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Proprio ieri abbiamo dovuto dare notizia delle difficoltà in cui si trovano i Centri di Riabilitazione che a causa del ritardo nei pagamenti da parte dell'ASP di Catania non riescono a liquidare gli stipendi alle loro migliaia di dipendenti, con tutto quello che ne consegue.
Si cercava di segnalare le criticità di un'organizzazione che evidentemente non funziona, non ci vuole moltissimo a capirlo e ci si dovrebbe attendere che il problema lo risolvano una volta evidenziato, ed invece reagiscono come colpiti da lesa maestà.
L'argomento doveva essere proprio tosto se è entrato subito di prepotenza tra quelli trattati nel corso di una riunione che si è tenuta presso i locali della stessa ASP, nella stessa giornata in cui è uscito l'articolo non era all'ordine del giorno ma se ne è parlato lo stesso a seguito dell'esplicita domanda posta da un rappresentante sindacale.
L'incontro riuniva il “Tavolo provinciale permanente della salute”, era stato convocato precedentemente alla pubblicazione dell'articolo ed aveva come oggetto principale “La stabilizzazione del personale precario Covid” e dell'andamento della riunione ne dà conto il comunicato ufficiale arrivato alle 18.17, lo trovate in calce.
Si tratta di un resoconto, per come ci viene confermato da alcuni dei sindacalisti presenti, più che un comunicato praticamente un verbale di quanto dichiarato dal commissario già direttore generale Maurizio Lanza.
Quello che ci interessa si trova negli ultimi capoversi.
C'è scritto, testualmente: “A margine dell’incontro i rappresentanti delle Organizzazioni sindacali hanno chiesto ai vertici aziendali alcuni chiarimenti in merito al pagamento delle competenze economiche ai Centri di Riabilitazione convenzionati e i presunti ritardi nel pagamento degli stipendi ai loro dipendenti.”
“Presunti”? Come “presunti”?
Vabbè, continuiamo a leggere: “È stato chiarito che l’UOC Affari generali ha adottato il 6 marzo scorso le determine relative all’acconto pari al 85% del primo trimestre 2023, per un totale complessivo di 15 milioni di euro. A brevissimo autorizzerà, inoltre, i conguagli dell’anno 2022, pari a circa 2 milioni e mezzo di euro.”
Poi prosegue in maniera alquanto cervellotica: “La corresponsione di liquidità ai citati Centri di Riabilitazione è stata pertanto molto significativa, a fronte di un importo estremamente residuale, di entità notevolmente inferiore, e secondo i tempi stabili dalla legge.”
Per concludere in maniera surreale: "Le spiegazioni sui ritardi nei pagamenti degli stipendi ai dipendenti dovranno essere richieste direttamente ai titolari dei citati Centri, non potendo certamente ricondurre le cause a presunti ritardi nel pagamento delle competenze economiche."
E ripetono un altra volta l'aggettivo “presunto”, come se fossero presunti i ritardi che invece sono effettivissimi.
Allora, proviamo a smorfiare il ragionamento dei cervelloni, che evidentemente sono esageratamente confusi.
Sono infatti loro stessi a dichiarare, e quindi essendone consapevoli, di aver adottato soltanto il 6 marzo “le determine relative all'acconto pari all'85% del primo trimestre 2023”: che tipo di quoziente intellettivo si deve avere per capire che praticamente sono in ritardo di quasi tre mesi considerato che un “acconto” si deve pagare prima e non alla scadenza del terzo mese?
E in più, in data 3 aprile dichiarano bellamente che ancora devono autorizzare il saldo 2022 pari a 2,5 milioni di euro.
Quindi, questi top manager a metà marzo hanno accumulato un ritardo di 17, 5 milioni di euro e secondo loro dovrebbero essere i titolari del centri di riabilitazione a dover dare spiegazioni, perché per loro, per i top manager, i ritardi sono solo “presunti”.
È disarmante. Di-sar-man-te!
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