Sono già passati quasi quattro mesi dal varo della “nuova” Pubbliservizi, che ora si chiama Servizi Città Metropolitana di Catania, acronimo SCMC, affidata direttamente ad un avvocato di San Giovanni la Punta, Mario Balsamo, vicino all'assessore regionale alla Funzione Pubblica Andrea Messina, ex sindaco di San Giovanni la Punta ed esponente della Nuova Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro.
Criticità ne abbiamo già segnalate, e partono tutte dalla vicenda, ancora non chiarita, del fallimento della vecchia Pubbliservizi, che è stata acquistata in asta con i soldi (pubblici) di Città Metropolitana che ha utilizzatola stessa somma che sarebbe bastata per non farla fallire: una storia assurda, di quelle che possono capitare solo a Catania, la città dove si incendiano gli aeroporti gestiti da gente che conosciamo.
Ora, quello che, a distanza di quattro mesi, sta accadendo in questa società non è chiaro.
Tanto per cominciare, in quanto a trasparenza siamo a zero: il sito della società, che è interamente pubblica, controllata da Città Metropolitana e sottoposta al suo “controllo analogo”, non pubblica praticamente nessun provvedimento del suo amministratore. Quindi, o non fanno nulla o è totalmente illegale.
L'unico file presente nella sezione dedicata alla trasparenza è una sorta di avviso per la costituzione di un elenco di professionisti cui affidare incarichi.
Cioè si comincia con le “consulenze”, manco a dirlo.
Nel frattempo, i dipendenti, dalla loro ri-assunzione e tutti a quarto livello, hanno ricevuto, per gli ultimi tre mesi, soltanto degli acconti di stipendio, per di più pagati non dalla società da cui dipendono, ma da Città Metropolitana, che ha effettuato bonifici diretti sui conti dei lavoratori, con la causale “contributo”:
Modo singolare di gestire una società pubblica, ancor di più se non si capisce bene di cosa si stia occupando.
Pare infatti che, nonostante Città Metropolitana versi mensilmente un canone non indifferente per i servizi che dovrebbe svolgere, molti di questi vengono affidati dallo stesso ente locale a ditte esterne. Ma su questo torneremo.
Intanto, altro problema pare sorga con il rilascio del DURC, il documento di regolarità contributiva senza il quale Città Metropolitana non potrebbe liquidare le relative fatture mensili ma che già paga da tre mesi.
La domanda è: l'impiego dei lavoratori è stata regolarmente dichiarata ed i relativi contributi ad INPS ed INAIL versati?
Questione delicata, anche perché se qualche lavoratore dovesse farsi male, ci si potrebbe trovare con qualche serio problema.
Insomma, magari sarebbe bene evitare che una società pubblica nata per risolvere una crisi ne crei sin da subito un'altra, e che si comincino a rispettare gli obblighi di trasparenza, ad oggi, come abbiamo visto, del tutto disattesi.
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