Quello della ex/nuova Pubbliservizi, oggi SCMC, è uno dei primi e più delicati dossier che deve affrontare il neo sindaco di Catania Enrico Trantino, che in questo caso eredita un pasticcio totale combinato dai commissari regionali che lo hanno preceduto e non gli hanno di certo facilitato il compito.
A volte i commissari risultano funzionali a sistemare cose complicate, potendo godere di più ampi margini di manovra e meno lacci politici, nel caso catanese è stato un disastro su tutti i fronti, magari ci torneremo.
Intanto occupiamoci di quanto sta accadendo nella nuova società che, partecipando ad un'asta garibaldina, ha acquisito le macerie della Pubbliservizi con tutti i suoi dipendenti ai quali ha subito fatto il regalo di demansionarli tutti, riducendogli orari e livelli retributivi.
Nel frattempo pare che Città Metropolitana paghi due volte per gli stessi servizi: da un lato la sua !azienda speciale" che non li svolge e che pertanto vengono affidati a ditte esterne.
Ma dall'interno giungono voci preoccupanti, che elenchiamo in ordine sparso: manca un sito aziendale e non vengono pubblicati i provvedimenti amministrativi; violando le norme sulla trasparenza; assenza di organizzazione interna e mancanza di attribuzioni delle funzioni a responsabili e soggetti apicali; inattività degli uffici; scarsa operatività e scarsi risultati nei servizi resi per esaurimento materiali; accreditamento MEPA e Consip ancora in corso; assenza di liquidità; mancata implementazione di un gestionale di contabilità e di fatturazione elettronica (conseguentemente, mancata fatturazione dei servizi per il mese di maggio); mancata implementazione di un gestionale per le paghe (conseguentemente non possono essere elaborate le buste paghe e c'è il rischio che non si riescano a pagare i contributi obbligatori con scadenza 16/6); aumento di ore in alcuni servizi e relativo trasferimento del personale senza una valutazione dell’equilibrio economico dei singoli servizi; gestione di alcuni acquisti essenziali per il parco aziendale in assenza di una procedura; assenza di un conto corrente bancario; distaccamento di personale interno presso la curatela per i conteggi degli stipendi e TFR; acquisto di carburante e noleggio mezzi senza contratto e presso distributori in particolare posizione geografica; nomina consulenti fiduciari senza contratto.
Insomma, un pò di confusione probabilmente eccessiva persino per una start up.
Particolari malumori sta creando la gestione della verifica delle posizioni pendenti sul piano giudiziario dei dipendenti da parte dell'amministrazione. Infatti la legge prevede che possa bastare l'autocertificazione, pena ovviamente sanzioni nel caso di dichiarazioni non veritiere. Ma un accordo sindacale siglato lo scorso maggio impone, con costo a loro carico, che i dipendenti presentino i certificati in originale dei carichi pendenti e casellario giudiziario.
Il problema lamentato dai dipendenti è che non sarebbe garantita la dovuta privacy nella gestione della documentazione e, per di più, l'incarico di raccolta e verifica sarebbe stato assegnato dall'amministratore unico Balsamo ad un dipendente, nominato responsabile anticorruzione ma che sarebbe attualmente rinviato a giudizio per reati collegati all'attività aziendale: non proprio la scelta migliore, forse.
Ma la vicenda, di cui abbiamo dato notizia e che più ha turbato gli equilibri, è stata la decisione apparsa frettolosa ed autoreferenziale di procedere ad una bizzarra selezione per la scelta del direttore generale avviata in piena campagna elettorale per l'elezione del sindaco metropolitano.
La procedura adottata dall'amministratore unico Balsamo prevede una prima verifica dei requisiti da parte di una commissione da lui tessa nominata e poi la decisione affidata a colloqui personali dei candidati con l'amministratore medesimo, senza che sia chiaro quali siano le sue competenze per verificarne la specifica preparazione.
In precedente articolo abbiamo avanzato un ipotesi e infatti, a seguito delle perplessità sorte anche in seno alla Città Metropolitana che di questa società è proprietaria e responsabile, l'amministratore Balsamo ha sospeso, senza alcuna motivazione, la selezione in corso:
Ma quello che più sta occupando le attenzioni di interni ed esterni riguarda la permanenza o meno dell'amministratore unico, a prescindere da ogni eventuale valutazione sui suoi requisiti, a capo di un'azienda che, ricordiamolo, è pubblica in quanto di proprietà della Città Metropolitana di Catania.
L'amministratore unico avvocato Mario Balsamo è stato infatti scelto senza alcuna selezione da parte dell'allora commissario straordinario della Città Metropolitana Pietro Mattei: si tratta quindi di una nomina assolutamente fiduciaria.
Essendo tale ricade nelle previsioni della legge 30/2000 che prevede il cosiddetto “Spoil System”, la facoltà cioè riconosciuta ai nuovi eletti di sostituire tali incaricati con figure di propria fiducia: se no che “fiduciarie” sarebbero?
Una previsione che la nuova Pubbliservizi, ad abundantiam, esplicita persino nel proprio statuto all'art. 17, che prevede che l'incarico duri sino alla permanenza nella carica del sindaco metropolitano che lo ha nominato, e la conseguente decadenza nel caso di rinnovo del dante causa.
Ma ecco che, nella fase di costituzione, l'allora commissario che sostituiva il sindaco metropolitano inserisce nell'atto costitutivo una clausola fortemente condizionante, se fosse legittima, delle prerogative del sindaco eletto.
Nell'atto costitutivo viene infatti imposta con l'art. 8 una clausola: L'amministrazione dell'Azienda Speciale "S.C.M.C." viene affidata ad un Amministratore Unico che, in deroga a quanto previsto dall'art. 17 dello statuto, dura in carica sino al 31 dicembre 2025. Amministratore Unico viene nominato dal Commissario Straordinario, giusto provvedimento di nomina protocollo n. 66 dell'11 aprile 2023 l'Avvocato Mario Balsamo."
Ora, è chiaro che risulta quanto meno singolare che un commissario straordinario possa nominare l'amministratore unico di una società pubblica così importante e problematica per una durata così impegnativa, addirittura per un triennio quando sapeva che il suo mandato sarebbe cessato dopo 15 giorni.
Con ciò violando pesantemente le prerogative del futuro, e adesso eletto, sindaco metropolitano che ha il dovere di assumere la responsabilità di nominare personale di sua fiducia e di cui risponda politicamente.
In merito da diverse parti viene evidenziato il palese contrasto tra questa deroga dell'art.8 dell'oggetto sociale e quanto previsto dalla legge 30 e, soprattutto, dall'articolo 17 dello statuto della stessa società che prevede la decadenza dell'amministratore.
In questo caso risulterebbe semplice l'applicazione dell'art. 2328 del codice civile: “Lo statuto contenente le norme relative al funzionamento della società, anche se forma oggetto di atto separato, costituisce parte integrante dell'atto costitutivo. In caso di contrasto tra le clausole dell'atto costitutivo e quelle dello statuto prevalgono le seconde.”
Fermo restando, che se fosse accertata anche una sola delle problematiche sopra elencate, è molto probabile che scatterebbe la giusta causa per trovare una soluzione immediata.
E quindi, insieme alle altre, ecco una delle prime gatte da pelare per il Sindaco Metropolitano appena eletto Enrico Trantino: eserciterà le sue prerogative, provando a mettere ordine in una vicenda che sembra sfuggita ad ogni logica e su cui rischia di rimanere col cerino in mano?
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