Settimane pesantissime per l'Uiversità di Catania ed il sistema di potere che gli ruota attorno da troppo tempo e con danni incalcolabili per la città.
Nell'arco di meno di un mese sono arrivati due micidiali decisioni da parte di due giudici diversi che hanno messo il suggello di attendibilità alla monumentale inchiesta condotta dalla Digos di Catania e portata in aula in due diversi tronconi dal pool della Procura allora coordinato dal Procuratore Aggiunto Sebastiano Ardita e costituito dai Sostituti Procuratori Marco Bisogni, Santo Distefano e Raffaella Vinciguerra.
Caduta la contestazione di associazione per delinquere, ma di certo a leggere gli atti emerge una graziosa combriccola.
Il processo inizierà il prossimo 10 maggio mentre risulta già condannato l'ex prorettore Giancarlo Magnano San Lio ad un anno e due mesi.
Proprio ieri è arrivata la decisione sul secondo troncone della stessa inchiesta.
Stavolta non risultano coinvolti solo docenti universitari ma spicca l'ex sindaco di Catania ex Bianco con l'ex assessore Orazio Licandro.
L'accusa si riferisce all'articolo 353 bis del codice penale, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, e rischiano 5 anni di carcere.
Il GUP Simona Ragazzi ne ha mandati a processo 45:
Salvatore Cesare Amato,
Pietro Baglioni,
Laura Ballerini,
Antonio Barone,
Giovanni Barreca,
Enzo Bianco,
Antonio Biondi,
Paolo Cavallari,
Giovanni Cigliano,
Umberto Cillo,
Agostino Cortesi,
Vera Maria Lucia D’Agata,
Enzo D’Agata,
Stefano De Franciscis,
Francesco Di Raimondo,
Marcello Angelo Alfredo Donati,
Alessia Facineroso,
Santi Fedele,
Anna Garozzo,
Sebastiano Angelo
Alessandro Granata,
Calogero Salvatore Guccio,
Alfredo Guglielmi,
Giampiero Leanza,
Massimo Libra,
Orazio Antonio Licandro,
Luigi Mancini,
Massimo Mattei,
Paolo Mazzoleni,
Maura Monduzzi,
Marco Montorsi,
Matteo Giovanni Negro,
Ferdinando Nicoletti,
Maria Caterina Paino,
Giuseppe Maria Pappalardo,
Pietro Pavone,
Vincenzo Perciavalle,
Giovanni Puglisi,
Stefano Giovanni Puleo,
Maria Alessandra Ragusa,
Romilda Rizzo,
Salvatore Saccone,
Giovanna Schillaci,
Luca Vanella,
Giuseppe Vecchio,
Giuseppina Lavecchia.
Anche in questo caso può essere utile a futura memoria e per gli appassionati, che sono tanti, ripercorrere i fatti salienti con una carrellata di articoli di Sudpress che hanno spesso anticipato l'avvio delle indagini giudiziarie.
Che Sudpress svelò prima ancora che si verificasse!
Nonostante scoperti con le mani nella marmellata, avvertiti a mezzo stampa che quella operazione di tracotanza era proprio insostenibile, se ne fregarono e proseguirono imperterriti ad esercitare nella maniera più spudorata un potere che dovrebbe essere orientato all'interesse pubblico e generale ed invece sempre piegato ai più infimi fattacci loro.
Come se non bastasse a suscitare scandalo e indignazione, nei mesi successivi dimostrammo anche lo spreco e la balordagine anche didattica
Inutile dire che l'ateneo catanese resta chiuso a riccio nonostante tutte queste rivelazioni che, a prescindere dalle imputazioni ed agli stessi esiti giudiziari, hanno fatto affermare al Procuratore Carmelo Zuccaro che queste decisioni dei due GUP rappresentano "riscontro al sistema illegale diffuso nell’ateneo catanese”.
Eppure tutto resta com'è, molti, troppi ai loro posti di comando.
Addirittura alcuni li "esportiamo" come nulla fosse e restano tranquillamente a dirigere importantissimi dipartimenti universitari o centri di ricerca con finanziamenti milionari.
E resta fisso ad imperitura vergogna il refrain:
"L'Università di Catania
continua a non costituirsi parte civile
nei processi contro chi ne ha danneggiato enormemente
interessi ed immagine!"
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