"È un post lucido ed accorato quello che il dott. Carlo Sciacchitano, presidente provinciale dell'AVIS, la più importante associazione di donatori di sangue, ha pubblicato questa mattina.
Sciacchitano, oltre che impegnato da sempre nel mondo del volontariato, svolge la professione di medico competente per importanti aziende ed enti pubblici ed è impegnato come vaccinatore volontario a titolo gratuito nelle varie iniziative organizzate dall'ASP di Catania: quindi sa di che parla.
E scrive sulla pagina FB dell'Avis provinciale di Catania:
"In risposta alle innumerevoli richieste provenienti dai tanti donatori di sangue e dai Presidenti delle comunali AVIS della Provincia, dobbiamo purtroppo confermare che non si riesce ad ottenere, ad oggi, dalle autorità preposte una informazione univoca e coerente circa l’accesso dei donatori alla campagna vaccinale anti covid.
Evidentemente le Istituzioni non si rendono conto che le Associazioni di donatori di sangue, tra le quali l’AVIS è la più rappresentativa (in provincia quasi 13.000 soci e oltre le 17.000 sacche di sangue/anno), svolgono un servizio essenziale ed indispensabile (vedi nota allegata del Ministero della Salute), e meritano certamente una maggiore attenzione nei confronti di tutti quanti vi operano quantomeno in termini di chiarezza sulle procedure da adottare.
Non è tollerabile infatti che si proceda in via del tutto estemporanea, a seconda degli umori e delle singole sensibilità dei vari responsabili dei punti vaccinali, a cui comunque va tutta la mia ammirazione per il lavoro che svolgono.
Abbiamo informazioni infatti che in alcuni siti i donatori vengano accolti per la vaccinazione mentre in altri vengano respinti applicando ciascuno regole diverse che non sono rintracciabili da nessuna parte.
Mancano infatti del tutto linee guida su questo come su altri aspetti della campagna vaccinale, e comunque ritengo che il Presidente Provinciale AVIS debba esserne messo a conoscenza. Altro esempio di necessaria chiarezza, è il caso delle certificazioni di “lievi patologie”, sarebbe infatti opportuno definire se basta una semplice certificazione del medico che attesti le patologie o si deve necessariamente presentare copia del codice di esenzione, al fine di evitare diversità di comportamenti nei diversi hub.
Tali difformità di regole arrecano confusione e danno agli utenti che si trovano a tornare a casa senza vaccino dopo aver atteso ore e altrettanto disagio agli operatori che si trovano a non poter dare la giusta assistenza agli utenti.
Per questo, con la forza e l’autorevolezza di un’Associazione dell’importanza di AVIS, chiediamo a tutti i nostri associati la massima pazienza e collaborazione e ci permettiamo di sollecitare le autorità preposte a fermarsi un attimo, qualche ora, qualche minuto, per riflettere ed emanare un decalogo semplice e definitivo di linee guida per l’utenza e gli operatori sanitari. Si perderebbe molto meno tempo, si sprecherebbero molte meno risorse e di certo si eviterebbero tutti i malumori inutilmente creati tra la gente recuperando quella fiducia nelle istituzioni che in momenti come questi è indispensabili.
Ringraziando anticipatamente chi di competenza potrà darci tali chiarimenti, auguro a tutti Buona Vaccinazione perché NON VACCINARSI E’ PIU’ PERICOLOSO CHE VACCINARSI"
Il presidente Sciacchitano allega una circolare del Ministero della Salute che proprio ai donatori dedica attenzione, sollecitandone la vaccinazione in considerazione, è scritto testualmente, "che la disponibilità di dosi di vaccino è andata via via aumentando e se ne prospetta un ulteriore notevole incremento che consentirà di ampliare notevolmente l'offerta vaccinale."
Quello che in sintesi lamenta il presidente AVIS è che in alcuni siti vaccinali i donatori vengano vaccinati ed in altri no.
Come accade anche per quanto riguarda i portatori di patologie che rientrano tra quelle che rendono prioritario l'accesso alla vaccinazione.
Non è raro infatti il caso che vi siano persone affette da malattie o condizioni croniche di fragilità ma che non hanno ritenuto di richiederne la registrazione al servizio sanitario ai fini dell'esenzione, comportando con ciò l'assenza della relativa annotazione sulla tessera sanitaria.
Come segnala il presidente Sciacchitano, accade, e ne abbiamo avuto notizia anche noi in redazione con diverse lamentele, che in alcuni hub vaccinali effettuino la vaccinazione per fragilità con l'esibizione di un certificato del medico che ne attesti la patologia, mentre in altri siti il responsabile di turno pretende la registrazione del relativo codice di esenzione sulla tessera sanitaria, respingendo l'utente magari dopo qualche ora di attesa.
E allora riteniamo più che mai opportuno l'allarme lanciato dal presidente provinciale dell'AVIS Catania Carlo Sciacchitano e ne rilanciamo l'appello più significativo rivolto ai responsabili della Sanità regionale e provinciale:
"Fermatevi un attimo, qualche ora, qualche minuto, per riflettere ed emanare un decalogo semplice e definitivo di linee guida per l’utenza e gli operatori sanitari.
Si perderebbe molto meno tempo, si sprecherebbero molte meno risorse e di certo si eviterebbero tutti i malumori inutilmente creati tra la gente recuperando quella fiducia nelle istituzioni che in momenti come questi è indispensabile."