Lo abbiamo già scritto che nell'esagerata vicenda dell'incendio di un climatizzatore all'aeroporto di Catania si è arrivati sin da subito al di là del bene e del male.
Ma ogni ora che passa, insieme alla disperazione delle centinaia di migliaia di persone e imprese vittime di questa sorta di negligenza criminale, aumenta il livello confusione alimentata dall'assoluta inadeguatezza di utta la catena di comando.
Quello che adesso andiamo a documentare supera ogni immaginazione.
Soltanto nella giornata di ieri, 24 luglio, a nove giorni dalla chiusura dello scalo e sette dall'attivazione del Terminal C, ai dipendenti viene recapitata via mail una nota contente il “Piano di Emergenza Interno - Scheda comportamentale Terminal C”.
Porta il protocollo 807/23 e la data del 21 luglio.
Come causale “Aggiornamento scheda Emergenza Terminal C”, anche se molti dei dipendenti da noi interpellati non ricordano quello originario che con questa nota si vorrebbe aggiornare. Sarà sfuggito.
In ogni caso, a firmarlo, in linea gerarchica: la responsabile Prevenzione e Protezione SAC Tiziana Lupo, il Procuratore Antincendio Orazio Condorelli, che è un consulente esterno, ed il dirigente Antonio Palumbo.
Ma evitiamo di divagare, rischiamo di perderci per “fatto personale” considerati tutti i procedimenti giudiziari, penali e civili, che stiamo ancora subendo per aver solo scritto cose vere che dovevano più che allarmare le autorità competenti: lasciamo perdere, per ora.
Veniamo all'attualità, a questo “Piano Emergenze Terminal C” comunicato ai dipendenti solo il 24 luglio.
Nel documento, di 5 paginette e che trovate in calce, si legge chiaramente che si tratta della “ED 1” e “REV 0”, con la data del 21 luglio 2023: quindi dovrebbe essere una prima edizione mai revisionata, mentre in calce si indica una “Rev 5 del 31/01/2023”. Bah, comunque queste al limite potrebbero essere anche sciocchezze, considerato il caos che stanno continuando a creare.
Quello che invece appare preoccupante è il fatto che viene allegato un elenco di “Addetti alla lotta antincedio”: molti di questi ci hanno segnalato di non aver mai fatto un corso specifico e di non essere in possesso di alcuna informazione per svolgere il delicatissimo incarico, alcuni hanno già comunicato all'azienda la rinuncia proprio per questo motivo.
Ma la cosa più incredibile è che tra gli addetti individuati dalla SAC ed ai quali ci si dovrebbere rivolgere in caso di emergenza c'è annoverato un dipendente, Sebastiano Grasso, che proprio questo incarico non può svolgerlo in quanto è…morto.
Nell'esprimere pur molto tardivamente le nostre condoglianze alla famiglia e scusandoci per averlo dovuto citare in questa circostanza, è di tutta evidenza che quello che si combina ai vertici della SAC è davvero incredibile, indefinibile, assurdo.
E si somma a vicende già note e rimaste senza conseguenze, come il caso dei defibrillatori con le batterie scariche scoperto in occasione della morte per infarto di una signora e quello più recente dei quattro ordigni esplosivi fatti passare dai varchi sicurezza durante una ispezione ENAC.
E così continuando con queste intollerabili negligenze si arriva a chiudere un aeroporto perché si incendia un climatizzatore che non doveva esserci e brucia persino i cavi della rete informatica che evidentemente non erano protetti.
Ora arriva questo elenco di “addetti alla lotta antincendio” con personale che non ne sa niente e almeno uno è addirittura morto.
Da più parti si chiede il commissariamento della SAC da parte dell'ENAC: ma non è che sarebbe opportuno commissariare anche …l'ENAC?
O stanno tutti giocando a coprirsi a vicenda mentre hanno devastato una regione intera e messo in crisi milioni di persone e aziende?
Tra poche ore il “tavolo” convocato dal ministro per i Trasporti Matteo Salvini…
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Nella denuncia hanno sostenuto che "gli atti erano stati secretati per tutelare il processo di privatizzazione in virtù del principio di libera concorrenza."
E noi ridiamo!