Ormai è disastro totale, la Sicilia sconvolta dalla somma di emergenze che mai si erano viste tutte insieme, aggravate da una sorta di negligenza criminale che si trascina da anni e che oggi è arrivata alla sua fase finale, dalla quale non si capisce ancora se e quando se ne riuscirà ad uscire ed a quali enormi costi.
Già qualche giorno addietro il presidente della sezione Turismo di Confindustria Catania, l'albergatore Mario Indovina, era intervenuto per lamentare lo stato di confusione con cui si sta gestendo la chiusura dell'aeroporto di Catania, caos che ha fatto saltare tutta la programmazione delle strutture ricettive.
Ma è nella giornata di ieri che l'emergenza ha raggiunto il suo acme, almeno sperando che non succeda altro, con l'interruzione dell'energia elettrica in vaste zone della città e che ha coinvolto in particolare le strutture alberghiere della zona Plaia, che contando circa 600 camere rappresentano gli interessi di migliaia di turisti.
Ma la situazione non è certo migliore nella altre zone della città e cominciano ad arrivare segnalazioni anche da altre strutture.
Come ormai noto, Catania soffre il colpevole e forse anche criminale mancato adeguamento della sua rete infrastrutturale, evidentemente mal tenuta e probabilmente mai aggiornata, dovendosi considerare semplicemente ridicolo che possano bruciare cavi elettrici ed intere cabine di distribuzione sol perché si alza di qualche grado la temperatura esterna.
A tempo debito le aziende concessionarie che gestiscono i vari servizi essenziali dovranno rispondere delle modalità con cui hanno onorato i loro obblighi di efficenza, peraltro a fronte di bollette salatissime.
Lo sconcerto dei rappresentanti della categoria è che l'Enel ha dichiarato la propria indisponibilità ad intervenire sulle strutture, costringendo gli alberghi al noleggio di gruppi elettrogeni da aziende private, con costi decisamente proibitivi, si parla di una media di 3/400 euro l'ora.
Quindi, danni su danni che non possono essere subiti dal settore che contribuisce maggiormente al PIL locale, dando lavoro a migliaia di persone che adesso rischiano di ripiombare nell'incubo già vissuto al tempo del Covid e che sembrava potersi recuperare con un estate che si prospettava record per flussi turistici e invece messa a rischio nella sua fase clou dal disastro della gestione dell'aeroporto di Catania e, adesso, da quello di una rete elettrica degna del più arretrato paese del quarto mondo.
Confindustria Turismo chiede alle autorità regionali e nazionali di intervenire immediatamente per costringere le aziende concessionarie, l'Enel nello specifico, a fornire, oltre che doverosamente ai cittadini privati, la dovuta assistenza a tutte le strutture alberghiere che non possono essere lasciate ancora una volta sole nel momento dell'emergenza, ed al contempo si annunciano iniziative di class action che possano da un lato risarcire i danni causati da gestioni approssimative e chiaramente inadeguate e dall'altro chiarire le intollerabili responsabilità di continua a credere che la Sicilia sia terra da spremere con speculazioni ormai insopportabili mantenendola in un continuo stato di bisogno.
“È ora di reagire” il monito del presidente Indovina, che invita i soci di Confindustria a mantenere la dovuta lucidità documentando nella maniera più efficace possibile i disagi e danni sofferti in modo da supportare le azioni legali e le rimostranze in sede istituzionale che andranno avanzate con la massima determinazione.