"Ma è possibile che chi governa sia così scarso?"
Quello che sta accadendo, e ormai da troppo tempo, attorno al mondo della sanità pubblica siciliana è oltre ogni limite di decenza, davvero insopportabile.
Un sistema gestito in modo talmente caotico ed inefficiente da rendere del tutto ragionevole sostenere che non sia un caso, che non sia attribuibile alla sola inadeguatezza, ma piuttosto che sia una scelta scientifica mettere tutte le persone sbagliate al posto sbagliato. Così chi deve speculare può continuare a farlo sempre più spudoratamente e senza nessuno che sia in grado di controllare e fermarli.
Anzi, facendo in modo che il ricorso a servizi offerti o imposti proprio dagli speculatori siano salutati come soluzione, tanto è il livello di disperazione appositamente e dolosamente provocato.
E probabilmente sarà troppo tardi e con danni irrimediabili quando saranno trovate le prove, perché le troveranno, che dietro a tutta questa apparente schizofrenia c'è un disegno preciso.
Il fatto certo, inequivocabile, è che mentre tutto il settore pubblico è al collasso totale, le strutture private continuano a macinare maxi utili sempre più esagerati: ci sarà un perché e probabilmente anche questo è un perché che fa schifo.
Eppure basterebbe incrociare qualche dato e chiedere a qualcuno per quale motivo nelle strutture pubbliche, pur acquistando per centinaia di milioni apparecchiature avanzatissime e con contratti di manutenzione altrettanto milionari, si fanno pochissimi esami con liste d'attesa secolari ed invece in quelle private se ne fanno centinaia al giorno lautamente remunerate.
Domande semplici semplici, non è che occorrono grandi investigatori, eppure a quanto pare nessuno le fa.
L'ultima denuncia arriva dal sindacato CIMO e riguarda l'ennesima invenzione dell'assessorato regionale alla Salute, stavolta del governo Schifani, per far fronte alla drammatica carenza di personale nei pronto soccorso: si sono inventati il "medico a scavalco" istituendo i "dipartimenti interaziendali": scienziati del management sanitari, non c'è dubbio.
Ci torneremo su questa ennesima genialata che, tanto per dire, pare preveda un costo giornaliero, GIORNALIERO, di oltre 700 euro per singolo medico: cosa da madare a zappare, con tutto il rispetto per gli zappatori, chiunque abbia queste trovate pazzesche.
“Oggi il nuovo assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo, - dichiarano il segretario regionale CIMO (Confederazione Italiana Medici Ospedalieri) Giuseppe Bonsignore e il presidente regionale della Federazione CIMO-FESMED (Federazione Sindacale Medici Dirigenti) Riccardo Spampinato - si trova ad affrontare una situazione che era già drammatica ai tempi del suo predecessore Razza, e che adesso è diventata catastrofica. Chiediamo quindi all’assessore Volo di convocare urgentemente le organizzazioni sindacali della dirigenza sanitaria per discutere insieme delle problematiche dell’intera Regione e delle possibili soluzioni che non possono passare come sempre sulla pelle dei medici e dei pazienti”.
“Purtroppo non solo Caltagirone – aggiungono – ma diversi altri ospedali della Sicilia versano in condizioni che definire critiche è un semplice eufemismo: mancano medici nei pronto soccorso, dove gli organici sono ben al di sotto del 50% della dotazione prevista, ma la situazione non è diversa anche in altre discipline, dall’anestesia e rianimazione, alla cardiologia alla pediatria”.
“La soluzione chiesta dai sindaci del comprensorio di Caltagirone che è quella di creare un Dipartimento Interaziendale – evidenziano Bonsignore e Spampinato – non può essere la soluzione, in primis perché non in linea con quanto previsto dal DM 70 e dalle Rete Ospedaliera regionale per l’emergenza e poi perché, in ogni caso, sembra di difficile realizzazione stante l’esiguità di risorse umane anche negli ospedali delle altre aziende”.
“Dopo decenni di scelte politiche perverse – tuonano i due sindacalisti – fatte di tagli ai posti letto, di sforbiciate alle unità operative e di annientamento del personale, era inevitabile che i nodi venissero al pettine e adesso, la stessa politica che ha creato il problema, pretende di risolverlo con soluzioni fantasiose che alla fine saranno, come sempre, a carico e sulle spalle di quei medici che già sono spesso costretti a rinunciare alle ferie, ai riposi e che vengono presi e sbattuti in giro per i Reparti sguarniti, usati come veri e propri tappabuchi per turare le falle di una nave che affonda per colpe altrui e per precise responsabilità di chi non ha saputo governare”.
“Eppure, nel mese di luglio scorso la Segreteria Regionale CIMO e la Federazione CIMO FESMED della Sicilia, nel corso di una partecipata Conferenza stampa tenutasi all’Ordine dei Medici di Palermo, alla presenza dell’allora assessore della Salute, Ruggero Razza, lanciarono un accorato grido di allarme sulla crisi degli ospedali in generale e dei pronto soccorso siciliani in particolare, proponendo soluzioni e chiedendo di far presto. Avevamo chiesto di prevedere una indennità di funzione per i medici di pronto soccorso e il pagamento di gettoni di guardia adeguatamente remunerativi in modo da attrarre quei medici che oggi sono in fuga verso il privato o che, in ogni caso, non ne vogliono sapere di sacrificare tutto per un piatto di lenticchie. Avevamo anche chiesto di sospendere temporaneamente le attività di quei PPI (Punti di Primo Intervento) che erogano un basso numero di prestazioni in modo da recuperare risorse umane da inviare nei pronto soccorso in estrema sofferenza. Purtroppo non se ne fece nulla – concludono Bonsignore e Spampinato – ed oggi il contesto è notevolmente peggiorato sotto ogni aspetto”.
Insomma, ad ogni problema che non riescono a risolvere se ne aggiunge un altro che aggrava ulteriormente la situazione, costringendo milioni di cittadini a vivere un costante stato di emergenza che a sua volta è foriero di forzature di ogni genere, sprechi esagerati, affari maleodorantii: ma è possibile che chi governa sia davvero così scarso?