Erano le 19 del 21 novembre 1997 quando in via Francesco Riso 72b si inaugurava con una mostra stupefacente di livello internazionale uno spazio che in breve diventerà punto di riferimento per i più importanti artisti contemporanei come anche di appassionati e collezionisti.
Sono passati 25 anni e la galleria d'arte Carta Bianca è ancora lì, un record assoluto, la più longeva galleria di Catania con sede allo stesso numero civico della sua nascita.
A difenderla contro l'impietoso passare del tempo e le mille crisi che in questi 25 anni hanno falcidiato questo affascinante settore è il suo patron, Francesco Rovella, Checco per amici e meno amici.
Lo conosciamo da oltre 40 anni e di suo fratello Enzo, quotato pittore, siamo stati compagni delle medie, quindi una vita.
E Checco è personaggio che ha attraversato da protagonista tutta la storia catanese a partire dagli anni settanta, dalle contestazioni politiche più dure e pericolose alla stagione d'oro della Primavera catanese, quando la città era amministrata dalla sinistra laica di Enzo Bianco e la provincia dalla destra storica di Nello Musumeci.
Su quel periodo Rovella ha pubblicato di recente un libro che appassiona chi ne ha memoria: "Più forte del fuoco. Diario extraparlamentare nella Catania degli anni Settanta."
Poi si arriva agli anni '80, periodo in cui giravano tanti soldi pubblici e la Cultura diventava strumento di consenso, buon consenso, e l'arte contemporanea, praticamente sconosciuta a Catania, faceva capolino con le prime grandi mostre di livello internazionale.
Al comune con Bianco c'era il gallerista Collica ad animare il Castello Ursino che diventerà museo Civico, alla provincia con Musumeci Checco Rovella che con un sua mostra aprì letteralmente i battenti del complesso de Le Ciminiere.
Una sana e fruttuosa competizione tra destra e sinistra che portò Catania all'attenzione internazionali per gli straordinari fermenti artistici e culturali che vi trovarono spazio e sostegno.
Altri tempi, bei tempi, bisogna riconoscerlo.
Qualche settimana fa mi sono trovato all'inaugurazione della mostra di Samantha Torrisi, bellissima davvero, un'artista catanese straodinaria.
In quell'occasione è uscito il discorso della longevità della galleria e dell'imminenza dell'importante anniversario: "Perché non ci racconti questa che è una storia davvero importante?"
Ha accettato ed è stato spunto per parlare di tante cose, alcune le proponiamo perché per un pò ci ha riportato ai tempi in cui le gallerie, come le antiche librerie ed i vecchi pub, erano luoghi in cui si andava per confrontarsi, per conoscere, per ragionare...e quanto ce ne sarebbe bisogno oggi...
Abbiamo anche visitato il "piano nobile", quello segreto, lo studio del gallerista, che è luogo di mille ricordi oltre che archivio immenso di storia dell'arte, fatto di sacrifici ed intuizioni
E poi un rammarico, che resta però un progetto a cui non rinuncia: l'istituzione di una "Galleria Civica d'arte contemporanea".
Un luogo cioè istituzionale, pubblico, con una sua struttura specifica formata da professionisti competenti, che possa contribuire a salvare la memoria di quello che si crea: "Ma Catania è una città senza pensieri..."
Insomma, pronti per la prossima mostra che sarà inaugurata a breve, ma determinati a portare a termine progetti che servano a dare un'anima a Catania, anche e soprattutto attraverso la sua Cultura, la sua Arte ed i suoi artisti.
Auguri quindi a "Carta Bianca" per i suoi 25 anni nello stesso numero civico: via Franco Riso 72b.
Non è cosa da poco, evviva le Gallerie d'Arte e che possano tornare ad essere cenacoli da dove le visioni degli artisti possano uscire per contribuire a cambiare il mondo dopo averlo raccontato e spiegato: perché a questo serve la Cultura.