AMMALARSI A CATANIA
Carissimo direttore,
quante pagine del nostro giornale sono state, per così dire sprecate, scrivendo di sanità?
Si è cercato in tutti i modi possibili di sensibilizzare l’opinione pubblica a quello che realmente succede nella nostra sanità, ed in particolar modo a Catania.
A meno che il costo dei voli per il nord Italia non venga ridotto a pochi euro e l’aeroporto di Fontanarossa non attrezzi una sala con letti e barelle per i pazienti che vanno nelle regioni dove la sanità ha ancora una parvenza di efficienza, per come stanno le cose a Catania, c’è da augurarsi il miracolo o la morte improvvisa.
Cosa succede esattamente?
La risposta è molto semplice: a fronte di una minima quantità di posti letto disponibili la qualità delle prestazioni è nella maggior parte dei casi pessima.
Tengo a precisare che ho un’ampia documentazione di tutto quello che scrivo e che quindi non temo querele .
Per “ rifornire” i pronto soccorso di medici, si è fatto ricorso alle cooperative pagando per ogni medico, se quanto mi viene riferito è vero, cento euro per ora.
Ovviamente il centone non va al singolo medico ma alla cooperativa.
In ogni caso si tratta di giovani medici che non hanno esperienza alcuna, costretti ad affrontare casi clinici spesso estremamente seri.
Sono certo che se le ASP offrissero ai medici in pensione, ancora attivi, cento euro per ora esentasse e con un carico di lavoro non superiore alle quattro ore giornaliere, molti colleghi darebbero la propria disponibilità con vantaggio per i più giovani che verrebbero istruiti a dovere; fermo restando che il vantaggio più grande lo avrebbero di sicuro i pazienti.
Sulla qualità dei medici che sforna la facoltà di medicina di questa università che battezzai “Stupor Mundi”, ci sarebbe da aprire un capitolo a parte…
Chi dirige la facoltà medica?
E’ in grado di farlo?
Se non lo fosse, allora va subito eliminato, cacciato con biasimo.
Ho avuto a che fare con giovani medici che si sono laureati alla Cattolica di Roma, al Campus sempre di Roma o al San Raffaele, e le assicuro che la preparazione è infinitamente superiore a quella dei locali.
Altro problema gravissimo è quello degli anziani: non esistono più i reparti di medicina interna, e vorrei proprio sapere come funzionano quelli che ci sono.
Credo che a Catania siano in tutto sei; ma ricordo benissimo che soltanto nel vecchio Vittorio Emanuele, oltre alla Clinica Medica esistevano quattro reparti di medicina interna diretti da primari che provenivano dalla scuola medica di Luigi Condorelli.
Quindi ottimo livello.
Ritornando al problema: che fine fanno gli anziani?
Anche quelli con patologie estremamente serie vengono avviati nella lungodegenze delle case di cura private.
Ovviamente le lungodegenze hanno le attrezzature ed il personale previsto dalla legge per la lungodegenza. Personale che a occhio e croce è un quarto di quello che per legge si trova nelle medicine interne.
Senza parlare poi delle attrezzature, cioè del laboratorio analisi, della radiologia, e di tutte le altre attrezzature necessarie a fare la corretta diagnosi.
Ovviamente i proprietari delle case di cura private non sono mecenati della sanità, e quindi è già tanto se aumentano di un poco il personale previsto dalla legge e se forniscono qualche servizio extra senza imporre restrizioni nel caso di esami da fare in altre strutture.
Quindi, caro Direttore, la situazione è questa: pessima qualità, e poche strutture.
Questo giornale ha tante volte richiamato l’attenzione dei lettori sulla malasanità, ma soltanto chi è toccato personalmente reagisce.
Andare al pronto soccorso oggi è rischiosissimo, non per la qualità di chi lo dirige perché i Primari hanno un’ottima preparazione ( conosco personalmente Giuseppe Carpinteri e Paola Noto: su loro metto la mano sul fuoco !); ma come può vincere una guerra un generale senza soldati ben addestrati?
E vengo al problema della signora Loredana (ne occorrerebbero migliaia per ottenere qualcosa ): gli studi convenzionati esterni sono pochi, e senza alcun controllo.
Perché non aumentarne il numero?
Alcuni sono di ottimo livello, ma altri sono da chiudere definitivamente; anche per i convenzionati occorrerebbe un controllo di qualità come si fa in America per mantenere il titolo professionale...ma questo è un discorso a parte.
Un’ultima considerazione: seguo ogni sera Lilli Gruber che è la migliore procacciatrice di voti a Giorgia Meloni.
Qualunque cosa infatti faccia il nuovo governo è sbagliata, ed i sindacati di sinistra sono scesi in piazza per scioperare per la sanità.
Domanda da un un milione di euro: chi ha governato l’Italia negli ultimi 15 anni? Meloni o la sinistra?
Cari concittadini,
se nessuno ha il coraggio della signora Loredana a questo punto non mi resta che dire: teniamoci i nostri pastori!
Leggi anche: