Buttiamola a ridere, almeno per un momento, perché tanto in questa storia dell'incendio del climatizzatore dell'aeroporto di Catania non c'è niente di serio.
E anche nessuno, di serio.
Mentre infatti il caos è totale, con decine di migliaia di passeggeri in giro per la Sicilia su autobus sgangherati, quando li trovano, o abbandonati in aeroporti improvvisati dove si fanno i check in a mano, ecco che accadono due fatti che fanno ben capire la situazione ed in che mani siamo.
Alle 13.17 di ieri, 20 luglio, arriva un comunicato della presidenza della regione siciliana talmente strampalato che sembra uno scherzo: Comiso, Schifani: «Importanti passi avanti per realizzazione terminal cargo»
E si legge: "Importanti passi avanti per la realizzazione del terminal cargo dell’aeroporto "Pio La Torre" di Comiso. Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha convocato questa mattina una riunione a Palazzo d’Orléans, con l’assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, il sindaco del comune del Ragusano, Maria Rita Schembari e alcuni responsabili tecnici, per fare il punto sulle tante criticità che sono state affrontate e risolte da quando il tavolo tecnico è stato costituito.
«Sono molto soddisfatto del lavoro sin qui svolto - dice il governatore - e vedo sempre più vicina la realizzazione dell’area cargo e la trasformazione dell’aeroporto di Comiso in una realtà operativa a servizio dell’utenza e fondamentale per la veicolazione dei prodotti agroalimentari siciliani in tutte le parti del mondo».
Il tavolo si è chiuso con l’impegno a riunirsi di nuovo prima della pausa estiva per l’individuazione dell’ente che sarà chiamato alla esecuzione del progetto per la realizzazione del terminal cargo dello scalo."
Chiaro? Mentre c'è il delirio in tutta la Sicilia e che sta coinvolgendo il resto del continente e di certo tutto il Mediterraneo, il presidente Schifani come fosse su un altro pianeta, convoca un" tavolo" con l'assessore alle infrastrutture Aricò ed il sindaco di Comiso per discutere del… trasporto cargo. A Comiso.
Il cui aeroporto sta letteralmente scoppiando e dove proprio in questo momento non si riescono a fare i check in neanche delle galline perché sono stati così intelligenti di creare un sistema informatico collegato a quello dello scalo di Catania, per cui essendo saltato quello non funziona neanche quello di Comiso. Geniale.
Qua siamo al TSO obbligatorio.
Altra notizia degna di nota della giornata sul tema trasporti siciliani, il cambio di look dell'amministratore delegato della SAC, lo stesso top manager per il quale l'impianto antincendio dell'aeroporto di Catania ha funzionato perfettamente.
È infatti apparso su diverse emittenti con un taglio di capelli tattico tutto nuovo.
In effetti ci voleva e beato lui che ha il tempo di andare dal barbiere o parrucchiere che sia.
Ma battute a parte, la realtà è che a quanto pare, nonostante il dissequestro dell'aerea, di lavori se ne vedono pochi, tanto che ieri alle 23 della sera il cantiere appariva deserto, mentre l'area circostante veniva definito da chi ci ha inviato le foto come un “suk”, con una sola guardia giurata a girare sconsolata per lo scalo.
Ci si aspettavano, come annunciato, decine di operai “superspecializzati” a lavorare H24, e invece deserto totale.
Nel frattempo si è fatta sentire la prima, e sinora unica voce del governo nazionale: il ministro dei trasporti Matteo Salvini.
Anche in questo caso arriva il comunicato: "Il vicepremier e Ministro delle infrastrutture Matteo Salvini conferma la massima collaborazione al Presidente della Regione Siciliana e al Presidente della Società di gestione dell'aeroporto di Catania dopo il rogo che ha interessato lo scalo. In particolare, pur ricordando che il Mit non ha competenza diretta, Salvini si è detto "disponibile a offrire supporto tecnico - anche attraverso ispettori in coordinamento con Enac - per approfondire l'accaduto e accelerare le procedure di riapertura". La determinazione di Salvini, si legge in una nota del Mit, "è confermata anche dall'incontro, organizzato ieri, per fare il punto della situazione su aeroporti come quello di Reggio Calabria che assorbiranno parte del traffico aereo rimasto orfano del capoluogo etneo".
In pratica, il ministro Salvini è costretto ad alzare le braccia perché a quanto pare non sarebbe competenza del ministero dei trasporti intervenire su disastri di questo tipo, anche se l'invio di “ispettori indipendenti” potrebbe magari contribuire a capirci qualcosa.
Ma in effetti è molto più probabile che qualche responsabilità potrebbe averla quello delle Imprese, il siciliano Adolfo Urso, che quantomeno ha voce in capitolo su quella Camera di Commercio del Sud Est che è il maggior socio della SAC, attualmente commissariata da Schifani ma il cui commissario, titolare del dovere del “controllo analogo” proprio sulla gestione dell'aeroporto catanese, pare essere letteralmente sparito.
Eppure qualcuno il calcolo dei danni e dei risarcimenti dovrà farlo, Procura a parte.
Insomma, battute a parte e preoccupanti divagazioni di chi pensa ai cargo mentre non volano neanche gli elicotteri, da sei giorni non si capisce quando l'aeroporto di Catania potrà tornare operativo e centinaia di migliaia di persone restano bloccate in mezzo mondo con disagi enormi: non c'è niente di serio da queste parti.
Leggi anche:
"SAC Aeroporto di Catania, negato accesso agli atti: Ma non era tutto trasparente?"
Nella denuncia hanno sostenuto che "gli atti erano stati secretati per tutelare il processo di privatizzazione in virtù del principio di libera concorrenza."
E noi ridiamo!