Più passano i giorni da quel bislacco 16 luglio, in cui all'aeroporto di Catania è capitato di tutto tranne quello che doveva accadere, più le cose si complicano.
Lo abbiamo già scritto, se fosse vero anche solo il 10% di quanto sta emergendo e che viene riportato dalla stampa di vario orientamento, resterà un mistero come sia stato possibile che non siano ancora scattati arresti o quantomeno interdizioni.
Ieri, dopo le rivelazioni di Concetto Mannisi su La Sicilia, un servizio del TG3 di Orazio Aleppo ha riportato intervista al Segretario del Sindacato di Polizia Vendemmia che ha affermato di avere più volte segnalato le carenze di sicurezza e che, soprattutto, durante “l'incendiochenondovevaaccadere” alcuni operatori hanno trovato estintori e manichette antincendio inutilizzabili: pare ci siano dei video che dovrebbero chiarire la questione.
Ora, di fronte a tutti i dubbi crescenti, il fatto che non abbia funzionato niente è provato in maniera empirica e senza che occorrano tardive perizie.
Considerati danni enormi ed il blocco dello strategico comparto dei trasporti di mezza Europa, quantomeno prudenzialmente sarebbe stato certamente opportuno sostituire in ogni caso, a prescindere da qualsiasi eventuale responsabilità personale, una “governance” che in ogni caso non avrebbe potuto mantenere la serenità necessaria per affrontare una simile situazione.
Anche questo è provato dalle ridda di comunicazioni contraddittorie che hanno provocato caos su caos.
Invece abbiamo assistito alla sarabanda degli interventi “politici” tra i più cretini della storia, con personaggi indefinibili che si sono schierati a difesa dell'indifendibile.
La cosa più ovvia, a tutela di tutti, compresi eventuali responsabili, sarebbe stato che l'ENAC , l'ente controllore del trasporto aereo e che dipende gerarchicamente dal ministro dei Trasporti che al momento è quel Matteo Salvini “che-fa-un-altro-mestiere”, provvedesse ad un commissariamento tecnico per assumere direttamente il controllo delle operazioni: è quello che prevede la legge e la stessa convenzione di concessione della gestione degli aeroporti.
Sarebbe stato più che ragionevole, considerato che in questi casi qualsiasi governance potrebbe rischiare di entrare in confusione, magari preoccupandosi di garantire le proprie posizioni, in alcuni casi coprire responsabilità, financo inquinare prove: la cosa più corretta sarebbe stata impedire il sorgere anche di un solo sospetto, e doveva farlo ENAC.
Che non l'ha fatto e continua a non farlo.
Ma allora, come si ragiona ai piani alti di questo importante ente pubblico chiamato a garantire l'efficienza e la sicurezza dei trasporti aerei?
Qualche dubbio era sorto quando accadde il caso della signora morta in aeroporto e si scoprì che i defibrillatori erano inservibili in quanto scarichi e scaduti.
E chissà cos'altro: in ogni caso non si hanno notizie di provvedimenti che da soli avrebbero dovuto dimostrare carenze più che gravi.
Già da allora le voci su come si ragiona in ENAC, quali siano le dinamiche risultavano abbastanza “problematiche”, adesso sono diventate imbarazzanti.
E ci torna alla mente una vicenda che potrebbe essere di chiarimento su come funziona.
Accade a metà del 2021 e riguarda la gestione dell'aeroporto di Lampedusa che, a seguito di gara pubblica, viene affidata alla partecipata della regione siciliana AST attraverso la sua controllata AST Aeroservizi.
Al vertice dell'AST quale presidente l'avvocato catanese Gaetano Tafuri, che si trova a gestire con l'aeroporto di Lampedusa una questione complessa che magari racconteremo nei dettagli prossimamente.
Nella fase di passaggio delle consegne, AST riscontra pesantissime irregolarità nella gestione del servizio di rifornimento di aviocarburanti che era stato affidato, non si capisce bene come, ad una società palermitana, la Nautilus Aviation.
AST, con i suoi dirigenti e tecnici, riscontra la pericolosità del deposito di carburante e lo documenta con tanto di foto ad ENAC.
Non entriamo nel merito della vicenda, che poi diverrà oggetto di indagine penale e porterà al sequestro del deposito da parte della Procura di Agrigento.
Quello che qui ci interessa è quanto accaduto tra AST, che denunciava, ed ENAC, che reagisce avviando una procedura di revoca della concessione della gestione dell'aeroporto di Lampedusa nei confronti di …AST. Che denunciava.
Occorre precisare che la vicenda fu denunciata a carabinieri, che constatarono i fatti, ed alla Procura di Agrigento che ha in carico il fascicolo.
Pubblichiamo quindi l'audio di una telefonata tra il presidente AST Gaetano Tafuri e il dirigente ENAC Marco Di Giugno, il quale, bellamente, di fronte alle rimostranze di Tafuri per la pericolosa situazione, avverte Tafuri dell'avvio della procedure di revoca della concessione se…
Chiaro? ENAC minaccia la revoca ad AST perché denuncia pericolosità della gestione carburanti da parte di una società privata! Lunare!
Non si capisce, con questo atteggiamento assunto da ENAC, quale interesse pubblico venga tutelato. Non si capisce proprio.
Anche perché i rischi per la sicurezza denunciati dal presidente AST Tafuri erano ampiamente documentati, tanto è vero chela Procura di Agrigento ha sequestrato l'impianto.
La vicenda ha avuto altri epiloghi, con ENAC che ha preteso …ci torneremo.
Bhe, forse è il caso che il ministro dei Trasporti Matteo Salvini cominci a capire che mestiere deve fare e se non lo capisce, se ne scelga un altro.
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Nella denuncia hanno sostenuto che "gli atti erano stati secretati per tutelare il processo di privatizzazione in virtù del principio di libera concorrenza."
E noi ridiamo!