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Confindustria Catania: nuova giunta Di Martino, durissime polemiche e fuori dal vertice Turismo e Sanità

28-04-2023 07:30

Pierluigi Di Rosa

Cronaca, Focus, Potere&Poteri,

Confindustria Catania: nuova giunta Di Martino, durissime polemiche e fuori dal vertice Turismo e Sanità

Sarebbe bene chiarire, rapidamente e pubblicamente

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In premessa occorrerebbe porre il problema del ruolo che svolgono oggi le organizzazioni di rappresentanza degli interessi datoriali e di categoria: in pratica, a che servono? O meglio, a chi servono?

 

A giudicare da come è ridotto il “Sistema Italia”, a tutti i livelli, qualche interrogativo bisognerebbe porselo e dovrebbe riguardare tutte le istituzioni ed i corpi intermedi: è evidente che non funziona e sarebbe ora che qualcuno avanzasse qualche idea di superamento piuttosto che ridurre tutto a scontri di bande per l'accaparramento di macerie sempre più esigue.

 

Di certo, tra le organizzazioni di cui sopra, tra le più note ed influenti c'è Confindustria, che riunisce gli imprenditori dei più vari settori.

 

In Sicilia ha vissuto di recente momenti di grande potere, quando imponeva presidenti di regione ed assessori, sino a rivelarsi uno dei sistemi di potere criminale tra i più invasivi e pericolosi che si siano mai visti, quel “Sistema Montante & C.” su cui si sono versati fiumi di inchiostro e con molti della “Company” ancora in servizio permanente effettivo a fare danni.

 

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A Catania è toccato alla presidenza di Antonello Biriaco traghettare Confindustria dal disastro delle inchieste giudiziarie e dal crollo di reputazione ed immagine, e probabilmente non è stato facile concludere il lungo mandato con casse risanate ed un consistente numero di aziende associate.

Bisogna capire se è possibile che adesso la nuova governance capitanata dal cav. Angelo Di Martino riesca a consolidare un ruolo positivo, di stimolo delle istituzioni per la realizzazione di progetti e servizi di interesse generale o piuttosto si ritorni all'occupazione per l'occupazione, al potere per il potere.

 

Ora il mandato di Biriaco è scaduto e si va completando proprio in queste settimane il complesso iter di rinnovo delle cariche di vertice dell'organizzazione datoriale Confindustria sezione di Catania.

Non è la prima volta che si verificano scontri, ma stavolta il rischio che ci siano strascichi pesanti è notevole.

 

Vediamo che succede.

 

Nelle scorse settimane si è giunti, con qualche fatica, alla presentazione di una sola candidatura alla carica di presidente: dopo il motivato ritiro di Emanuele Spampinato (ci torneremo dopo), era rimasto in corsa il solo cavaliere Angelo Di Martino, patron di società di trasporti e big della logistica locale.

 

 

 

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L'elezione di Di Martino, candidato unico, si è svolta registrando numerose assenze e di peso: segno che più di un malumore già covava.

 

Il procedimento prevede, dopo l'elezione del presidente, che questi proponga al consiglio generale la sua squadra di vice presidenti: altro momento delicato perché sancisce gli accordi di potere interno distribuendo gli incarichi di maggior rilievo.

E qua scoppia un altra grana, che si aggiunge a quella sopra accennata, e forse ancora più pesante, conseguente al ritiro della candidatura di Spampinato.

 

La squadra di presidenti scelta dal presidente Di Martino:

Gaetano Vecchio, imprenditore edile della Cosedil (che viene proposto come vicario);

Lucio Colombo, STMicroelettronics;

Salvatore Gangi della COVEI;

Miriam Pace, Plastica Alfa;

Eliano Russo del Gruppo Enel.

 

Qua già a primo sguardo salta all'occhio la sovra esposizione di due sole categorie, gli edili ed i trasporti con l'aggiunta dei rappresentanti di due grandi aziende che si spera possano trovare il tempo di dedicarsi all'associazione.

 

Le prime polemiche sulla proposta riguardano l'assenza dal board di alcuni tra i settori più significativi per l'economia locale: tra tutti, il Turismo e la Sanità non risultano rappresentati al vertice della Confindustria di Catania. 

 

Sin qui i primi scossoni che si vedrà nelle prossime settimane che conseguenze avranno nella gestione pratica della rappresentanza.

 

Ancora più pesanti, se possibile, sembrano piuttosto gli effetti del ritiro della candidatura di Emanuele Spampinato: vediamo perché.

 

 

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Emanuele Spampinato, brillante ingegnere cinquantenne, è un imprenditore, semplifichiamo, del mondo digital con un curriculum di tutto rispetto, a capo di un consorzio con centinaia di aziende ed altrettanti milioni di fatturato.

 

Nel candidarsi alla presidenza, sostenuto da alcune delle più importanti imprese operanti sul territorio, aveva presentato un programma improntato sull'innovazione, con particolare attenzione ad una sorta di “economia di contesto”, la visione forse utopica da queste parti di mettere in rete competenze ed obiettivi per costruire un sistema in cui si possa puntare alla crescita comune: una vera innovazione in una realtà dove impèra il cannibalismo ed il risultato sinora è stato la produzione di macerie e miserie.

