Potrebbe essere un bell'argomento per una tesi di laurea da 110 e lode in Scienze della Comunicazione, magari in un altro ateneo.
Per inciso ed a proposito di altri atenei: resta misterioso l'andamento delle immatricolazioni per l'anno accademico che va ad avviarsi, ed anche sui rinnovi delle iscrizioni non si riesce ad avere notizie.
Ma torniamo alla "Trasparenza" che collegata alla "Legalità" fu uno dei claim preferiti dalla propoganda iniziale dell'attuale rettore Francesco Priolo, che arrivò addirittura ad istituire una nuova figura istituzionale: appunto il Delegato del Rettore per la Trasparenza e la Legalità.
A passare alla storia come il primo, e magari l'ultimo, a potersi fregiare di questa innovativa medaglietta venne nominato, e risulta ancora in carica, il docente di Economia Maurizio Caserta, già candidato sindaco al comune di Catania.
Della sua attività non si hanno particolari testimonianze e brilla la totale assenza in merito alla vicenda della mancata costituzione da parte dell'Università di Catania nel procedimento "Università Bandita" che ha già registrato una condanna ed una sfilza di rinvii a giudizio.
L'unico intervento degno di nota la sua posizione in occasione della nomina a direttore generale dell'ex europarlamentare Giovanni La Via che suscitò non poche polemiche e che il delegato per la legalità Caserta risolse con un post su Facebook in cui ne assegnava la responsabilità al rettore Priolo e buona notte.
Poi, in occasione della promulgazione del nuovo "Codice etico" (sic) dell'Università di Catania, presentato on line insieme al rettore Francesco Priolo ed alla delegata Pari Opportunità Adriana Di Stefano, ebbe a dichiarare: "E’ un impegno del quale dobbiamo sentirci investiti in maniera solenne e che possiamo svolgere, nel solco di queste regole di condotta, ispirandoci quotidianamente a principi e valori, quali la responsabilità, la libertà e la dignità delle persone, l’uguaglianza, il rifiuto di ogni discriminazione e le pari opportunità, la lealtà e la correttezza, la valorizzazione del merito, l’integrità e la professionalità, l’imparzialità e l’equità, la trasparenza, la riservatezza, la tutela della salute e la salubrità dei luoghi di studio e di lavoro, la tutela dell’ambiente e la sostenibilità, la solidarietà”. La responsabilità, ha concluso il prof. Caserta, sarà anche monitorata e stimolata, anche attraverso l’applicazione di sanzioni credibili ed efficaci."
Segnaliamo che al momento della propalazione di questi "valori" si era nel maggio del 2021, appena quattro mesi fa.
Ed ecco che nel solco di queste roboanti dichiarazioni arriva l'ultima "novità involutiva" che probabimente consentirà ad UNICT di scalare qualche altra classifica negativa e che rende decisamente imbarazzante la "Delega per la Trasparenza", che adesso diventa decisamente provocatoria persino per l'intelligenza media, anzi probabilmente anche per quella scarsa.
Sino a qualche tempo fa era possibile, accedendo alla sezione trasparenza del sito, visionare i verbali degli organi deliberanti dell'Ateneo: il Consiglio di Amministrazione ed il Senato Accademico.
Inutile soffermarsi sull'importanza decisiva a fini di "Trasparenza e controllo di Legalità" di questi importanti atti, dalla lettura e diffusione dei quali è possibile comprendere cosa accade all'interno di una importante istituzione pubblica.
L'accesso era abbastanza semplice: si andava sulla pagina dedicata e cliccando sul relativo simbolo al verbale corrispondente alla seduta di interesse si apriva il pdf collegato.
La lettura di quei verbali non di rado ha fatto emergere vicende interessanti, non solo sul piano giornalistico.
Adesso la novità.
Cliccando su pulsante collegato al link che dovrebbe restituire il verbale si apre una richiesta di login:
A risultare in possesso delle "credenziali CAS" sono tutti i dipendenti dell'ateneo che le utilizzano per accedere ai documenti personali, ma anche agli stessi dipendenti l'accesso ai verbali è negato.
Infatti, se un dipendente prova ad inserire le proprie credenziali per visionare un verbale il sistema gli restituisce l'informazione "autenticazione fallita".
Probabilmente questi benedetti e segretissimi verbali saranno visibili soltanto a coloro i quali li hanno redatti.
Non è mai un buon segnale quando si limitano gli strumenti di conoscenza di quanto accade all'interno di un ente pubblico, ancor di più quando è nel pieno di una bufera giudiziaria e la sua reputazione è ai minimi storici.
Quindi la domanda:
Ma cos'hanno da nascondere
i vertici dell'Università di Catania?