Continuano imperterriti.
Lo abbiamo abbondantemente scritto, ma dobbiamo sempre ripeterlo perché non è detto che tutti abbiano seguito l'incredibile saga della "Camera di Commercio che non esiste più", anzi sappiamo che cominciano a seguirla anche dal varesotto oltre che da Roma e Milano e quindi è bene mantenere un filo.
In effetti, questo ente pubblico, come sappiamo abrogato per legge nel 2021, continua ad essere gestito da una governance capitanata dal "massone in sonno sveglissimo" Pietro Agen grazie all'acclarata incapacità del ministro leghista allo Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti che non riesce ad emanare neanche un banalissimo decreto di commissariamento ed anzi ne ha fatti due entrambi bocciati in maniera umiliante da TAR e CGA.
Ora, per il momento lasciamo perdere questa storia ed andiamo alla "gestione caratteristica": la "Camera di Commercio che non esiste" ha ormai da anni un biliancio gravemente deficitario, che se fosse un azienda privata sarebbe stata messa in liquidazione magari con qualche azione di responsabilità.
L'ultimo bilancio è stato chiuso con una gestione corrente negativa per ben 7 milioni 346 mila euro, mentre il disavanzo economico è arrivato ad un saldo di meno 7 milioni 361 mila euro: complimenti.
Risultati che hanno un impatto immediato sulle imprese del territorio: ogni anno aumentano i relativi tributi addirittura del 50%.
Ma loro, gli "amministratori", sono sempre "generosi" nei confronti di qualcuno e continuano ad elargire contributi, quasi sempre agli stessi degli anni precedenti, sulla base di una sorta di regolamento che gli concede assoluta discrezionalità, senza che effettuino un qualche bando ma a loro piacimento, cosa che non ha impedito nel recente passato di far finire soldi pubblici nelle tasche dell'associazione gestita dalla famiglia dello stesso "massone in sonno sveglissimo" Pietro Agen.
Già nella seduta della giunta camerale del 7 giugno, con delibera n.28, presenti i componenti Agen, Galimberti, Molino, Privitera, Guastella e Guzzardi, assenti Politino e Pappalardo, hanno "concesso", bontà loro, la bellezza di 50 mila euro all'INDA di Siracusa, l'ente che organizza le tragedie greche al Teatro Antico ed è uno dei pochi che di soldi non ha bisogno perché va benissimo, è abbondantemente finanziato, si regge benissimo da solo e non si capisce perché una "Camera di Commercio che non esiste più" gravemente indebitata aggravi la propria situazione per finanziare un altro ente che non ne ha nemmeno bisogno.
Poi, nella seduta del 16 giugno altre 4 delibere con cui "concedono", sempre bontà loro, contributi ad associazioni quali "I Fiori di Giarre e dell'Etna", la "Scuderia Giarre corse", la "Parnaso Siculo Book Festival", e si permettono, qua ci vuole "bontà loro", anche a fare beneficienza con il contributo a "Casa Santella", sono così con i soldi pubblici che quasi ci si commuove.
In tutte queste "concessioni" i componenti della giunta sono tutti presenti: il presidente Pietro Agen, il vice presidente Politino ed i componenti Galimberti, Molino, Privitera, Guastella, Guzzardi e Pappalardo.
Ricordiamo che i commissari, poi cassati perché nominati sulla base dei disastrosi decreti di cui sopra e quindi momentaneamente sospesi nelle loro funzioni, come primo atto avevano revocato il piano di contributi che era stato programmato proprio a tutela delle casse pubbliche, prendendo atto della grave condizione economica della Camera.
Invece, questi "amministratori", come detto, continuano imperterriti.
Ma la cosa più divertente la si ritrova nella delibera n. 35, quella che finanzia la "cronoscalata Giarre-Montesalice-Milo" con ben 8 mila euro.
Nella delibera, firmata dal presidente Agen e controfirmata dal Segretario Generale Saro Codorelli, inseriscono una tabella riepilogativa:
Ora, già ad occhio si vede che qualcosa non va: 21.150+5.000+30.000+10.000+4-350 non fa 90.800 ma 70.500.
Una fesseria, si dirà, un errore materiale: ma il sintomo di come si fanno le cose da certe parti, come quando utilizzano "scatole cinesi" per rendicontare soldi publbici finiti nelle casse dell'associazione della famiglia del presidente Agen.
Così, tanto per dire.
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