 

Tuttavia le dinamiche confindustriali non amano le contrapposizioni e si preferisce storicamente evitare le conta di voti, e così si sono attivati gli immancabili pontieri che sono riusciti a sedere allo stesso tavolo i due competitor, Di Martino ed appunto Spampinato, che hanno individuato i punti di contatto, sintetizziamo anche qui, addivenendo al ritiro della candidatura del più giovane Spampinato in favore del più maturo Di Martino.

 

Ma qui qualcosa si rompe e irrompe nel corso proprio del consiglio generale del 27 aprile.

 

Il presidente uscente Antonello Biriaco ha infatti dato lettura di una durissima nota inoltrata proprio da Emanuele Spampinato, con la quale descrive e denuncia una serie di scorrettezze subìte, che, oltre a suscitare riprovazione se fatti confermati, dovrebbero adesso sfociare anche in un intervento dei Probiviri locali e nazionali, gli organi cioè deputati a giudicare le violazioni delle regole interne.

 

La nota, datata 24 aprile ed indirizzata a Probiviri e Consiglio Generale, ha un oggetto che è tutto un programma: “Denuncia Violazione dello Statuto e del Codice Etico da parte dell’associato Di Martino Angelo”.

 

Spampinato denuncia “il comportamento perpetrato ai suoi danni dal Sig. Angelo Di Martino in quanto violativo dello Statuto, del Codice Etico e dei Valori associativi di Confindustria.” Pesante, non ci sono mezzi termini.


L'ingegnere ripercorre la vicenda ricordando che lo stesso “veniva espresso dalla base associativa quale candidato alla Presidenza dell’Associazione. Del pari il Sig. Angelo Di Martino si determinava a concorrere all’elezione per la Presidenza.”


Le due candidature venivano sottoposte a verifica da parte del Collegio Speciale dei Probiviri ed entrambe rispettavano i requisiti richiesti.


Quindi racconta dell'accordo intervenuto tra lui e l'altro candidato De Martino, “con il preciso intento di assicurare una guida forte ed unitaria dell’Associazione, si determinavano a confrontare i relativi programmi integrandoli vicendevolmente e definivano le azioni di governo prioritarie finalizzate a dare impulso alla vita associativa.”


Quindi, "in coerenza con il percorso di collaborazione avviato i candidati decidevano di comune accordo di presentarsi unitariamente, impegnandosi a condividere la lista dei vicepresidenti unica nella quale fare confluire il programma che era stato tra di loro condiviso."

 

Fin qui tutto bello e regolare, tanto che l'ingegnere Spampinato, il 23 marzo, con una lettera resa pubblica, “comunicava di non dare seguito alla sua candidatura, sostenendo nei giorni seguenti la candidatura del Sig. Angelo Di Martino in tutte le sedi, anche nella fase di ulteriore approfondimento richiesto dai Probiviri nazionali, in merito alla presunta carenza di requisiti di candidabilità del Sig. Angelo Di Martino.”

 

Ma ecco il colpo di scena, che se confermato (e pare proprio che lo sia), getta una brutta ombra su una organizzazione che con fatica prova ancora ad uscire dal periodo buio cui abbiamo fatto cenno all'inizio.

 

Qui infatti la denuncia di Spampinato si fa precisa e puntuale, rivelando che “il Sig. Angelo Di Martino, divenuto candidato unico in seguito al Consiglio Generale del 12 aprile u.s., disattendeva in maniera inopinata le intese raggiunte, sottraendosi a qualsiasi condivisione e predisponendo unilateralmente la lista dei vicepresidenti in cui anche il sottoscritto non è stato inserito.”

 

E quindi la conclusione ovvia che prevede le conseguenze previste dalla normativa interna oltre che dell'opinione pubblica che guarda a questo mondo: “Non ci si può esimere dal rilevare che tale comportamento, oltre ad essere spregevole dal punto di vista umano e relazionale, si pone certamente in contrasto con i doveri di lealtà e probità sanciti dallo Statuto , dal Codice Etico e dai Valori Associativi ai quali gli associati, così come previsto al punto B) dell’art. 4 dello Statuto, sono obbligati.”

 

La perentoria richiesta finale ai Probiviri è di “verificare se il comportamento posto in essere dal Sig. Angelo Di Martino integri gli estremi di cui al punto g) dell’art. 6 dello Statuto e conseguentemente chiede di potere avviare l’azione disciplinare prevista dal successivo art.7.”

 

L'ingegnere si dichiara pronto ad ogni audizione ed anche a comprovare quanto affermato a mezzo di testimoni, di cui probabilmente non ci sarebbe neanche bisogno considerato che questi fatti sono ormai noti a tutti i consociati ed in sede di consiglio generale non smentiti da nessuno.

 

Ora da capire se sarà possibile che anche questa storia possa passare in cavalleria, affermando l'idea che in una organizzazione formata da classe dirigente del territorio, imprenditori di un certo rilievo, non venga sanzionata la violazione del patto d'onore che si sottintende ad ogni accordo: se i rappresentanti della classe produttiva, per una poltrona, vengono meno così facilmente alla parola data, come conducono i loro affari?  Che tipo di credibilità possono avere nel rapporto con le istituzioni, con i sindacati, con l'opinione pubblica?

 

È un vulnus pesante, e ci mancava solo questo.

 

Sarebbe bene chiarire rapidamente e pubblicamente.

Rapidamente e pubblicamente.


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