Bene, adesso si comincia a fare sul serio.
È noto, lo abbiamo scritto, che questa testata ha scelto di non seguire la campagna elettorale che si è subito presentata come la più insulsa di tutti i tempi e se c'è una cosa che non sopportiamo è la noia.
Adesso però la città di Catania ha finalmente una nuova amministrazione e si pone fine alle imbarazzanti gestioni commissariali che si sono succedute in questi mesi.
Eletto sindaco a stragrande maggioranza, dei votanti, l'avvocato Enrico Trantino, una persona perbene: su questo non abbiamo dubbi, anzi senza plurale, non ne ho.
Condizione necessaria l'essere perbene, ma di certo non sufficiente per tirare fuori dal dramma in cui si trovano troppi catanesi.
Da oggi scattano i 100 giorni di tregua che tradizionalmente si assegnano ai nuovi eletti, giusto il tempo di assestarsi.
In tredici anni di presenza sull'agenda politica locale, questa testata ha sempre garantito questa tregua, anche nei confronti di candidati che non ci facevano simpatia personale o lontanissimi idealmente.
Figuriamoci quindi se non la garantiamo ad Enrico Trantino che la merita per sé ma, mi si consenta, per la grande stima ed affetto che chi scrive nutre per il padre, l'onorevole Enzo che immaginiamo di certo emozionato ma non troppo, ben consapevole dell'amaro compito che si è assunto il figlio.
Ed un pensiero alla signora Gemma, Signora davvero, che avrebbe sostenuto il figlio con rigore, e lo sosterrà.
Adesso il sindaco Trantino dovrà dimostrare non solo di essere capace di rimanere perbene, e non abbiamo dubbi, ma soprattutto di tenere lontani quelli che perbene non sono e che pretenderanno di continuare a banchettare sulle macerie di quella Catania che hanno distrutto: ne ha già tanti addosso.
Se ne scrolli senza timore: la città sarà con lui.
Il fatto non trascurabile di essere un sindaco che non ha mai campato di politicanza gli conferisce una forza ed una indipendenza non comuni: confidiamo che siano il suo valore aggiunto a vantaggio della città.
Ha anche un cognome importante da tutelare e siamo certi lo farà con scrupolo.
Chi ama la propria città ha il dovere di tifare per il sindaco a qualsiasi parte politica appartenga e di contribuire per come può, anche con proposte concrete e critiche costruttive, a remare in direzione del progresso, del benessere condiviso, del rispetto per le diversità e per il sostegno alle fragilità, per andare uniti a ricostruire una comunità che si è perduta.
Staremo quindi a vedere senza pregiudizio, intanto però possiamo mettere qualche nodo al fazzoletto partendo dai 25 punti del programma elettorale del neo sindaco, che sono scritti e depositati, come vuole la legge, agli atti del comune di Catania nel momento della candidatura.
Il programma depositato si apre con un'affermazione di principio, il concept: "Catania è energia, polo d’attrazione turistico e imprenditoriale, cerniera tra mare e vulcano, respiro d’amore. Ma è anche incuria, insicurezza, degrado. Un’amministrazione deve offrire soluzioni ai problemi; ma è inevitabile che la qualità del sistema città passi dalla collaborazione attiva dei cittadini, che devono sentirsi parte dell’insieme e riscoprire il gusto di un sentimento comunitario. Solo in tal modo potremo invertire una narrazione che diventa causa di demotivazione, alimentando un impulso disfattista che impedisce di incoraggiare il cambiamento.
Catania siamo noi. E dipende da tutti il risorgimento della città."
Possono essere vuoti slogan comunicativi o punti di partenza di una missione che ambisce a cambiare una città che lo merita perché resta la più bella del mondo: ci speriamo.
Magari nei prossimi giorni li svilupperemo uno ad uno questi punti programmatici per provare a trasformarli in impegni veri e propri, intanto chi vuole può leggere in calce il programma depositato.
Intanto, speriamo non certo a caso, registriamo con soddisfazione che il neo sindaco Trantino ha messo al primo punto il tema della Sicurezza, non disgiunto dai successivi due, Decoro e Pulizia.
Il tema della Sicurezza è cruciale e da esso discende il futuro economico della città e la tenuta sociale della sua comunità.
Bene ha fatto, in alcune interviste rilasciate a caldo in corso di scrutinio, a porre il problema dell'adeguatezza dei vertici delle autorità statali preposte a garantire l'efficacia del controllo del territorio: un Sindaco autorevole ha tra i primi doveri assicurarsi che nella propria città siano inviati dal governo centrale Prefetto, Questore e comandanti delle varie forze animati da volontà e capacità di affrontare e risolvere con determinazione i problemi, non come sta accadendo adesso.
Ha, il sindaco eletto, anche annunciato che volerà subito a Roma per chiedere al ministro della Difesa Crosetto il ripristino dell'operazione “Vespri siciliani” che nel ‘94 portò i militari dell’esercito a presidiare le vie della città ed i suoi luoghi sensibili; una presenza efficace ad arginare quella micro-criminalità che sta ormai spadroneggiando in maniera preoccupante: bene, sarebbero di grande aiuto.
LA VERGOGNA DI SAN BERILLO VECCHIO
Resta ad esempio, ed è questo il primo tangibile impegno che suggeriamo venga affrontato e risolto, l'oltraggioso affronto alle istituzioni tutte che viene quotidianamente realizzato dalle gang che hanno occupato San Berillo Vecchio.
Ce ne siamo occupati tante volte.
Non può un sindaco degno di questo titolo tollerare che nel centro della Città, a neanche 500 metri da quel Palazzo degli Elefanti di cui occuperà la stanza di comando, rimanga insediato il maggior centro di spaccio e ricettazione della città, dove ogni genere di reati gravi vengono consumati ogni minuto in una condizione di degrado inconcepibile in una città civile.
Così come il decoro della via di Sangiuliano, i cui locali e pub sono trasformati in postriboli senza regole ed orari e con le forze dell'ordine derise e accolte con petardi e violenza quando provano ad intervenire: non è tollerabile.
Paradossalmente un'operazione di questo tipo, la liberazione di San Berillo Vecchio ed il controllo notturno della via di Sangiuliano, sarebbe il segnale più immediato e semplice da dare ad una cittadinanza che ha bisogno di percepire che è possibile riprendere il controllo di una città allo sbando.
Chieda, come primo atto, il sindaco Trantino la convocazione di un Comitato per l'Ordine e la Sicurezza che non si risolva nel solito verbalino inconcludente cui assistiamo da anni, e pretenda un cronoprogramma immediato per insediare a San Berillo Vecchio decoro e legalità, consentendo quel recupero che è già avvenuto nella zona di piazza delle Belle, che potrebbe contribuire a trasformare tutto quel perimetro in zona di attrazione turistica e polo di attività culturali ed artistiche. Quindi anche di sane iniziative economiche capaci di dare lavoro e benessere.
Con tre operazioni di polizia, l'individuazione con sanzione dei proprietari complici e l'insediamento stabile di un presidio delle forze dell'ordine, il gravissimo problema sarebbe risolto con meno fatica di quanto si possa immaginare.
Ecco, questo un primo immediato risultato che potrebbe portare ad onore della fiducia ottenuta, per molti altri punti occorrerà tempo e per alcuni non basterà un mandato, ma questo si potrebbe finalmente affrontare davvero in meno di un mese: basta volerlo.
Signor Sindaco, ci proviamo?