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UNICT: bufera sull'appalto pulizia, denuncia alla Procura del sindacato CUB su assunzioni e monte orario

10-10-2022 07:00

Pierluigi Di Rosa

Cronaca, Università, Focus,

UNICT: bufera sull'appalto pulizia, denuncia alla Procura del sindacato CUB su assunzioni e monte orario

Alla fine sono due domandine semplici semplici

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                                                         Si pongono domandine semplici semplici:
 

È vero o no che ci sono lavoratori con un monte orario inferiore ai limiti previsti dalla legge?
 

È vero o no che ne sono stati assunti (addirittura 50) successivamente a quelli di diritto per la clausola sociale ad un monte orario superiore rispetto ai più anziani?
 

E poi: per i nuovi assunti sono state assunte o no le dichiarazioni di assenza di grado di parentela o affinità con dipendenti della stazione appaltante?

Sono storie sempre abbastanza complicate quelle che riguardano grossi appalti pubblici e quello di cui ci occupiamo è il servizio di pulizia affidato dall'Università di Catania alla ditta Dussman Service.

 

Non entriamo neanche nel merito dell'affidamento perché non ci abbiamo capito niente, tra bandi pubblicati, revocati e poi assegnati, ci pare, a seguito di convenzione CONSIP: magari proveremo ad approfondire alla prossima puntata.

 

Intanto veniamo al caso che ci viene segnalato e attiene alle modalità di gestione del personale da parte della ditta affidataria che ha suscitato la durissima reazione di UN SOLO SINDACATO, Flaica CUB, che dopo diversi tentativi di seguire le procedure previste dalle normative per ottenere chiarimenti e soluzioni, non ha potuto fare altro che rivolgersi alla Procura della Repubblica di Catania con una dettagliata denuncia di cui si attendono gli esiti.

 

A firmarla depositandola lo scorso fine luglio è Cono Minnì, nella qualità di Segretario Generale del sindacato FLAICA CUB e assistito dallo studio dell'avvocato Giuseppe Leonardi.

 

La denuncia di tre pagine con sette allegati ripercorre la vicenda del cambio di gestione dell'appalto per la pulizia dei plessi universitari ed in particolare si concentra sulla gestione del personale, segnalando due fatti che se confermati aprirebbero scenari inquietanti: da un lato viene denunciato che ad un numero cospicuo di lavoratori sarebbero state assegnate ore lavorative inferiori al minimo previsto dalle vigenti norme, dall'altro mentre questi dipendenti venivano cosi illecitamente penalizzati, la ditta appaltatrice effettuava assunzioni a tempo maggiore, senza che risultino chiare le modalità e le motivazioni.

 

Tanto basta perché si accenda più di un faro, anche solo per chiarire i dubbi sollevati dal sindacato CUB nelle varie sedi a ciò deputate, Università, Ufficio del Lavoro, Prefettura nessuno dei quali ha ritenuto di chiarire o anche solo smentire quanto lamentato, con ciò fomentando, tra l'altro, la classica "guerra tra poveri", perché alla fine sono sempre i lavoratori meno protetti ad andarci di mezzo.

 

La denuncia parte dallo strano caso della riunione con tanto di verbale che si svolge il 19 maggio 2021 presso il Centro per l'Impiego Regionale di Palermo tra la Dussmann Service srl e i sindacati confederali firmatari del relativo Contratto Nazionale di categoria, cioè CGIL, CISL e UIL.

 

Si legge nella denuncia: "L'oggetto dell'incontro era l'applicazione della Clausola Sociale prevista dal Codice degli Appalti di cui all'art. 50 L. 50/2016, dell'articolo 4 del Contratto Nazionale di settore.

Le parti presenti all'incontro nell'esame delle superiori clausole si limitavano a definire esclusivamente l'assunzione numerica dei 146 lavoratori aventi diritto al passaggio verso la Società aggiudicataria del servizio senza avere verificato preventivamente e attentamente l'elenco presentato dalla Società cedente (nello specifico i nomi e cognomi dei lavoratori, la data di assunzione, il tipo di contratto di lavoro, la qualifica e l'orario di lavoro giornaliero svolto).

Nessuno dei partecipanti a tale incontro, Sindacati compresi, ha evidenziato che la lista dei lavoratori presentata, conteneva orari di lavoro oscillanti dalle 6 alle 13 ore settimanali e che i lavoratori coinvolti da tale orario settimanale part-time risultavano essere 87.

La FLAICA CUB di Catania ha ritenuto grave e inaccettabile la sottoscrizione di un verbale di accordo sindacale in netto contrasto e in "deroga" al il CCNL di riferimento che prevede un monte ore settimanali per i contratti par-time non inferiore alle 14 ore settimanali.

La FLAICA CUB di Catania non essendo firmataria del contratto di lavoro è stata esclusa dalla trattativa e nonostante avesse chiesto apposito incontro al Centro per l'Impiego di Catania atteso che la stessa può vantare diversi lavoratori iscritti che prestano servizio nel citato appalto."

 

Quindi qualcosa già non quadra: com'è possibile che in un appalto pubblico ci possanno essere contratti di lavoro contra legem senza che nessuno se ne accorga?

 

Poi l'altro fatto denunciato: l'assunzione di personale extra a tempo pieno mentre quello "ereditato" dal vecchio appalto viene impiegato per ore inferiori al minimo contrattuale prescritto dalla legge.

 

Si legge ancora nell'esposto: "Ad aggravare la posizione della Dussmann e della stazione appaltante, la Flaica rilevava di essere a conoscenza che l'azienda aveva operato ed a tutt'oggi opera diverse decine di assunzioni di lavoratori (oggi arrivate a circa 50) con contratti di lavoro par-time di almeno 15 ore settimanali senza aver preventivamente consolidato il minimo contrattuale degli 87 lavoratori "storici" sopra citati. Tra l'altro la stessa Dussmann in occasione dell'incontro del 25.03.2022 ha confermato di avere operato nuove assunzioni e senza che tale circostanza fosse attentamente analizzata dalla stazione appaltante."

 

Da qui una serie di richieste di intervento alla Prefettura che però non hanno avuto alcun seguito se non una mera richiesta di informazioni.

 

Il tema di eventuali assunzioni extra, a quanto pare confermato dalla stessa ditta appaltatrice, aprirebbe ad altri interrogativi circa le modalità di reclutamento...

 

E al momento ci fermiamo qui, in attesa degli esiti delle indagini e di eventuali graditissimi chiarimenti da parte della stazione appaltante Università di Catania, che ha l'obbligo di vigilanza, e magari dalla stessa Dussmann che non può uscirsene affermando di aver "ereditato" il monte ore dalla precedente ditta e per di più minacciando il sindacato richiedente chiarimenti di azioni legali a "tutela del nome e della rispettabilità della società" come ha fatto in una pec la Responsabile Servizio Relazioni Industriali della Dussmann Service dottoressa Arianna Francillotti: non è questo il modo di gestire appalti pubblici.

 

In conclusione e riassumendo, nell'ambito di un'importante appalto pubblico per la pulizia che riguarda l'Università di Catania, che per inciso continua a secretare i verbali dei suoi organi deliberanti, viene contestato:

  • la violazione di legge in termini di minimi lavorativi per alcuni lavoratori;
  • la contemporanea assunzione di personale extra con procedure non note e ad orario lavorativo superiore a quello assegnato ai più "anziani".

 

E poi: per i nuovi assunti sono state assunte o no le dichiarazioni di assenza di grado di parentela o affinità con dipendenti della stazione appaltante?

 

Domandine semplici semplici: basterebbe smentire...

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