeggeri costretti al "riconoscimento fisico" se e quando glielo consentono.
Questa non è certo “normalità” e la questione è cosa sia stato fatto davvero in tutti questi anni per garantire servizi e strutture adeguate ad un aeroporto che è cresciuto come prevedibile e previsto per il semplice fatto che da queste parti o si arriva in aereo o non si arriva: magari qualche consulenza statistica potevano darla…
Intanto chiudiamo la puntata settimanale sulla saga aeroportuale con un mezzo sorriso amaro, offerto sui social dal sempre caustico avvocato catanese Mattia Iachino Serpotta, con un fanta-racconto a modo suo, che forse tanto lontano dalla realtà non è:
PS: a richiesta, per chi non frequenta Facebook, il testo integrale del fanta-racconto di Mattia Iachino Serpotta:
Leggi anche:
"SAC Aeroporto di Catania, negato accesso agli atti: Ma non era tutto trasparente?"
Nella denuncia hanno sostenuto che "gli atti erano stati secretati per tutelare il processo di privatizzazione in virtù del principio di libera concorrenza."
E noi ridiamo!