A volte si ha la sensazione di essere il protagonista di una sorta di Truman Show, dove tutto ti è costruito intorno, una gigantesca finzione perché non sembra possibile che accada davvero, e ancor di più è quasi insostenibile, proprio psicologicamente, dover ammettere che al governo della nazione possano esserci certi personaggi ed a quelli della regione anche peggio.
Ma così è, anche se non ci pare.
È accaduto ieri pomeriggio.
Alla Camera dei Deputati.
In genere si svolge il mercoledì la prassi del “Question Time”, si tratta di un momento in cui i parlamentari rivolgono ai ministri del governo in carica delle interrogazioni o interpellanze a risposta immediata.
Proprio ieri, tra quelle programmate, una che ci interessa da vicino, occupandosi di quanto sta assurdamente avvenendo all'aeroporto di Catania, dove a causa di un banalissimo incendio malamente affrontato si è causato un danno di proporzioni catastrofiche.
Il Partito Democratico ha interrogato il ministro competente ai trasporti, il leghista Matteo Salvini, che poi è anche vice premier, chiedendogli espressamente di procedere al commissariamento della SAC, la società che gestisce l'aeroporto di Catania e che…lasciamo perdere, ormai è scritto su tutte le pagine del mondo di che roba si tratta.
Il ministro competente ha risposto che la competenza non sarebbe sua, che fa un altro mestiere, e su questo in effetti qualche dubbio ci era venuto, e soprattutto ha bellamente affermato che le cose stanno procedendo alquanto bene, che già l'operatività ha superato il 50%, che hanno montato delle belle tende, che l'utenza è tranquillamente assistita e che entro agosto si tornerà al 90% della “normalità”.
Perché non viene un attimo a Catania, nella sua confortevole “tensostruttura” a dirlo alle migliaia di persone che bivaccano da giorni senza avere alcuna idea di quando riusciranno a prendere il volo che hanno profumatamente pagato? O magari vada a dirlo a Comiso, con la gente buttata a terra senza neanche una bottiglietta d'acqua.
E con i voli da Sigonella garantiti da quell'altro campione del presidente della regione Renato Schifani, com'è finita? Quando si parte?
Quell'annuncio assolutamente falso di Schifani “è una vergogna”, tuona il deputato Barbagallo
Tutte, quelle di Schifani ed ora queste di Salvini, sono affermazioni lunari, di chi proprio sta su un altro pianeta, di chi non ha la più pallida idea di cosa si stia parlando.
Comprensibile se facesse un altro mestiere Salvini, come da lui stesso affermato, ma, purtroppo per tutti, è davvero il ministro dei trasporti e ne ha proprio la responsabilità, come gli fa duramente notare il deputato catanese Anthony Barbagallo, che si dichiara decisamente insoddisfatto per l'insulsa risposta fornita dal “ministro che fa un altro mestiere”, e probabilmente sarebbe bene che lo facesse davvero se questi sono i risultati, ancor di più se decide di non intervenire su una gestione dell'aeroporto da parte di SAC di cui il deputato Barbagallo denuncia “l'inadeguatezza, l'incapacità, l'inettitudine”.
Poi, Salvini, qui la caciara, svia l'argomento dell'interrogazione concludendo la sua fantasiosa “risposta” con l'introduzione della polemica che lo ha visto contrapposto a don Ciotti, che, detto per inciso, ha detto anche lui un'altra fesseria parlando del ponte di Messina come occasione di “unire non coste ma cosche”.
Un affermazione, questa di don Ciotti, decisamente disturbante, fuori luogo, il fatto di essere dei giganti, e don Ciotti lo è, rende ancora più sgradevoli certe scivolate.
Poteva evitarla, non è questo il modo di argomentare ed è troppo rozza la logica che tutti i favorevoli al ponte siano dei mafiosi.
Ma certo non autorizza un ministro in seduta di question time ad utilizzare una simile banalità per sviare da un tema che sta devastando un'intera regione, arrecando un danno d'immagine oltre che economico all'intero Paese.
Il deputato Barbagallo apre la sua replica di insoddisfazione citando la posizione di denuncia e preoccupazione per come gestito l'aeroporto di Catania espressa dal ministro per le Imprese Adolfo Urso, l'unico del governo Meloni che pare abbia compreso l'intollerabile gravità di quanto sta accadendo.
Barbagallo ricorda al “ministro che fa un altro mestiere” che in realtà la competenza dei controlli sull'attività dell'ENAC è proprio del suo ministero, e l'ENAC di cose da spiegare sulla gestione della SAC di Catania ne ha parecchie.
In ogni caso, è infatti proprio l'ENAC, valutati i fatti, a dover proporre al ministro per i trasporti la revoca della concessione ed il commissariamento dello scalo.
Prima o poi dovrà giustificare perché non lo ha fatto, anche considerando i recenti precedenti, defibrillatori scarichi e ordigni esplosivi passati tranquillamente dai varchi sicurezza: cosa deve accadere per revocare una concessione?
La realtà è che stanno dimostrando tutti che non sanno neanche dove stanno di casa, per dirla alla catanese, ed ascoltare un ministro esprimersi in quel modo a fronte del più importante aeroporto del Mediterraneo chiuso da 11 giorni e nel caos più totale, lascia davvero basiti e preoccupa enormemente per il mantenimento delle tenuta economica e della pace sociale in questo paese.
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Nella denuncia hanno sostenuto che "gli atti erano stati secretati per tutelare il processo di privatizzazione in virtù del principio di libera concorrenza."
E noi ridiamo!