E ORA LA TRATTATIVA PRIVATA?
PER 160 MILIONI?
MA DAVVERO SI PUÓ GESTIRE COSÍ UNA CITTÁ COME CATANIA?
Il fatto che una gara d’appalto come quella bandita dal Comune di Catania del valore di 334 milioni di euro vada deserta più volte dovrebbe già di per sé essere interpretato come un campanello d’allarme di "qualcosa che non funziona": per usare un eufemismo.
Che poi la gara - al suo sesto tentativo - veda la partecipazione di sole due aziende, entrambe laziali ed entrambe con pedigree di cronaca davvero interessanti, e solo su due dei tre lotti (lasciando scoperto il lotto del centro storico, più remunerativo ma anche più complesso) non è da trascurare.
A Melilli, tanto per dire, alla gara d'appalto hanno partecipato ben 12 aziende, a Catania ...solo due, queste due.
Se poi una delle due aziende è anche la stessa che nel 2018 è finita sotto inchiesta nel caso Garbage Affaire non capiamo proprio cosa ci sia da gioire come hanno fatto alcuni amministratori che evidentemente o cadono dal pero o hanno problemi incompatibili con l'incarico pubblico.
Una gara, quella attualmente in fase di aggiudicazione, sulla quale si era già scagliato Carmelo Condorelli, segretario Fiadel, che aveva già lanciato l'allarme sull'inadeguatezza del bando e che all’indomani dell’apertura delle buste era intervenuto ai nostri microfoni per denunciare la poca trasparenza della procedura.
MA É SOSTENIBILE CHE IN 6 ANNI NON SONO RIUSCITI A FARE UNA GARA SERIA?
Un appalto a cui tutte le grandi aziende hanno deciso di non partecipare e che risultava a tratti aleatorio. Come nel passaggio in cui si legge:
“Il costo di conferimento dei rifiuti indifferenziati agli impianti di smaltimento finale e dei rifiuti differenziati presso gli impianti di recupero è a carico del Comune di Catania. I proventi derivanti dalla vendita dei rifiuti raccolti sono in favore del Comune di Catania. Il sito di destinazione viene determinato dalla S.R.R., e qualora nel corso dell’appalto dovesse variare, nulla è dovuto alla società aggiudicatrice, anche nel caso in cui il nuovo impianto di conferimento dovesse trovarsi più distante”.
Considerando che la saturazione degli impianti locali (quello della Sicula Trasporti a Lentini ormai giunto all'esaurimento e ha già annunciato la chiusura, ad esempio) è tutt’altro che un’ipotesi e che le soluzioni per il conferimento e lo smaltimento della frazione indifferenziata si prevede dovrà effettuarsi addirittura fuori Italia, in Olanda, con aumenti notevolissimi dei costi di trasporto, come fa un’azienda seria a quantificare una proposta congrua e che sia anche remunerativa per l’azienda che chiaramente non fa servizio socialmente utile e volontariato, ma che ha nella gestione dei rifiuti un utile d’impresa?
Non può.
Chi sono quindi le due aziende che hanno presentato offerta? Basta una breve ricerca in rete per capirlo.
Quella che ci si ritrova davanti è una rassegna stampa le cui parole ricorrenti sono “inchiesta”, “processo”, “corruzione”, "rescissione".
La Ecocar di Deodato, infatti, oltre che essere coinvolta nell'inchiesta Garbage Affaire è sotto indagine anche per l’appalto rifiuti di Minturno. E proprio a Minturno qualche problema anche per la Ego Eco, azienda che ha poi ceduto il ramo aziendale della raccolta dei rifiuti alla Super Eco.
La Super Eco, che è la seconda azienda ad aver presentato offerta per la gara catanese, ha un capitale sociale di appena 10.000 euro ed è amministrata da Carlo Ciummo. Ciummo è figlio dell’ex amministratore di quale azienda? Di Vittorio Ciummo della Ego Eco.
Ego Eco che vanta una serie di contratti interrotti per inadempienza e per inchieste giudiziarie, per i quali è stata anche oggetto di interrogazione parlamentare a firma del Senatore Domenico De Siano.
Insomma: siamo in una botte di ferro. O di legno...
E il terzo lotto? Quello andato deserto?
Si apprende da un’intervista rilasciata dal sindaco Pogliese ad uno dei quotidiani locali, che per quel lotto è intenzione dell’Amministrazione Comunale "procedere per le vie brevi con una trattativa privata".
Una trattativa privata per un servizio che ha il valore di quasi 163 milioni di euro?
E per di più, sempre dichiarato dal sindaco, con"piccolissime modifiche" al bando andato deserto: e allora perché aziende serie dovrebbero parteciparvi?
Ma è davvero tollerabile che un appalto così importante per un servizio così difficile e complesso, essenziale per una città con 300 mila abitanti e che dovrebbe vivere di turismo, sia gestito in questa maniera?
Continueremo a seguirne gli sviluppi, ma siamo ormai oltre l'imbarazzo e la vergogna: CATANIA NON LO MERITA!