Ormai si stanno delineando con chiarezza le posizioni intorno allo scandalo provocato dalla folle gestione di questi 20 giorni che, per un incendio che in un aeroporto non poteva accadere, hanno letteralmente devastato la Sicilia.
Opinione pubblica, associazioni datoriali e media sono stati tutti compatti nel denunciare l'intollerabile inadeguatezza di una gestione, quella della SAC, che ha mostrato quel volto che raccontiamo da anni e si doveva arrivare al disastro per comprenderne la pericolosità.
Anche sul piano politico-istituzionale sin dalle prime battute si sono delineati gli schieramenti tra le forze politiche, che per varie ragioni giocano una partita diversa rispetto ad utenti ed opinione pubblica: alcuni pro gestione SAC, altri contro ed altri ancora in mezzo, almeno nella fase iniziale quantomeno per prudenza.
Sin da subito il presidente della regione Schifani è corso in soccorso di quegli esponenti del proprio partito, quel che resta di Forza Italia, che gli hanno consegnato la testa del rivalissimo Micciché, e questo potrebbe anche apparire comprensibile se di mezzo non ci fossero danni enormi.
A seguire, sono arrivati tra i primi Valeria Sudano e Anastasio Carrà, parlamentari della Legga e ventriloqui del viceschifani Luca Sammartino, a magnificare l'efficienza dei vertici SAC: un pò poco tempestivi ed alquanto imprudenti, considerato che sarebbero passate altre due settimane prima che si dichiarasse cessata l'emergenza. E ancora non è del tutto chiaro se sia davvero cessata.
Poi, a stretto giro ed a conferma dell'asse di ferro con Schifani, arriva anche Totò Cuffaro, anche lui molto imprudentemente deciso a travalicare a gamba tesa i confini della sua zona comfort, magari pensando che Catania possa essere meno complicata di quel palermitano che tanti guai gli ha procurato.
A Catania pare ne stia combinando più di Bertoldo.
Il ringalluzzito Vasa Vasa di comunicati ne ha emessi due, e nell'ultimo prova addirittura a canzonare Fratelli d'Italia, il partito di. maggioranza relativa che sta provando in qualche modo a rimediare al disastro gestionale che è quanto di più oggettivo e comprovato ci possa essere. Basta chiedere a qualche centinaio di migliaia di passeggeri che sono passati da Catania o dovevano passarci.
Ma il trio Schifani-Sammartino-Cuffaro è sparato a difendere l'indifendibile e si vedrà come andrà a finire: la percezione comune è che la gente abbia già deciso, basta leggere giornali e social per far apparire questi come gli ultimi giapponesi.
Anche l'MPA di Raffaele Lombardo, maestro indiscusso di strategie da realpolitik, è entrato in sofferenza e non considera tabù persino uscire dalla maggioranza che sta sostenendo un governo regionale che fa acqua da tutti i lati ed in particolare proprio sulla SAC è stato durissimo con la presa di posizione del suo Segretario Organizzativo Salvo Di Salvo.
Adesso che il rischio che si delineino le responsabilità vere, qualcuno nella Lega comincia a preoccuparsi che la linea di tutela adottata acriticamente dal ministro dei trasporti Matteo Salvini, che poi è quello maggiormente coinvolto nell'assurda vicenda, possa rivelarsi un boomerang, e le ripercussioni sarebbero pesanti, ancor di più nel momento in cui è già cominciata la campagna elettorale per le Europee, che segneranno gli equilibri di potere dei prossimi decenni.
Salvini è probabile che sia troppo lombardo per capire davvero le dinamiche siciliane, ed è quindi opportuna la chiosa del presidente della Commissione Difesa della Camera Nino Minardo, che nella Lega conta assai e la Sicilia la conosce certamente meglio.
Nel tardo pomeriggio di oggi ha pubblicato su Facebook, e poi diffuso tramite comunicato, un post eloquente:
Più chiaro di così non poteva essere: contesta i toni trionfalistici, denuncia le illusioni e invoca quella verità che ancora tarda.
Inutile dire che tra i commenti molti invocano le dimissioni dei vertici SAC o la loro rimozione.
Ma il ministro Salvini con chi si confronta sulle cose siciliane?
Sicuro che siano le campane giuste o finirà suonato?
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"SAC Aeroporto di Catania, negato accesso agli atti: Ma non era tutto trasparente?"
Nella denuncia hanno sostenuto che "gli atti erano stati secretati per tutelare il processo di privatizzazione in virtù del principio di libera concorrenza."
E noi ridiamo!