
Alla fine dello scorso anno, appena annunciata la candidatura di Cateno De Luca, sindaco di Messina, a futuro presidente della regione siciliana abbiamo subito raccolto la novità, l'unica sullo stantio scacchiere sgangherato della politicanza isolana.
Anzi, più che una novità, una vera e propria "rivoluzione possibile", legata fortememtne alle caratteristiche personali di un candidato che sfugge da sempre alle regole di un Sistema che le ha scritte, senza neanche saper leggere, solo per mantenere se stesso ed i suoi accoliti. E sappiamo in che razza di situazione ci siamo cacciati.
De Luca, e per questo ci ha incuriosito, ha una storia unica e ben consolidata che oggi rappresenta la credenziale più forte per rappresentare l'alternativa più efficace a quello stesso Siestema di cui sopra e che è ancora spudoratamente in cerca della prossima cariatide da mettere a guardia del canile dove ormai si abbaia a comando per poi dirigersi tutti sulla stessa ciotola.
Stavolta però è assai probabile che lo scodinzolio non basti come non basterà la somma dei voti di preferenza che sono sempre meno e passibili di essere spazzati via con facilità se esce il candidato capace di catalizzare opinione.
Nell'articolo, dove sviluppavamo un ragionamento che ha stupito noi stessi per quanto lucido e intelligente (😁), scrivevamo:
"Quindi in Sicilia abbiamo uno straordinario mare magnum di oltre 3 milioni 200 mila elettori liberi che non si riconoscono nell'attuale sistema: praticamente l'80% degli aventi diritto al voto è alla finestra e attende, forse da troppo tempo, il momento giusto per tornare a contare.
Di fronte a questi numeri quel misero 18% che ha consegnato la Sicilia a Musumeci e compagnia cantante, e prima di loro con numeri simili a Crocetta, Montante e ballerini vari, risulta un oltraggio all'intelligenza di un popolo intero che chiaramente è molto più intelligente di chi lo governa ma purtroppo, il popolo, non ha gli strumenti adeguati per mandare a casa pacificamente questa casta di cialtroni. Almeno al momento."
Quindi, stavolta pare davvero possibile, per la prima volta, che la somma dei voti di preferenza non basterà al Sistema per sopravvivere...
Ed in più, lo stesso slogan scelto da De Luca, il "Sindaco dei Siciliani", indica una strada, un metodo di governo che implica il rapporto diretto con i cittadini, la comprensione dei problemi della strada: anche questa una novità rispetto ad una casta dirigente irragiungibile e circondata dalle scorte che la difende più dagli insulti che dalle minacce.
Quel primo articolo si concludeva con una domanda: "E ora che succede?"
È successo che la promessa di dimettersi da sindaco di Messina è stata mantenuta ed è partita una campagna elettorale che molto probabilmente sarà la più suggestiva e divertente degli ultimi trent'anni.
Intanto perché è esattamente questa la sensazione al termine della chiacchierata con questo candidato di certo non consueto: un politico di razza, di lunghissima esperienza avendo inziato da ragazzino e che è riuscito a farsi eleggere, senza partiti a sostegno, in ben tre comuni diversi, Fiumedinisi, Santa Teresa di Riva ed in ultimo addirittura un capoluogo come la difficilissima Messina.
Di botte ne ha prese, pesanti, pesantissime: 18 processi con due arresti, alla fine prosciolto da tutto con il risultato che gli hanno messo addosso una corazza difficile da scalfire.
Una straordinaria esperienza amministrativa sempre fuori da ogni schema, quello che oggi rivendica come la sua caratteristica principale: la Libertà, intesa come indipendenza assoluta.
Ed infatti, altra rarità assoluta e non trascurabile, ha una sua professione manageriale, direttore generale del colosso FENAPI di cui è fondatore, che gli consente un reddito tale che lo mette decisamente fuori dalla mischia di accattoni senza arte né parte che popolano le aule degli inconcludenti e che sono sempre costantemente al laccio di chi promette mantenimenti vari.
Quindi si è in presenza di una proposta politica che si differenzia radicalmente dalle precedenti esperienze protestatarie che hanno ottenuto successo tanto grande quanto inutile e forse anche dannoso, qui la caratteristica principale è la grande esperienza amministrativa sempre rigorosamente indipendente dalle logiche di partito, e già questo la rende intrigante a prescindere dalle appartenenze.
Arriva puntualissimo alle 7.30 del mattino all'appuntamento, altra originalità, per un'intervista che vuole essere conoscitiva e che, come sempre accade, riserva le cose più interessanti alla fase non registrata: alcune anticipazioni sui probabili candidati, le strategie che metterà in campo, la cronologia degli eventi già fissati mentre gli altri ancora si ammazzano su chi immolargli contro.
Interessante, non c'è che dire, interessante: finalmente una campagna elettorale!