
Spostarsi dalla e per la Sicilia è un problema ormai atavico e piuttosto che risolverlo viene costantemente aggravato.
Il mezzo di trasporto principale è, banalmente, quello aereo ed è ormai ovvio che anche in questo campo si giocano partite speculative di proporzioni gigantesche, con i vari enti e istituzioni deputate alla gestione degli scali ed alla loro regolazione rappresentate da personaggi così scarsi e inadeguati che non passerebbero il più elementare dei test psico-attitudinali.
Da qualche mese è stata annunciata, con tanto di cerimonie e tagli di nastro, la madre di tutte le soluzioni: l'arrivo sugli scali siciliani della nuova compagnia Aeroitalia.

“La nostra battaglia contro il caro-voli che penalizza i siciliani segna un altro punto a favore. Un nuovo vettore collega da oggi Palermo, e dal prossimo autunno anche Catania, con Roma e Milano. Prezzi più bassi, maggiore concorrenza, più mercato, più possibilità per i nostri figli, ma anche per i turisti, di raggiungere la Sicilia”: questa la dichiarazione presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, lo scorso 1 giugno in occasione della cerimonia del taglio del nastro del volo inaugurale della compagnia Aeroitalia sulla tratta Palermo-Roma Fiumicino.
Perfetto.
Del resto anche nel recente passato fecero una bella cerimonia quando fecero arrivare un'altra “salvifica” compagnia aerea, la Tarayanjet, di cui però si sono perse le tracce. Lasciamo stare, per il momento, le dichiarazioni rilasciate per l'occasione dai vari vertici, lasciamo stare…

Di ieri invece la notizia che la società che gestisce l'aeroporto di Forlì alla stessa Aeroitalia ha revocato la concessione: "La decisione relativa alla risoluzione - si legge nel comunicato diramato da “Go to travel”, società di gestione dell’aeroporto di Forlì - è maturata a seguito dei numerosi, reiterati tentativi, purtroppo non accolti dal vettore, volti a ricomporre e rinnovare un clima di proficua fiducia e collaborazione; così da ristabilire, eliminando i disagi dovuti a ritardi, cancellazioni, rimborsi e riprotezioni su altri voli, l'auspicata e regolare attività degli aeromobili impiegati nelle connessioni da e per l'aeroporto di Forlì".
Al di là delle diatribe e del contenzioso già annunciato, il segnale non è certo rassicurante, considerate le attese riposte dal presidente Schifani.
Nel frattempo era già intervenuto il social di monitoraggio delle tariffe e servizi aerei “Sicilia in volo”, che conta oltre 70 mila follower, segnalando il costo di 499 euro per alcune delle tratte gestite da Aeroitalia, che invece si era impegnata a non superare la cifra di 150 euro nei periodi di massimo picco.
Una vicenda complessa su cui torneremo, intanto però non poteva mancare l'intervento di una compagnia aerea che non vogliono far decollare, Aerolinee Siciliane, che però continua a costituire una spina nel fianco di gestori e regolatori, non foss'altro per la grande conoscenza dei suoi vertici di come funzioni questo difficile mercato.
Ed ecco il comunicato diramato da Aerolinee Siciliane:
"Cosa c’è di opaco nel trasporto aereo in Sicilia? La strategia regionale può costarci il 2,5% del PIL siciliano.
A seguito della rottura del contratto tra l’aeroporto di Forlì e Aeroitalia, per disservizi su rotte verso la Sicilia e le isole, Aerolinee Siciliane SpA, forte del suo azionariato popolare composto da cittadini e imprese siciliani, ha diramato un comunicato con alcune domande.
· Lo scorso 22 maggio, Aerolinee Siciliane ha inviato una lettera al Presidente Schifani per contribuire alle strategie regionali in tema di trasporto aereo. Siamo senza dubbio il team di maggiori esperti di trasporto aereo in Sicilia. Perché il presidente Schifani non vuole parlare con noi?
· Tutte le carte del trasporto aereo sono state giocate sul rapporto con Aeroitalia, compagnia che ha finora cancellato i propri impegni su molte rotte, con destinazioni siciliane, spesso anche a ridosso delle partenze, oppure con ritardi enormi.
Perché questa scelta, accompagnata da grandi campagne pubblicitarie?
Queste campagne sono state fatte con fondi della compagnia in questione?
· Nel rapporto con i vettori, la parlamentare del Movimento 5 Stelle Stefania Campo ha fatto interrogazioni e richieste di accesso agli atti alle quali non è stata data risposta.
A queste richieste è stato opposto un diniego per una clausola di riservatezza con gli operatori aerei che riteniamo non sussista, perché i contributi su tratte nazionali non possono essere erogati e i patti che implicano atti contro legge sono nulli.
Perché quindi questo segreto e questa riservatezza su contribuzioni che siamo certi non esistono, perché diversamente ci sarebbe una clamorosa violazione di norme internazionali?
“Aerolinee Siciliane - spiega il presidente della compagnia Luigi Crispino - vuole essere utile alla terra dei propri azionisti, sa che il mercato siciliano vale quaranta milioni di passeggeri e non venti e sa come contribuire a sviluppare questo traffico con beneficio per tutti.
La Regione Siciliana continua invece ad affidarsi a imprese esterne che non sono, quanto meno, di parola.
Ricordiamo anche, nel recente passato, almeno due sceicchi arabi svaniti nel nulla, così come erano arrivati.
Possibile che si spendano i soldi di tutti e nessuno si chieda se ci siano reati sottostanti?” Crispino argomenta: “I siciliani vogliono che sia loro garantito il diritto di movimento. Vuole la Regione Siciliana risolvere il problema del trasporto aereo, sì o no? Se la risposta fosse sì, noi ci siamo.”
Ma anche sui numeri Aerolinee avanza grosse perplessità: “La strategia regionale non impedisce i prezzi alti e a nostro avviso li innesca. Il costo di questa pervicacia autocratica può arrivare a due miliardi, per i soli maggiori costi di trasporto aereo, pari al 2,5% del PIL siciliano. Un prezzo davvero eccessivo per un eventuale capriccio istituzionale e senza considerare gli atti secretati dagli aeroporti.”
Sin qui la nota della compagnia siciliana, con alcune domande inevase inquietanti ed addirittura accessi agli atti negati a parlamentari in carica: bhe, si continua con un andazzo che sarà difficile spiegare quando tornerà il tempo della ragionevolezza.
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Nella denuncia hanno sostenuto che "gli atti erano stati secretati per tutelare il processo di privatizzazione in virtù del principio di libera concorrenza."
E noi ridiamo!


