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Pietra tombale sul governo Musumeci

13-01-2022 06:00

Pierluigi Di Rosa

Cronaca, Focus,

Pietra tombale sul governo Musumeci

E CONTINUIAMO A SUBIRE UNA CASTA POLITICA INDEFINIBILE

Il voto per l'elezione dei delegati dell'ARS che dovranno partecipare alla prossima elezione del Presidente della Repubblica si è trasformato in un Vietnam per la maggioranza di centro destra ed in una cocente umiliazione per il presidente Nello Musumeci.

 

L'esito infatti ha dato come primo degli eletti con 44 voti il presidente dell'assemblea e leader di Forza Italia Gianfranco Micciché, 32 voti sono andati al capogruppo dei 5Stelle Nuccio Di Paola candidato unico dell'opposizione e appena 29 quelli andati a Nello Musumeci.

Non era mai accaduto nella storia del parlamento più antico del mondo che ad un simile passaggio da sempre caratterizzato da quello che si definisce "garbo istituzionale" il presidente in carica prendesse meno voti persino del candidato dell'opposizione.

A seguire lo spoglio si capisce abbastanza chiaramente che c'è stato un tentativo di controllare il voto segreto attraverso l'antica tecnica della "preferenza nominale" che consiste nell'assegnare ad ogni votante o gruppo di votanti una specifica indicazione nella modalità di esprimere la preferenza, ad esempio di scrivere sulla scheda prima il nome e dopo il cognome mentre ad altri il contrario, oppure solo il cognome o ancora di aggiungere il soprannome e via dicendo: evidentemente non è bastato.

E infatti è accaduto anche questo nel corso di questa strampalata legislatura che si va a chiudere, per fortuna, tra pochi mesi e mentre si è ancora privi non solo del bilancio ma persino dell'esercizio provvisorio.

La votazione è stata intesa da tutti i media come un'inequivocabile avviso di sfratto per Musumeci, che pare ormai l'unico a credere nella possibilità di una ricandidatura mentre appare chiaro che molti deputati del centro destra non lo gradiscono neanche adesso che è in carica e non intendono neanche concedergli l'onore delle armi.

 

Dopo la proclamazione del risultato della votazione, Musumeci ha provato a chiedere la parola ma il presidente dell'assemblea Miccichè non gliel'ha concessa sospendendo la seduta, probabilmente evitando una reazione a caldo che avrebbe potuto risultare irrevocabile: la prosecuzione affidata alla vice presidente Angela Foti si è risolta in un immediato rinvio alla prossima settimana, sottraendo così l'Assemblea ad ulteriori guerriglie con le opposizioni scatenate nell'approfittare di questa debacle della maggioranza.

Musumeci ha reagito con un intervento in diretta alle 21 durante il quale ha usato toni che probabilmente lo isoleranno ulteriormente, definendo i deputati che non lo hanno votato come "ricattatori", "accattoni", "scappati di casa" ed al contempo smentendo la volontà di dimettersi quanto piuttosto quella di azzerare la giunta a otto mesi dalle elezioni.

A stretto giro la replica durissima di quello che al momento è l'unico candidato dichiarato alla presidenza della regione, il sindaco di Messina Cateno De Luca:

E poi le reazioni degli altri esponenti della politica isolana.

Il delegato eletto Nuccio Di Paola, capogruppo 5Stelle: “Il risultato del voto conferma per l’ennesima volta che il governo Musumeci non ha più una maggioranza all’Ars ed è al capolinea. Al contempo, il voto fa emergere un fronte dell’opposizione maturo e compatto, che va ben oltre i numeri attesi superando le preferenze del presidente della Regione - e proseguendo in un secondo comunicato - “Musumeci, ha trovato il coraggio di azzerare la giunta solo in occasione del voto per i delegati al Quirinale, colpito nell’orgoglio e nelle preferenze, e non per rimediare a tutto quello che sta accadendo in Sicilia, di fronte al caos in cui ha gettato i siciliani e di cui ha responsabilità politica. Inoltre azzera la giunta e subito dopo annuncia di volerla ricomporre, ma facendo riferimento sempre agli stessi deputati di maggioranza che lui stesso oggi ha duramente attaccato. Un comportamento che equivale a cambiare tutto perché nulla cambi”. 

 

Prima di lui era intervunuto subito dopo la proclamazione del risultato il leader siciliano dei 5Stelle Giancarlo Cancelleri: "Musumeci non lascia la poltrona nemmeno di fronte alla sua maggioranza sgretolata. 
Che tristezza sentire ormai da 5 anni un presidente di regione prendersela una volta con l’opposizione, una volta con i governi romani brutti e cattivi e quando perde con il voto segreto. 
Ma perché non capisce che il problema è lui? Parla di mezzucci e pensa di risolvere sventolando assessorati, magari pensa di recuperare qualche voto, certamente non risolverà i problemi della Sicilia e dei siciliani, figuriamoci se sistema la sua maggioranza. Il vero problema della Sicilia è lui, se veramente vuole fare un favore alla Sicilia, che azzeri se stesso, politicamente si intende, visto che è ormai sotto gli occhi di tutti che non ha dalla sua parte nemmeno quelli che 5 anni fa lo appoggiarono.”  Prima ancora aveva dichiarato: “Apprendo che anche questa volta il Presidente Musumeci perde pezzi, arriva solo terzo e se la matematica non è un’opinione, vuol dire che nemmeno i suoi, la maggioranza che tanto rivendica e si ostina a voler rappresentare pure in futuro, lo hanno votato. Musumeci perde pezzi pure nelle votazioni di ovvio garbo istituzionale. Credo che con questo pomeriggio si sia definitivamente spenta la luce su una terrificante esperienza di governo.” 

 

Neanche il capo del gruppo misto Danilo Lo Giudice mostra di gradire le imprecisate accuse lanciate dal presidente Musumeci nel corso della diretta: "Le parole del presidente Musumeci, successive all’elezione dei grandi elettori della Sicilia, sono oltremodo offensive per tutto il Parlamento e per i suoi componenti che, piaccia o no, sono stati democraticamente eletti e rappresentano il popolo siciliano. 
Se vuole proprio essere concreto nel dare una mano alla Sicilia, il Presidente prenda atto di non essere più gradito non solo all’interno del parlamento, ma anche alla stragrande maggioranza dei siciliani e rassegni le dimissioni. Dispiace che in un momento così delicato di pandemia e con i contagi alle stelle, il Presidente della Regione invece di offrire soluzioni ci costringa a discutere di tematiche che sono ben lontane dagli interessi della Sicilia e dei Siciliani. 
Poiché non faccio parte della maggioranza, non credo che il Presidente Musumeci annoverasse il sottoscritto tra coloro che potevano designarlo quale grande elettore per la Sicilia; tale scelta non è determinata né da “questione di igiene” come lo stesso Presidente perché il sottoscritto non ha mai chiesto nulla di quei sottoboschi governativi, dove di certo risiedono figure ben vicine allo stesso Presidente che oggi si scopre novello della politica.
Musumeci abbia il coraggio di fare nomi e cognomi, di dire quali sono state queste richieste irricevibili e, se è il caso, si rivolga agli organi competenti."

 

Silenzio totale dai gruppi della maggioranza che adesso sono in attesa dell'annunciato azzeramento della giunta, con quello che comporta in un momento delicatissimo per la regione ed i suoi abitanti che continuano a subire una casta politica indefinibile.

 

 

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