I diritti della comunità LGBTQ+ tra rivendicazione e persecuzione
di G. Nicotra, A. Grasso
Al 28 giugno del 1969 risale il primo passo verso l’affermazione dei diritti della comunità LGBTQ+, con la rivolta newyorkese a Stonewall, ma ancora oggi la lotta non si ferma e la strada è ancora lunga. La classe 5F del Liceo Scientifico “Archimede” di Acireale (CT) ha voluto rivolgere l’attenzione di docenti e di studenti e studentesse davanti ad un problema giuridico e sociale attuale, quello della non effettività dei diritti della comunità LGBTQ+. In vista della Giornata dei Diritti del 10 dicembre 2020, la classe ha lavorato alla realizzazione di un video intitolato “Free to be myself” (Liber* di essere me stess*). L'effettivo montaggio della clip, al quale ha lavorato Giulia Nicotra, è stato preceduto da un’accurata raccolta dati della quale si sono occupati gli/le alunni/e attraverso la ricerca di articoli e materiale audiovisivo riguardanti fatti recenti che vedevano come protagonisti ragazz* anagraficamente vicini e situazioni conosciute grazie a social come Instagram e YouTube. Si è parlato dei diritti giuridici non riconosciuti alle persone transgender, per ciò che concerne la richiesta di nuovi documenti di identità. e della psicologia del percorso di transizione, utilizzando le stesse parole di Francesco Ciccionetti e Josephine Yole Signorelli, in arte “Fumettibrutti”. Sono presenti nel video anche esempi di discriminazione della comunità e di omotransfobia, alle quali seguono l’utilizzo di errata terminologia, insulti sui social, violenza verbale e fisica e atti di persecuzione che hanno minato e minano la libertà delle persone citate. Il video si apre con delle frasi tratte da documenti e articoli di “Osservatorio dei diritti” e “Amnesty International” che sostengono il messaggio di cui gli/le studenti/esse si fanno portatori/ici. Come sottofondo musicale è stato scelto il brano “In the air tonight”, cover della famosa canzone di Phil Collins realizzata da Judith Hill, per il forte e suggestivo significato del testo. “Ho già visto il tuo viso, amico mio, ma non so se tu sai chi sono io. Beh, ero lì e ho visto ciò che hai fatto, l’ho visto con i miei stessi occhi”, la canzone è una chiara denuncia, testimonianza di un fatto accaduto sotto gli occhi di tutti, ma che tende a essere nascosto a partire dal carnefice, che pare non sapere realmente con chi ha avuto a che fare.
Alla fine del video vi è una ripresa realizzata dai ragazzi che vede come protagonista uno studente del quinto anno del Liceo Artistico Statale “M. M. Lazzaro” di Catania. L’obiettivo è quello di sovvertire, con delle immagini apparentemente semplici, ogni forma di convenzione sociale affinché ogni anima possa ritenersi libera di esprimersi ed uscire allo scoperto. Inoltre il motivo che ha spinto gli/le alunni/e a realizzare questo progetto e ad attenzionare particolarmente il mancato riconoscimento di alcuni diritti alla comunità LGBTQ+, è stato il dibattito che ha seguito la proposta di legge contro l’omotransfobia del 3 agosto 2020. Il testo in questione, successivamente approvato dalla camera, proponeva l’istituzione di una giornata nazionale contro l’omofobia e soprattutto l’introduzione dell'aggravante penale per discriminazioni fondate sul sesso, sull’identità di genere o sull'orientamento sessuale.
La proposta Zan ha sollevato la polemica di alcuni gruppi politici che la consideravano liberticida. L’opinione pubblica si è invece divisa tra chi la considera un passo importante verso una società equa e chi invece la considera superflua. Il lavoro della 5F consiste quindi nel sensibilizzare soprattutto gli adolescenti, in modo che situazioni del genere possano essere scongiurate nel futuro.