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ASP Catania e Covid: i "prorogati" precisano e noi ribadiamo che non sono loro il problema. Anzi

11-08-2021 08:19

Pierluigi Di Rosa

Cronaca, Focus, covid spese & C.,

ASP Catania e Covid: i "prorogati" precisano e noi ribadiamo che non sono loro il problema. Anzi

Occasione per qualche precisazione che non guasta

Preso il mio scooter mi sono diretto all'hub vaccinale dell'ex mercato ortofrutticolo di via Forcile. Non c'ero mai stato.

 

La prima sorpresa è l'enorme banner che accoglie gli utenti all'ingresso: la scritta "COMMISSARIO COVID 19" sotto quella che indica il suo dante causa segna una sorta di megalomania inquietante: magari alla prossima metteranno delle gigantografie con le effigie di questi altri top manager political-sanitari che sono riusciti, impresa memorabile da consegnare ai posteri, a condurre Catania ad essere tra le peggiori città del mondo nel contrasto al Covid.

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Bah, resta un mistero come si può essere così incompetenti e così spudorati nel conferire incarichi così inadeguati, peraltro su falsi presupposti: lo vedremo a breve.

 

Intanto andiamo alla seconda sorpresa.

 

Gli ingressi per l'accesso ai servizi dell'hub sono due: uno dedicato a chi deve fare il tampone e l'altro per chi deve vaccinarsi.

 

Al primo, per i tamponi, una lunga fila di auto, il secondo, per i vaccini, assolutamente vuoto!

Qualcosa, molto, troppo, continua a non funzionare.

 

E del resto la azioni estemporanee e naif che continuano ad effettuare, dando l'impressione che si alzano la mattina per fare bestialità, sono all'ordine del giorno: i sei vaccini al Bellatrix e il tampone grauito e pagato dalla regione per accedere al concerto di Loredana Berté, organizzato a pagamento da un privato, rappresentano i due antipodi della più totale schizofrenia gestionale. 

Perché la regione ha dovuto sopportare il costo di un tampone per consentire l'accesso ad un concerto privato a pagamento?

Dando peraltro il pessimo messaggio che si può contnuare bellamente a far quello che si vuole anche senza il vaccino!

 

Ma torniamo all'HUB ed all'articolo del giorno prima.

 

Giunto alla reception noto una quantità sproporzionata di personale rispetto alla gente che doveva vaccinarsi. 

 

Chiarisco sùbito che non è certo colpa di chi lavora se si ritrova a non aver nulla da fare, anzi.

 

Sono tutti gentilissimi e professionali.

 

Appena entrato vengo accolto da un giovane in camice bianco che mi fa compilare la modulistica necessaria spiegandomela rigo per rigo.

 

Poi passo alla reception per la registrazione informatica e presento la mia tessera sanitaria.

 

Appena letto il nome impresso sulla plastica, il professionista la mostra ad una paio di colleghe e poi si rivolge a me: "Scusi, non è che per caso lei è il Di Rosa di Sudpress?"

 

"Cavolo, mi avete beccato!"

 

"Senta, quando finisce vorremmo parlarle."

 

"Perfetto, cominciamo bene!"

 

Mi accompagnano molto gentilmente alla postazione vaccinale dove una dottoressa mi spiega quello che sarebbe accaduto e le informazioni per eventuali complicanze: semplice Tachipirina 1000 se dovesse salire la febbre.

 

È durato un paio di minuti e non ho neanche sentito l'iniezione: sul braccio destro perché sono mancino e non si sa mai.

 

Inoculato il siero sono stato accompagnato alla successiva registrazione per la certificazione e poi nella sala d'aspetto per passare i 15 minuti di attesa precauzionale.

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Per inciso, delle "poltrone vaccinali da 427 euro" di cui ci siamo occupati non ne ho vista neanche una ed il vaccino l'ho fatto su una normalissima e comodissima sedia in plastica da 10 euro...

Torniamo al caso.

 

Appena seduto in sala d'attesa una "delegazione spontanea" dei contrattisti anti covid mi si è avvicinata. 

 

"Lei ha scritto una cosa non vera, noi non guadagniamo 3.000 euro al mese, a stento arriviamo a 1.700".

 

E da li comincia un confronto che mi fa volare i 15 minuti di attesa prudenziale che magari sarebbe stata più noiosa.

 

In realtà chiarisco subito che non è mai stato scritto che i contrattisti guadagnano 3.000 euro al mese, ma che tanto costano alle casse pubbliche.

Si è trattato di semplici calcoli fatti sulla base di quanto scritto sulla delibera e quindi su questo, purtroppo, non c'è nulla da rettificare.

 

Ribadisco che quanto sta spendendo l'amministrazione, non solo per il personale ovviamente, è del tutto esagerato, sproporzionato e decisamente incoerente con i pessimi risultati raggiunti: lo vedremo alla fine e sono assolutamente convinto che qualcuno pagherà gli enormi danni erariali causati!

 

Ma preme segnalare che da ogni nostra inchiesta giornalistica chi lavora è sempre considerata vittima delle inefficienze e degli sprechi, mai causa.

 

Ho infatti chiarito con quei giovani professionisti che la preoccupazione di chi, come noi, si rivolge all'opinione pubblica è far emergere le contraddizioni di un'amministrazione inefficiente per stimolarne le necessarie correzioni.

 

Hanno convenuto con me che non era tollerabile quanto stava accadendo proprio in quel momento: decine di professionisti impiegati per pochissime unità di utenti: potevano essere occupate diversamente e più utilmente queste risorse?

 

È stata anche posta la questione di cosa accadrà finita, speriamo presto, questa pandemia, cosa ne sarà di tutto questo personale che in questi mesi ha acquisito competenze ed esperienza nel settore emergenziale che ormai sarà purtroppo la sfida costante con cui l'umanità contemporanea dovrà confrontarsi.

 

Sarebbe opportuno studiare ADESSO un piano strategico di assorbimento immediato di tutte queste professionalità nel sistema sanitario o della Protezione Civile che hanno carenze di organico ormai intollerabili.

 

In conclusione, questo articolo solo per dare corretto seguito alla promessa di chiarire che questi professionisti non guadagnano certo 3.000 euro al mese, gli eccessi, che pure ci sono, stanno altrove.

 

Hanno contratti dignitosi, peraltro nella prima fase anche sbagliati e che li hanno condotti a subire trattenute illegittime: lo abbiamo scritto mille volte che troppe delibere sono sballate!

 

A questi professionisti, a tutti questi lavoratori, a chi si è impegnato in questa difficlissima fase della nostra storia, va il nostro rispetto ed il nostro ringraziamento, sia chiaro.

 

Vorremmo solo che fossero meglio impiegati, e non dipende certo da loro, e che non finissero vittime della più becera politica clientelare in vista delle prossime elezioni: ne va del loro futuro, ne va del futuro di tutti noi.

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